Roberto Romei debuttò in Serie A con la Sampdoria nella stagione 1974-1975 e nei Professionisti giocò anche con Alessandria, Pistoiese, Pescara e Savona
Era stato l'alfiere di un calcio di quelli decisamente più vicini ai tifosi dei tempi attuali, e di quelli in cui il merito veniva premiato dalle prestazioni sul campo. Tant'è che aveva debuttato in Serie A per poi svolgere un'onesta carriera tra Serie B e Serie C. Per questo in tanti tra gli appassionati di calcio degli anni '70 e '80 sono rimasti colpiti nella giornata di venerdì 4 per la scomparsa di Roberto Romei, difensore classe 1957 nato a Genova e idolo della tifoseria della Sampdoria e giocatore cresciuto nel settore giovanile blucerchiato. Conclusa la carriera sul campo era diventato imprenditore nel settore dell'idraulica affiancando a questo l'attività di commentatore televisivo in ambito calcistico.
Difensore terzino di ruolo, secondo l'interpretazione antica della posizione in campo più a livello di copertura che non di spinta, si era distinto da subito per il grande temperamento sul rettangolo di gioco oltre che l'irruenza negli interventi. Tratti che ci vorrebbero di più nel calcio odierno, troppo spesso orientato a tutelare l'attaccante a discapito del difensore. Dopo aver svolto la trafila nel settore giovanile della Sampdoria era riuscito a debuttare in Serie A nella stagione 1974-1975 da titolare in un Sampdoria-Fiorentina del 18 maggio 1975 finito 3-4, schierato dal tecnico Giulio Corsini in un 11 di partenza che vedeva all'opera anche Marcello Lippi, futuro CT della Nazionale Campione del Mondo nel 2006.
Poi, dopo una stagione senza presenze in prima squadra, ecco 2 anni in prestito in campionati di categoria inferiore per farsi le ossa, com'era pratica dell'epoca. A differenza di non pochi casi del pallone moderno dove giocatori che hanno ancora tutto da dimostrare fanno capricci per scendere in prestito anche solo in Serie B per giocare di più. La carriera di Romei fa dunque tappa ad Alessandria nella stagione 1976-1977 in Serie C e nel campionato successivo il difensore ligure risale in Serie B con la Pistoiese. Nel 1978 ecco il ritorno alla casa madre Sampdoria dove il classe 1957 inizia a venire impiegato con continuità dai tecnici che si avvincendano sulla panchina blucerchiata nelle successive 2 stagioni, vale a dire Giorgio Canali, Lamberto Giorgis e Lauro Toneatto.
Sono anni tra i più difficili nella storia della Sampdoria, che prima nel campionato 1978-1979 termina al 9° posto, poi nella stagione successiva conclude al 7° posto in quella che è la prima annata da presidente di Paolo Mantovani, patron dello storico Scudetto doriano della stagione 1990-1991. Ma è proprio in queste 2 stagioni che Roberto Romei diventa un grande idolo della Sud, tanto da venire soprannominato «Picchia» dai tifosi, che ne apprezzano sempre il grande temperamento una volta impiegato sul rettangolo verde. Nell'estate del 1980 arriva il distaccamento dalla Sampdoria con la cessione al Pescara che vede in panchina Aldo Agroppi, all'epoca al primo incarico in prima squadra. Dopo un 6° e un 20° posto che implica una retrocessione in C1 Romei resta in Abruzzo anche in terza serie ed è tra i protagonisti del ritorno in B nella stagione 1982-1983 con il 2° posto in campionati agli ordini di «Tom» Rosati.
Il difensore genovese però tornerà in Liguria nella stagione successiva per giocare con il Savona nel campionato di Serie C2. Infine la discesa tra i Dilettanti e la chiusura ad Imperia con un 2° posto in Interregionale. La sua avventura nel mondo del calcio era continuata poi come commentatore televisivo in emittenti liguri. In tempi più attuali si era dedicato a seguire la figlia Giorgia, nuotatrice classe 2000 di alto livello in ambito nazionale. Roberto Romei era il tipico tifoso che riesce a diventare giocatore della squadra che ama. E per questo da alcune ore è ricordato con affetto dai supporters doriani e lo sarà per sempre. I suoi funerali si terranno lunedì 7 alle 15 nella chiesa di Savignone, comune della città metropolitana di Genova.
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