Cerca

Il Pungiglione

Hanno ucciso il trequartista

E chi è stato ve lo diciamo noi

Hanno ucciso il trequaertista

IL PUNGIGLIONE • Jude Bellingham, prototipo del trequartista moderno

Jude Bellingham al minuto 59' del secondo tempo di Atalanta-Real Madrid insegue un passaggio lungo, la palla gli rotola davanti, la ferma, Marten De Roon lo affronta, lui finta uno spostamento del pallone con l'esterno destro verso destra, esce con la gamba oltre il pallone, per poi partire nella direzione opposta facendosi un auto passaggio con l'interno dello stesso piede, conclude la giocata con un tiro di sinistro radente il terreno ed è gol. Il classico numero di un grande trequartista offensivo che da noi in Italia i tattici hanno condannato all'estinzione. Questo gesto di Bellingham non ha niente a che fare con i moduli di gioco e le loro strategie, le motivazioni psicologiche, l'uomo che trascina gli altri, il cuore, l'attaccamento alla maglia, il saper giocare di squadra alla Arrigo Sacchi. No, niente di tutto ciò, ed è per questo che in quanto “Pungiglione”, questa rete "salva Ancelotti", mi fa sentire obbligato a scrivere un pezzo a favore di questi talenti e ad indagare per trovare i colpevoli e le motivazioni di chi invece li ha uccisi e continua a volerli morti.

CHI È IL TREQUARTISTA

Il trequartista è quel fuoriclasse che vive, opera, diverte, realizza gol imprevedibili quasi sempre decisivi in quelle porzioni di campo dove certe magie risultano determinanti per il risultato finale. Sono loro che hanno fatto diventare ricchi calciatori mediocri per merito delle loro prodezze individuali e salvato allenatori dalle le loro panchine traballanti. Chi è che riempie i Musei delle società di calcio con le proprie gigantografie, e con trofei italiani ed europei vinti grazie alle proprie gesta? Sempre loro. Dove sono adesso, e chi sono oggi i Rivera, i Mazzola, i Baggio, i Del Piero, i Totti, i Mancini, i Cassano, gli Zola? Trequartisti in grado di saper fare tutto: assist, regia offensiva, ma soprattutto gol, tanti gol. Sono stati loro a sponsorizzare la bellezza del calcio Italiano nel mondo. Si può avere nel proprio bagaglio numerose tecniche di superamento dell’avversario anche spettacolari, ma se non fai gol importanti sarai sempre un mezzo giocatore.


I COLPEVOLI DEL MASSACRO

Chi sono coloro che in nome della tattica vogliono uccidere il trequartista? È lui il ricercato numero uno, un bandito da arrestare, che i teorici del calcio, i maniacali della tattica, tengono distante dai loro campi di calcio e dai loro spogliatoi. I trequartisti sono considerati pericolosi, con loro si gioca uno in meno in fase difensiva, e nel calcio tutto velocità e pressing che imperversa oggi, per loro c'è poco spazio. Gli assurdi schemi disegnati alla lavagna, tutti tendenti ad esaltare le tattiche più difensive, escludono quel ruolo del nnumero 10 che in altri tempi veniva chiamato “atipico”. L'atipico per loro è un non ruolo. Il grande Nereo Rocco avrebbe detto: “Son tutte monade”. Si dice che è l'evoluzione dei tecnici, e delle loro paure di perdere, che ha contribuito maggiormente a polverizzare il ruolo più amato, ricercato, il più sognato da chiunque fin da piccolo si avvicini allo splendido gioco del calcio. I colpevoli dell'estinzione sono loro, i fanatici della solidità difensiva, che pretendono che anche i calciatori più fantasiosi ricoprano più spazi e partecipino con continuità e attivamente alla fase difensiva. Essi sostengono che certi calciatori non sono inclini al recupero palla, non collaborano al pressing alto, e quindi a questi preferiscono giocatori funzionali, muscolari, che sanno coniugare un solo verbo: correre, correre correre, non importa se i piedi sono raffinati come il marmo di Carrara. Sono questi tecnici che hanno tolto a tutti la speranza, il sogno di poter vedere in chi indossa la maglia numero 10 un po’ di Maradona, o un po’ del mitico Pelè. Concludo affidandomi ad un concetto del grande Roberto Baggio, il quale semplifica così il gioco del calcio: la palla, superata la metà campo, deve andare sempre al giocatore più talentuoso. Se la perde, riconquistala e dagliela di nuovo, ci penserà lui a gonfiare la rete. Aggiungo personalmente: “Tu vai a ritirare il premio partita".

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Commenti all'articolo

  • nicotuzzo

    16 Dicembre 2024 - 20:07

    Non si può che essere d’accordo, il trequartista, numero 10 o mezza punta (come lo si vuole chiamare) rappresentava l’essenza pura della bellezza del calcio. Ad oggi è una follia non averne uno ma ahimè tutti teorici e robotici oggi.

    Report

    Rispondi

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter