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Serie C

Poliziotta transgender massacrata di botte dagli ultras nei pressi dello stadio, la condanna della società

I colpevoli sono un gruppo di tifosi riconducibili al club, la donna è stata vittima di un atto basato su ignoranza, pregiudizio e odio

TRENTO AGGRESSIONE POLIZIOTTA STADIO BRIAMASCO

Che cosa succede quando il calcio, lo sport che dovrebbe unire, diventa teatro di episodi di violenza e discriminazione? È una domanda che ci si pone spesso, soprattutto alla luce dell'ultimo increscioso episodio che ha coinvolto la città di Trento. Un gruppo di ultras gialloblù nei giorni scorsi si è reso protagonista di un'aggressione nei confronti di una poliziotta transgender in un bar nei pressi dello stadio Briamasco, un atto che ha scosso l'intera comunità sportiva e non solo.



UN EPISODIO CHE SCUOTE LA CITTÀ
La notizia dell'aggressione ha rapidamente fatto il giro della città, suscitando indignazione e sconcerto. Trento, conosciuta per il suo spirito di accoglienza e inclusività, si è trovata improvvisamente al centro di un episodio che sembra appartenere a un'altra epoca, un'epoca in cui la violenza e l'intolleranza erano all'ordine del giorno. La scena che si è presentata davanti agli occhi della barista e degli altri avventori del locale è stata agghiacciante: un volto trasformato in una maschera di sangue, un corpo ferito nel fisico e nell'anima. La poliziotta è dovuta chiaramente ricorrere alle cure del Pronto Soccorso ed è stata medicata con 18 punti di sutura per ferite in faccia, 4 per tagli in testa. Un atto che affonda le sue radici in un mix di ignoranza, pregiudizio e odio.



LA FERMA CONDANNA DEL PRESIDENTE GIACCA
Non ha tardato ad arrivare la risposta del presidente dell'A.C. Trento 1921, Mauro Giacca, che ha voluto esprimere pubblicamente tramite i canali ufficiali del club la sua posizione. «A.C. Trento 1921, venuta a conoscenza dell’episodio verificatosi in città nei giorni scorsi, del tutto estraneo ai valori della società, condanna fermamente qualunque forma di violenza fisica e verbale in ogni luogo, esprimendo solidarietà alla vittima» ha dichiarato Giacca. Parole chiare, nette, che non lasciano spazio a interpretazioni. La società si dissocia completamente da quanto accaduto, ribadendo il suo impegno per una convivenza civile e rispettosa.



UN IMPEGNO PER LA CIVILE CONVIVENZA
Ma cosa significa, in concreto, impegnarsi per la «civile convivenza»? Per il Trento, non è solo una questione di parole, ma di azioni concrete. La società ha sempre posto grande attenzione alla correttezza e al rispetto, valori che sono alla base dello sport e che dovrebbero guidare ogni tifoso, dentro e fuori dal campo. L'episodio di violenza è stato un duro colpo, ma anche un'opportunità per ribadire con forza che il calcio deve essere un luogo di inclusione e non di divisione. La poliziotta transgender aggredita ha ricevuto il sostegno non solo del club, ma anche di numerosi cittadini e tifosi che hanno voluto manifestare la loro vicinanza. Un gesto importante, che dimostra come la comunità sappia reagire e unirsi di fronte a episodi di intolleranza

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