Trofeo Annovazzi
19 Marzo 2025
MILAN
Quella coppa lì, con quei colori sul manico, con i volti che si specchiano mentre la alzano. Quale coppa? Quella della nostra Champions. Quali colori? Il rosso e il nero. Quali volti? Sì, quelli del Milan. Sfavoriti sulla carta, vincitori in campo. C’è forse qualcosa di più bello? Chiedetelo a Vigil, chiedetelo a Boniforti. Chiedetelo a Bogogna, chiedetelo a Tebaldi, chiedetelo a De Francesco. Risponderanno forse tra un po’, con una foto ricordo direttamente dal centro del campo di via Cazzaniga, che alle 21:30 del giorno 19 marzo 2025 è esattamente il centro del mondo. C’è scritto un messaggio dietro, il Milan il mittente, l’Italia il destinatario: «3-0 all’Inter baby, i campioni siamo noi».
Come i grandi: Sare come Lautaro, Vigil come Leao. In scala ridotta magari, ma la qualità è proprio la stessa. D’altronde, il derby è sempre il derby. A qualsiasi età, in qualsiasi circostanza. L’incubo dell’Inter dei grandi, un possibile palcoscenico per l'Inter dei piccoli. Perché qua c’è poco da tergiversare: l’Inter dei fenomeni, la prima in classifica, il miglior attacco del campionato - chiamateli un po' come volete - questa finale se la vuole portare ad Interello. «Sì, starebbe proprio bene la coppa al fianco di quella dell’anno sorso»: è il sogno che riecheggia nella testa di Sare per tutto il primo tempo. Con Ottaviani (terzino d’eccezione, e pensare che l’anno scorso giocava a centrocampo…) disegna calcio nella metà campo del Milan: come quell’assist dell’esterno d’attacco coronato dal tentativo del terzino (6’), come quella doppia occasione congiunta a distanza ravvicinatissima delle due stelle più luminose della serata in via Cazzangia (13’). Sempre loro, soprattutto loro: Sare e Ottaviani, sospinti dalle giocate di Montalbano e dalle trovate di capitan Broinas. Insomma, un’Inter con gli attributi.
«Sì, sarebbe proprio il massimo vedere quella coppa al Vismara». Abbiamo cambiato setting, ora siamo nella testa di un certo Vigil Hidalgo. L’uomo-partita della semifinale contro l’Atalanta, la maglia numero 11 che l’Italia ha imparato a conoscere. Al 7’ i suoi dribbling incantano Parisi, Torre e compagnia cantante, al 19’ deposita per Cenedese un potenziale assist da spavento. Arriva Beretta a rovinare tutto, ma quello che risponde all’Inter è un Milan bello come pochi. Vigil sì, Cenedese pure, ma anche Cremonesi non scherza. Un inizio necessario a scadere i motori, un finale di primo tempo che promette grandi cose nella ripresa: al 29’ impegna ancora Beretta con un tiro da fuori e lancia il suo guanto di sfida ai fenomeni nerazzurri. Ma dopo tanto filosofeggiare, tra sogni e vocine nella testa, bisogna tornare con i piedi per terra: tutto fermo, l’ago della bilancia non si schioda da un democratico 0-0.
L’incubo dei grandi… e all’inizio della ripresa pure dei piccoli. Questo derby non va proprio giù all’Inter. Bastano 2 minuti ai signori del Vismara, Tebaldi mette in mezzo con una scivolata che rimarrà impressa sull’erba umida di via Cazzaniga, Ottaviani prova a intervenire. E poi arriva lui, l’uomo della provvidenza, quello che si inventa rapace all’occorrenza: Fabio “la sentenza” Boniforti, uno che non a caso è capocannoniere della squadra insieme a Fiorenza. Un calcetto e via, la pratica si avvia alla conclusione: palla in rete, inesorabilmente in rete, Milan in vantaggio. Nella testa di Vigil la vocina esulta, nel petto di Boniforti beh… fatevele spiegare poi le emozioni di chi segna il gol che sblocca una finale.
Intanto, sicuramente, un dato è sotto gli occhi di tutti, senza bisogno che nessuno lo spieghi: il Milan adesso sta dominando. Zaidane è pericolosissimo al 5’, Boniforti torna protagonista al 7’ con un colpo di testa che esce alto sì, ma che pareva destinato a una doppietta sicura. E nel mentre l’Inter si complica la vita: certo, Sare, Broinas e Ottaviani sono sempre quelli che disegnano calcio, ma l’espulsione che piove sul groppone di Parisi al 16’ non è certo un toccasana per i nerazzurri. La voce in testa ora cambia: «C’è da fare un’impresa». Qualcuno però non è d’accordo con questi piani appena abbozzati. C’è da fare i conti anche con questo, con qualche personaggio che dissente. Nella fattispecie, un certo Achille Tebaldi. Sembra un nome uscito da una saga epica, e forse un po’ lo è: l’eroe del Milan, quello che aveva aperto tutto con un assist e che chiude con un pallonetto sublime proprio sotto al sette. Siamo al 19’ del secondo tempo, e ancora non è finita. C’è l’ultimo affronto ai re del girone, c’è l’ultimo graffio per il trofeo Annovazzi: Fiorenza appoggia per il suo compagno di primato (7 gol a testa in stagione) e Boniforti caccia in rete. Nessuna voce dopo il triplice fischio, solo solide realtà: quella coppa dona davvero tanto al Vismara.
INTER-MILAN 0-3
RETI: 2' st Boniforti (M), 19' st Tebaldi (M), 28' st Boniforti (M).
INTER: Beretta, Ottaviani, Parisi, Torre, Pietraru, Grigioni, Sare, Sanogo, Catania, Broinas, Montalbano, Gualdi, Pititto, Barattieri, Pozzono, Rigamonti, Zoumbare, Fall. All. Sala.
MILAN: Bogogna, Zanacca, Cenedese, Zanellato, Bernasconi, La Vecchia, Tebaldi, Zaidane, Boniforti, Cremonesi, Vigil Hidalgo, Boselli, Ferrari, Santopaolo, Conti, Fiorenza, Ba. All De Francesco.
ESPULSO: 16' st Parisi (I)
ARBITRO: De Giovanni di Milano.
ASSISTENTI: Fazzo di Milano, Nazar di Milano