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Kings World Cup Nations

Il Mondiale ha un nuovo Fenomeno! Cinquina ai quarti e 11 gol in 3 gare, Agüero fuori dalla Coppa

Oliveira ingiocabile, Zanetti vede il crollo dell'Argentina: il meglio dell'ottava giornata di Kings World Cup Nations

Kelvin Oliveira Brasile Kings World Cup Nations

KINGS WORLD CUP NATIONS • Kelvin Oliveira, fenomeno brasiliano

Poker in un tempo, cinquina in un quarto di finale, 11 gol in tre partite e tre volte MVP in tre gare, il tutto in un Mondiale: il Brasile ha un nuovo Fenomeno, e il suo nome è Kelvin Oliveira. Lui che dopo aver rifilato una tripletta nel clamoroso 9-2 infilitto alla Germania esagera ancora di più, segnando addirittura 5 reti alla sorprendente Turchia per trascinare i verdeoro alla semifinale della Coppa del Mondo. Lì, dove lo scenario più bello era quello di un derbyssimo con l'Argentina, ma che svanisce nella maniera più crudele. Nonostante la presenza di Javier Zanetti in tribuna e con un certo «Kun» Agüero a segno in campo, l'Albiceleste rimonta due volte il Messico, ma viene eliminata agli shootout.

FENOMENO KELVIN OLIVEIRA: BRASILE DA RECORD

Il Brasile non gioca un altro sport, lo vive con ogni particella del suo corpo. Quelle di colore verdeoro, quelle di una squadra che gioca a memoria e distrugge qualsiasi avversario si presenti lungo il suo percorso, macinando record su record. Come la vittoria con più gol segnati in tutto il Mondiale, come il successo con più reti di vantaggio nella competizione, come un Kelvin Oliveira semplicemente paranormale: 28 reti in 11 partite (tutte a segno) di Kings League, tre MVP di fila in tre gare e capocannoniere della Coppa del Mondo a quota 11 centri.

Un fenomeno che incanta tutti già dal primo minuto del quarto di finale con la Turchia, quando per due volte salta Ak, e pure il portiere sul 2-0. Un raddoppio istantaneo, a cui si aggiunge il timbro di Vaz, che fa 3-0 in tre minuti. È dominio sudamericano, senza storia, quella che ricalcano il piattone di Rodrigues dopo un'azione sviluppata a memoria e il rigore del Presidente Estagiario spedito all'incrocio dei pali dopo l'errore proprio di Ak nello shootout presidenziale. Non l'unica sbavatura del numero 61, che prende il palo dopo due occasioni salvate da Kazan, così a provare a scuotere i biancorossi ci prova Sözer, ma pure il finale di primo tempo ha un solo protagonista: Kelvin Oliveira, lui che prima ruba palla ad Ak per appoggiare in rete la tripletta e poi calcia sotto la traversa un clamoroso 7-1.

Partita chiusa? In Kings può succedere di tutto, ma che il Brasile butti via una partita così è impossibile. E allora, subito il 7-2 su calcio di rigore di Geçim (carta speciale), ecco che i sudamericani blindano la qualificazione prima con «Leleti» Garcia su assist di Kelvin, poi con il rigore (altra carta speciale) sempre di Oliveira e infine con Rufino, che mette a sedere il portiere dopo il rinvio sbagliato. È doppia cifra di reti, un gap incolmabile neanche con il doppio gol (una delle regole della competizione, disponibili cliccando qui), ma la Turchia nel finale dimostra comunque di metterci il cuore e chiude con la tripletta di Sözer, vice-protagonista dell'unico vero attore principale, ovvero quel Kelvin Oliveira che fa pokerissimo e firma il definitivo 12-4.

MESSICO LEGGENDARIO: FUORI L'ARGENTINA DEL «KUN» SOTTO GLI OCCHI DI ZANETTI

Leggenda. È questo ciò che sogna di diventare un Messico fin qui incredibile, che sotto gli occhi delle leggende aggiunge un'altra pagina di storia al suo Mondiale. Quella scritta contro un'Argentina che per i quarti di finale chiama all'appello l'ex calciatore più forte che si sia visto fin qui nella Kings World Cup Nations: il «Kun» Agüero. E no, non si tratta di una comparsata in stile James Rodriguez, presente nelle vesti di Presidente della Colombia, ma di un vero e proprio ritorno in campo per uno degli attaccanti più forti della sua generazione. Trascinatore dell'Atletico Madrid, uomo simbolo del Manchester City, miglior marcatore straniero nella storia della Premier League e un palmarès vastissimo: 5 Premier, 3 Community Shield, 6 Coppe di Lega inglesi, una FA Cup, una Europa League, una Supercoppa Europea, un Oro Olimpico, una Coppa América e un argento ai Mondiali di calcio.

Quello a 11, vissuto al fianco di un'altra futura leggenda argentina, ovvero Ángel Di María, che il suo supporto all'Albiceleste lo dimostra con un videomessaggio mostrato alla squadra, a differenza di chi lo status di giocatore eterno se l'è già guadagnato e si presenta sugli spalti della Vismara Arena per sostenere la nazionale: Javier Zanetti. Nomi incredibili, che testimoniano ancora una volta il potenziale mediatico della Kings League, ma che non spaventano il Messico, anzi. La carica iniziale è tutta dalla parte dei biancorossoverdi, che con il loro capocannoniere Martínez prima prendono il palo e poi sbloccano il derby sudamericano al 3'. Un colpo a cui l'Argentina risponde con un tiro centrale da fuori e uno a sfiorare l'incrocio del Facu Romero. Segnali di presenza, ma per tornare in carreggiata serve una piccola spinta, quella che arriva nel finale di primo tempo: tiro di Gómez, papera del portiere messicano e 1-1.

Ristabilita la parità, l'Albiceleste si gioca il suo pezzo da 90. Nella ripresa entra infatti Agüero, e la sceneggiatura sembra scritta: verticalizzazione per il Diez, stop, girata di mancino e gol al primo tiro in porta. Sembra, però, perché il var annulla la rete del 2-1, quella che il Messico allora rifila con l'uomo che non ti aspetti, ovvero il Presidente Montiel. Autore fin qui di rigori decisamente rivedibili, con la particolare rincorsa che parte spalle alla porta, il numero tre del Messico (dopo le presidentesse Alana e Natalia) questa volta spara un destro preciso nell'angolino. Dal gol del vantaggio all'inaspettato svantaggio: è colpo di scena per l'Argentina, che allora si affida nuovamente al suo simbolo. Subito dopo, infatti, anche i biancazzurri si giocano la carta del rigore presidenziale, affidato al «Kun», che a differenza di James Rodriguez spiazza il portiere e fa 2-2.

Un risultato che ben testimonia l'equilibrio in campo tra due formazioni solide nelle retrovie e poco pungenti in attacco, dove i campioni del mondo in carica nel calcio a 11 sprecano con Sánchez la palla del 3-2 e ne pagano le conseguenze. Sì perché una volta finiti i 40 minuti di gioco nella Kings League non c'è spazio per il pareggio, e neanche per i supplementari o i rigori: si va agli shootout, dove il Messico non perdona.  Dopo tre esecuzioni perfette, Mantovani tira alto, Cisneros porta avanti i biancorossoverdi, Sambueza e Morales si rispondono a vicenda con un palo-gol, mentre Joao calcia fuori lo shootout che costa l'eliminazione all'Argentina.

TABELLONE, DATE E PROSSIMO TURNO

È così che sfuma dunque il sogno di una semifinale Mondiale tra Brasile e Argentina, con i verdeoro che dovranno affrontare il Messico per raggiungere la finale in programma domenica 12 gennaio all'Allianz Stadium di Torino. Un obiettivo da conquistare sul campo già venerdì 10, giorno in cui si decideranno le due finaliste della Kings World Cup Nations.

Oltre al derby sudamericano, infatti, dall'altra parte del tabellone è tutto pronto per il rematch di Colombia-Marocco. Dopo essersi incontrate al primo turno, concluso con la vittoria per 4-1 dei Cafeteros, le due nazionali si ritrovano in semifinale percorrendo la stessa strada in senso opposto. La Colombia, dopo il successo all'esordio, passa da una rimonta da brividi con la Turchia qualificandosi grazie al golden gol, per poi porre fine alla favola Uzbekistan in maniera netta, mentre i Leoni dell'Atlante, superato senza problemi l'ostacolo Ucraina, ai quarti di finale devono ribaltare la sfida più folle di tutta la Coppa del Mondo: 7-7 e ticket strappato agli shootout contro gli USA, nel segno di El Amrani e del Pallone d'Oro Nadir Loauh. Proprio lui che il Mondiale l'ha iniziato con una disastrosa prestazione contro i colombiani, sbagliando anche un rigore. Da lì in poi, però, non c'è più stata storia per nessuno: 8 gol, 2 MVP e adesso la possibilità di riscriverla proprio contro la Colombia.

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