Da Cereser a Cereser: il gioiello classe 2008 con il cognome che sa di storia e fa sognare il popolo granata

Francesco Cereser: il guardiano della porta granata che ha fermato il Genoa in stato di grazia tra i pali

Marco Marone

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05 Marzo 2025

Da Cereser a Cereser: il gioiello classe 2008 con il cognome che sa di storia e fa sognare il popolo granata

Chi ha detto che il calcio è solo questione di gol? A volte, la vera magia si nasconde tra i guantoni di un portiere. E se c'è un nome che risuona forte dopo la sfida tra Genoa e Torino, è quello di Francesco Cereser. Ma chi è questo giovane talento che ha saputo chiudere la porta granata con la maestria di un veterano e con un cognome storico per il popolo e la storia granata?

LA PARTITA: UN DUELLO SENZA ESCLUSIONE DI COLPI
Genoa-Torino non è stata una semplice partita di calcio, ma un vero e proprio duello tra titani. Due squadre di altissimo livello che si sono affrontate senza timori, regalando agli spettatori uno spettacolo degno di nota. Occasioni a raffica da entrambe le parti, due gol che hanno infiammato il pubblico e un gol annullato che ha fatto discutere. Ma tra tutte queste emozioni, c'è stato un protagonista indiscusso: Francesco Cereser.

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FRANCESCO CERESER: IL MURO GRANATA
Il giovane portiere del Torino, classe 2008, ha dimostrato una maturità e una freddezza che raramente si vedono in un ragazzo della sua età. Sin dall'inizio, Cereser ha guidato la difesa granata con autorità, respingendo con sicurezza gli attacchi di un Genoa ispirato e pericoloso. Ma è nella ripresa che il suo talento è esploso in tutta la sua grandezza.

UN SECONDO TEMPO DA INCORNICIARE
Nel secondo tempo, il Genoa ha alzato il ritmo, cercando disperatamente di trovare il gol della vittoria. Ma Cereser ha risposto presente a ogni tentativo rossoblù. La sua reattività è stata messa alla prova da un tiro ravvicinato di Traversa, che ha respinto con i piedi con una prontezza da felino. Non meno impressionante è stata la sua lettura della traiettoria sulla punizione di Giangreco, neutralizzata con un intervento da manuale.

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LA PARATA DEL MINUTO 93: IL SIGILLO DI CERESER

E poi, al minuto 93, quando tutto sembrava ormai scritto, ecco la parata che ha rubato la scena. Un tuffo perfetto per deviare il piazzato di Ganduglia, un gesto tecnico di rara bellezza e importanza. Un intervento che ha salvato il risultato, regalando al Torino un punto prezioso, meritato per quanto visto sul campo.

UN FUTURO BRILLANTE
Francesco Cereser ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per diventare un protagonista del calcio italiano. La sua prestazione contro il Genoa è stata una sinfonia di interventi che resteranno impressi nella memoria dei tifosi granata. E chissà, forse un giorno ci ritroveremo a raccontare le sue gesta in palcoscenici ancora più prestigiosi.

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CERESER: UN NOME CHE SA GIA' DI STORIA GRANATA...

Quello di Cereser poi, non è affatto un nome o un cognome qualsiasi in casa Torino enella storia granata. Come non ricordare infatti il grande e indimenticato, indimenticabile, Angelo Cereser. Dal 1962 al 1975 con la maglia del Torino collezionando ben 311 presenze totali tra campionati. coppe. Tra anni nelle giovanili in arrivo dal San Donà e dalla stagione 1965 riferimento e sempre più colonna del Torino allenato prima da Nereo Rocco, Edmondo Fabbri, Gustavo Giagnoni. L’esordio il 19 settembre 1965 in uno Spal-Toro. Con il ‘piccolo-grande’ Cereser di oggi in comune la vocazione a ‘difendere’: Angelo come libero e marcatore mastino puro, non a caso soprannominato 'trincea', Francesco guardiano della porta. E quel rammarico di essere passato al Bologna nell'estate del 1975 alla vigilia di quella che sarà la storica stagione del 7° scudetto per il Torino, con in panchina Gigi Radice nella stagione 1975-1976 che sarebbe stata la ciliegina sulla carriera storica di Angelo.

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