Serie C
22 Febbraio 2025
SERIE C, ALCIONE: BRIGHT E BONAITI (Crediti foto: Alcione)
C'è sensazione migliore di prendere al volo un treno che si pensava di aver perso per sempre? C'è sensazione più amara di doversi piegare a quello che sembra tanto uno scherzo del destino? Alla prima domanda risponde Olivieri, alla seconda tutto l'Alcione. Da una parte il trascinatore dei padroni di casa, che percorre la via della redenzione dopo un'occasione sprecata a inizio primo tempo realizzando dagli 11 metri il gol vittoria. Dall'altra la novellina d'oro del girone, che si deve piegare al verdetto di un penalty molto dubbio. E ora, parlano i numeri: 4 vs 6. Il primo sono le vittorie consecutive della Triestina, il secondo le giornate senza trionfo dell’Alcione (quattro sconfitte, due pareggi). Sono numeri aggiornatissimi, sono i numeri della 28esima giornata. Ai più perspicaci non sarà sfuggita la notizia, dunque: la Triestina prosegue il suo momento positivo e incassa altri tre punti al botteghino; l’Alcione piega ancora la testa e si ritrova a riflettere.
Quando un treno passa bisogna farsi trovare pronti. Biglietto obliterato, valigia alla mano, pronti a salire sul vagone. Potrebbe non passare più, impossibile perdersi alla fermata. Ce lo dicono da quando siamo piccoli così, lo ripete la saggezza popolare, lo conferma Marco Olivieri. Sì, si è mangiato le mani. Al 18’ del primo tempo parte il treno D’Urso: destinazione? La porta orange. Assist perfetto, apertura ineccepibile, idea da manuale. Olivieri vuole salire sul carro, ma trova Bacchin come controllore: biglietto non valido, prego scendere. Dunque nulla, il treno per la Triestina passa e potrebbe non tornare. Certo, sono dei padroni di casa infervorati quelli che si trovano davanti gli orange di Cusatis: Vertainen si dimostra pericoloso al 26’ colpendo con il destro (ma la conclusione finisce un pelo larga), D’Urso spinge a più non posso, Olivieri pare voler correre dietro al treno che ha perso alle soglie dei primi 20 minuti. E nel frattempo, l’uscita di Acella complica subito le cose: il nuovo acquisto si ferma al 21’, si tocca l’adduttore, chiede il cambio. Al suo posto Renault, e l’Alcione si riorganizza spedendo Chierichetti molto alto in fase di costruzione.
Ci sono treni che passano una vota sola, dicevamo. E poi ci sono vagoni che ritrovi alla stazione successiva. Di nuovo, la prova del 9 (o del 99) ce la dà Olivieri. Si era mangiato le mani al 18’, si può godere una scivolata sull’erba illuminato dalla gloria del gol al 47’. All’ultimo minuto di recupero Tona Mbei di Cuneo ravvisa un contatto tra Bacchin e lo stesso Olivieri (c’era? Non c’era? Il mistero rimane) e dà il penalty in favore dei padroni di casa. È il momento del numero 99, il treno finalmente ripassa. L’esito è quasi scontato: Bacchin intuisce ma non ci arriva. La Triestina va negli spogliatoi godendosi il vantaggio.
E pare non averne ancora abbastanza. È una Triestina rinnovata dopo l’arrivo di Tesser, una Triestina rinata con un mercato intelligente, una Triestina che ha tutta la fisionomia di una squadra pronta a tornare alla ribalta. Insomma, una squadra che adesso non ha nessuna intenzione di lasciarsi recuperare dalla novellina d’oro del girone A. Lo mette in chiaro Ionizza al 18’ della ripresa, quando impegna Bacchin due volte di fila, lo ribadisce di nuovo Olivieri con un paio di occasioni nitidissime. Luci e ombre per il capotreno del Nereo Rocco: è quello che trascina la squadra con la sua realizzazione dagli 11 metri, ma i gol all’attivo potevano essere ben di più. Comunque, di fatto, più luci. Luci puntate dritte dritte sulla faccia di Piccinocchi e compagni, che dal 30’ del secondo tempo devono pure salutare il loro capitano. L’ex Milan esce dal campo per un problema fisico, e i 3 slot utilizzati per i cambi costringono Cusatis a giocarsela in 10.
Quella mezza occasione di Chierichetti a inizio secondo tempo (questione di millisecondi, il terzino orange non arriva al cross) non basta a mettere po’ di fiducia negli scarpini. Udoh da subentrato rischia anzi di infliggere il colpo di grazia con uno scavetto davanti a Bacchin che però dimentica di prendere il volo: il portierone orange non si fa illudere e mette il veto. Cambia qualcosa? No, il treno ormai è andato. E questa volta non ha intenzione di farsi riprendere. In prima classe ci sta la Triestina, con Olivieri - nel bene e nel male - a guidare la locomotiva.