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Under 14

Para di tutto, sforna assist ed è una saracinesca: il Milan ha un vero prodigio tra i pali

Il classe 2011 Alessandro Bogogna si sta distinguendo in rossonero grazie alle sue parate clamorose

Alessandro Bogogna

MILAN UNDER 14 • Alessandro Bogogna, portierone del Diavolo, sta facendo la differenza in rossonero da ormai qualche anno

Non un semplice portiere. Non un semplice numero uno. Perché essere speciali, peculiari, al giorno d'oggi fa la differenza. Non basta essere classici, ordinati. Bisogna avere quel pizzico di pazzia, che ti rende diverso e memorabile agli occhi di tutti. Insomma, in poche parole bisogna avere una personalità forte. Soprattutto se dai tuoi pali devi dirigere una squadra comunicando e difendendo. C'è chi lo definisce un ruolo ingrato, c'è chi lo definisce bellissimo e chi pensa sia un connubio tra le due cose. E Alessandro Bogogna, numero uno del Milan, incarna alla perfezione tutto questo...

UN PO' DI SANA FOLLIA

Per fare il portiere un po' matto lo devi essere. Perché per tuffarsi anche centinaia di volte durante una partita e prendersi delle colpe che a volte nemmeno si hanno, bisogna essere un po' pazzi. Ma forse meglio definire tutto questo con una sola parola: personalità. Quella che di certo non manca (e non è mai mancata) ad Alessandro Bogogna, portiere classe 2011, in forza al Milan da ormai più di 7 anni. Ma andiamo per step e iniziamo dalle origini, quando un piccolo Alessandro di appena 6 anni calcava per le primissime volte il campo da calcio. E lo faceva non lontano da casa, nel Suno (ai tempi centro di formazione Inter), in provincia di Novara. Sono bastati 6 mesi di campo in squadra con i classe 2009 per attirare l'attenzione di Inter e Milan. Dopo qualche allenamento con i nerazzurri, la scelta è ricaduta sulla parte rossonera del naviglio.

Alessandro Bogogna qualche anno fa con la maglia del Milan

 

UN FALSO PROBLEMA

L'ossessione batte il talento. Ma nel caso ci fossero entrambe le cose, che si fa? Ogni giorno dalle 9 alle 21 tra scuola, pulmino per raggiungere il centro sportivo, allenamento in campo e in palestra. E nel tempo libero? Calcio, palestra, calcio, palestra. Il tutto alla ricerca di una perfezione, difficile (o impossibile forse) da raggiungere in ogni ruolo, tanto più nel suo. Ma è proprio questa continua ricerca di miglioramento che lo rende quello che è oggi: un gran prospetto in continua crescita. Forte con i piedi, gran senso della posizione, para rigori e fa assist ai compagni grazie alla precisione di cui è dotato: di cui uno iconico qualche tempo fa ad un certo Akram Jadid, ormai pedina fissa del Milan Under 15. Gran parte dei ringraziamenti vanno a Mirko Pigozzi, preparatore dei portieri delle giovanili del Milan, che ha posto in lui delle solide "fondamenta".

QUESTIONE DI VITA O DI MORTE

183 centimetri di pura esplosività al servizio del Diavolo. Che ha deciso di portarlo a fare esperienza anche con i classe 2010, con i quale ha esordito ufficialmente nella gara contro il Cittadella e "ufficiosamente" nei tornei estivi. Come nel Torneo D'Annunzio a Pescara, nel quale ha giocato da titolare nella semifinale e nella finale contro la Fiorentina. Quattordici anni non ancora compiuti, un premio come miglior portiere della Bracco Cup conquistato da pochi giorni e tantissima voglia di crescere con i colori rossoneri addosso. Con l'obiettivo di diventare il numero uno tra i numeri uno, difendendo la sua porta come se fosse questione di vita o di morte. Perché a volte un'eroe non ha bisogno di un mantello. Ha solo bisogno di un paio di guantoni...

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