FOGGIA SERIE C - Luciano Zauri allena i «Satanelli» dal novembre 2024
Chi avrebbe mai immaginato che una squadra dicalcio potesse trovarsi a gestire da sola una trasferta, come un gruppo di amici che decidono di partire per una gita fuori porta? Eppure, è esattamente ciò che sta accadendo al Foggia, una squadra che, in assenza di una guida presidenziale, ha deciso di prendere in mano le redini del proprio destino, almeno per quanto riguarda la logistica delle trasferte. Il nocciolo della questione è la trasferta di Crotone di lunedì 14 alle 20.30, valida per la terz'ultima di campionato del Girone C di Serie C. E si tratta di un momento davvero difficile da digerire per un club di cui tutti ricordano gli antichi fasti in Serie A di circa 30 anni fa, mai più ripetuti in tempi recenti.
LA SCELTA DELL'AUTOGESTIONE: UN ATTO DI RIBELLIONE O DI NECESSITÀ? Tutto è iniziato con l'annuncio del presidente Nicola Canonico il 31 marzo scorso, quando ha formalmente rinunciato alla gestione del club. Un disimpegno che ha lasciato un vuoto gestionale, creando un clima di malessere all'interno del club pugliese. Un colpo di scena che ha lasciato i giocatori e lo staff tecnico in una situazione di autogestione. In un mondo dove il calcio è spesso sinonimo di organizzazione millimetrica e controllo totale, vedere una squadra prendere decisioni in modo autonomo è un segnale forte e chiaro di unità e determinazione. Vedere i giocatori del Foggia farsi carico delle spese per il ritiro pre-partita è come assistere a un attaccante che decide di fare il portiere.
LA TRASFERTA DI CROTONE: UN VIAGGIO TRA SACRIFICI E SOLIDARIETÀ Il viaggio verso Crotone è stato programmato per lunedì mattina, ma i rossoneri, stanchi dei recenti viaggi last minute come quello di Biella per sfidare la Juventus Under 23, hanno deciso di anticipare la partenza a domenica, dopo la rifinitura. Una scelta che ha comportato un sacrificio economico non indifferente: i giocatori hanno deciso di pagare di tasca propria il pernottamento a Crotone. Un gesto che va oltre il semplice spirito di squadra, dimostrando una solidarietà e una coesione che raramente si vedono nel calcio professionistico. Ma la situazione è purtroppo di quelle che si ripetono talvolta quando non dovrebbero succedere.
L'IMPORTANZA DEL GRUPPO: QUANDO L'UNIONE FA LA FORZA In un momento di difficoltà, il gruppo si è stretto attorno al direttore sportivo Luca Leone e al tecnico Luciano Zauri, dimostrando che, nonostante le avversità, l'unione può davvero fare la forza. È un po' come quando, in campo, una squadra si trova in inferiorità numerica e riesce comunque a tenere testa all'avversario grazie alla compattezza e alla determinazione. Questa esperienza potrebbe rivelarsi un punto di svolta per il Foggia, un'opportunità per rafforzare ulteriormente i legami interni e dimostrare che il calcio è molto più di un semplice gioco. Un appoggio che dimostra come, a volte, le vere alleanze si formino lontano dai riflettori delle stanze dei bottoni.
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