Demetrio Albertini era presidente del settore tecnico dal gennaio 2019
Un pezzo da novanta come Demetrio Albertini lascia il suo incarico. Ed è come quando un allenatore di lungo corso decide di appendere il fischietto al chiodo: lascia un vuoto, ma anche un'opportunità di rinnovamento. Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), Gabriele Gravina, ha infatti annunciato ufficialmente le dimissioni di Albertini dalla presidenza del Settore Tecnico, ruolo che deteneva dal gennaio 2019, aprendo le porte a una riorganizzazione che potrebbe cambiare il volto del calcio italiano.
LA MOSSA DI GRAVINA: UN PROGETTO AMBIZIOSO Gravina non è certo uno che si accontenta di gestire l'ordinario. Durante una riunione con i consiglieri federali, ha svelato un piano che punta a riorganizzare tre macro-aree cruciali: il settore tecnico, il settore giovanile e Club Italia. «Ci sarà un nuovo organismo che metterà insieme questi tre elementi» ha spiegato con l'entusiasmo di chi vede il futuro del calcio italiano come un campo fertile pronto a essere coltivato. L'iniziativa è stata definita «innovativa e di valorizzazione dei nostri giovani», un segnale chiaro di quanto la FIGC voglia puntare sulle nuove generazioni.
ALBERTINI: UN ADDIO CHE È UN ARRIVEDERCI? Demetrio Albertini, un nome che evoca ricordi di eleganza in campo per i trascorsi da centrocampista, e di competenza fuori, ha deciso di rimettere il mandato, ritenendo concluso il suo progetto. Ma questo non è un addio definitivo. Gravina ha sottolineato l'importanza del lavoro svolto da Albertini dichiarando: «Demetrio ha concluso il suo progetto, pensando così di rassegnare le sue dimissioni anche per non intralciare il lavoro futuro». Eppure, il presidente non chiude la porta a un futuro coinvolgimento dell'ex bandiera del Milan, evidenziando la volontà di non disperdere «un'energia così effervescente».
IL CONTESTO: UNA FIGC IN EVOLUZIONE La decisione di Albertini si inserisce nel più ampio contesto della ricandidatura di Gravina, che nel suo programma aveva già accennato alla necessità di una rivisitazione degli assetti organizzativi interni alla FIGC. È un segnale di rinnovamento che guarda con attenzione alle nuove generazioni e alle prospettive future del calcio italiano. Con la scadenza delle cariche quadriennali in arrivo e il rinnovo previsto per giugno, la FIGC si prepara a una nuova era, un po' come una squadra che, dopo aver chiuso un ciclo, si appresta a ripartire con forze fresche e idee nuove.
UN FUTURO TUTTO DA SCRIVERE La riorganizzazione annunciata da Gravina è un'opportunità per riscrivere le regole del gioco, puntando su una struttura più integrata e moderna. L'obiettivo è chiaro: creare un sistema che sappia valorizzare i talenti emergenti e che possa competere ai massimi livelli internazionali. Sarà un percorso lungo e non privo di sfide, ma le premesse sono quelle di un progetto ambizioso che potrebbe riportare il calcio italiano ai fasti di un tempo. E chissà, magari in futuro vedremo un Albertini tornare in campo, questa volta non con gli scarpini ai piedi, ma con un ruolo ancora più strategico.
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