Under 18
24 Aprile 2025
Under 18 - Yago Goulart, ala offensiva classe 2007 del Sassuolo Under 18.
Che cos'hanno in comune il Duomo di Milano e il Cristo Redentore di Rio de Janeiro? Entrambi sono il monumento simbolo delle due case di Yago Goulart, ala offensiva italo-brasiliana dal talento sconfinato del Sassuolo Under 18 classe 2007. La sua storia ripercorre le radici delle sue origini, quelle della famiglia a cui è legato fortemente, fino ad arrivare al suo sogno - mica banale - di diventare uno dei più grandi calciatori di sempre, prendendo come modelli d'ispirazione due come Neymar e Vinicius.
Velocità funambolica, dribbling ubriacante, tecnica da joga bonito - per dirla alla brasiliana - e un vero e proprio culto verso l'uno contro uno. In effetti, Yago ha il verdeoro nel sangue: i suoi genitori, Maicol - ex calciatore - e Juliana, sono provenienti dal sud del Brasile, trasferitosi successivamente in Lombardia, prima a Milano - dove Yago nasce - e poi, precisamente a Maleo, un piccolo paesino in provincia di Lodi, in cui il talentino classe 2007 inizia a splendere per i campi. I primi gol li segna con la squadra della sua città, il Gerundia Football, poi nell'AS Pizzighettone e, finalmente, la chiamata della prima Prof: la Pergolettese, con cui si lega per tre anni tra Pulcini ed Esordienti. A Crema fa brillare gli occhi di tutti, in particolarmente quelli dei dirigenti del Piacenza, che non ci pensano due volte e, nel 2018, lo portano alla base dopo un lungo corteggiamento. Con i biancorossi passa tre annate di grande crescita tra mille difficoltà causa Covid, fondamentale in questo contesto la figura del suo ex allenatore, Alessandro Bescapè: «Bescapè è stato importante durante il mio ultimo anno, prima che andassi via. Mi ha dato tantissima fiducia e libertà, anche in campo, così io riuscivo ad esprimermi al meglio». Proprio durante la sua ultima stagione a Piacenza, arriva il definitivo exploit di Yago: «Per via della pandemia abbiamo giocato solo tre partite di campionato - racconta - ma in quelle ho segnato tre gol - tra cui uno anche al Sassuolo - e da quel momento è arrivata qualche chiamata». E che chiamate: i mesi di provini con la Juventus, il Milan e il Parma, ma anche gli interessi concreti di Bologna e Spal. A vincere la concorrenza è proprio il Sassuolo, a cui Yago aveva fatto male pochi mesi prima, che lo ingaggia per l'Under 15, in cui trova il suo attuale tecnico in Under 18 Cris Gilioli: «Ho scelto il Sassuolo inizialmente perché credo che abbia uno dei migliori settori giovanili in Italia; in secondo luogo, volevo provare l'esperienza fuori da casa. A distanza di qualche anno, penso che sia stata la decisione più giusta per me, sono maturato tanto ed in fretta».
Prima del calcio, per Yago, c'è soprattutto la famiglia. Il suo idolo? Niente Messi e Ronaldo, ma suo papà Maicol: «Come persona mi ispiro a mio padre Maicol, che mi ha anche trasmesso la passione per questo sport. Giocava in Serie B brasiliana con il Caxias e ha anche affrontato calciatori del calibro di Kakà. Cerco di carpire al massimo ogni suo consiglio, lui ha una conoscenza immensa di questo sport». Non passano inosservati nemmeno i tanti sforzi dei suoi genitori, che un giorno vorrebbe ripagare: «I miei genitori vengono sempre a vedermi, anche se gioco in trasferta. Per me la famiglia è tutto: io gioco a calcio anche per loro.Vorrei ripagare ogni sacrificio che hanno fatto per me». Una legge non scritta di ogni sport è quella che, prima di essere dei campioni all'interno del terreno di gioco, lo bisogna essere fuori. Yago lo sa bene: «Due elementi imprescindibili della mia vita sono la religione e la carità. La fede mi dà una forza immensa per vivere, è tutto per me. Poi, cerco di aiutare più persone possibili, specialmente le più bisognose, facendo della beneficienza».
Di scelte importanti, Yago, ne ha prese parecchie. Una delle più delicate, però, potrebbe essere quella della nazionale da rappresentare. Davanti al lui, un bivio: l'Italia o il Brasile, come detto. «Come stile di gioco mi reputo un giocatore brasiliano ma, semmai dovessi scegliere, credo che opterei per la nazionale italiana, sia per una questione di appartenenza, perché è il luogo dove sono nato e cresciuto, sia per una ragione di caratteristiche. Penso, infatti, che potrei essere un giocatore diverso rispetto agli altri, uno che ama saltare l'uomo; in Brasile, calciatori così, ce ne sono tantissimi, qui in Italia mancano un po' e potrei portare qualcosa di nuovo». Un piccolo Neymar con la maglia azzurra sarebbe il sogno di ogni bambino e bambina (e non solo) che amano il calcio. Chissà.
Sogni che Yago vuole trasformare in realtà. Se non conoscete il significato di ambizione e voglia di migliorarsi, chiedete a lui: «Ho tanti obiettivi, il più importante è quello di essere un calciatore davvero conosciuto, uno dei più forti al mondo e, magari, della storia. Non solo dentro al campo, ma anche fuori. Mi alleno duramente per ore ogni giorno, anche in estate, per provare a raggiungerli».
Il primo step importante per arrivare a quei traguardi lo sta facendo a Reggio Emilia con il Sassuolo. Anche il passaggio alla Futura Sports, una delle agenzie di procuratori più importanti ed attive in Italia, soprattutto per quanto riguarda il settore giovanile, va verso questa direzione. In queste cinque, tante, stagioni, Goulart si è tolto tanti sfizi, sia di squadra che personali. Ad esempio, conquistare ogni anno i playoff (a parte quest'anno, i neroverdi sono a rischio al nono posto in classifica), partecipare all'ultimo Torneo di Viareggio con la Primavera arrivando fino alle semifinali, ma anche colpire ed affondare con qualche magia delle sue Inter e Torino. Due momenti memorabili per lui e per tutto il Sassuolo: nel primo caso, contro i nerazzurri, subentra nella ripresa quando i ragazzi di Gilioli stanno perdendo 3-0. Quando entra, in meno di mezz'ora, conquista due rigori decisivi. Nella prima azione, si libera con un tunnel elegantissimo di Cerpelletti, entra in area, Zarate lo colpisce fallosamente in area, dove dal dischetto Ardizzone, però, viene bloccato da Taho tra i pali. Nel mezzo le reti di Chiricallo e Sibilano portano ad una sola lunghezza il Sassuolo dall'Inter, poi al'36' so ripete: lascia sul posto Nenna in velocità ma, ancora una volta dentro area, viene travolto da Mantini: altro rigore, Ardizzone non sbaglia più.
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Nel secondo caso, invece, contro il Toro, segna la rete del momentaneo 2-1, raccogliendo la palla direttamente da metà campo, cavalca qualche metro e salta secco Gatto; si defila leggermente sulla sinistra, entra in area, si accentra sul destro e battezza Anino sul secondo palo con un destro al bacio. Tre giocate da fuoriclasse, in cui sono racchiuse imprevedibilità, estro e magia: «In allenamento provo tanto l'uno contro uno, ma queste giocate penso che nascano dal mio istinto: quando ho tra i piedi il pallone cerco sempre e solo di giocare in avanti, voglio far divertire la mia gente. Il calcio è anche questo, voglio far divertire la mia gente e mettere in campo quella che, noi brasiliani, chiamiamo "ginga"».
In scadenza di contratto a giugno, Goulart è concentrato sul finale di stagione con il suo Sassuolo (al 9° posto in Under 18), che cerca un'impresa per acciuffare i playoff, senza però nascondere il suo fascino per la Spagna: «Penso di fare bene questa partire e provare a portare più in alto possibile la squadra. In un futuro sogno di giocare all'estero, mi piace molto la Spagna perché guardano più la tecnica e le abilità rispetto al fisico. Ammiro Neymar e Vinicius, che sono due dei modelli a cui mi ispiro».
Un talento in rampa di lancio e dal talento smisurato, Goulart trascina il Sassuolo con le sue giocate (im)possibili con l'obiettivo di diventare uno dei più forti al mondo. Insomma, ambizione ne abbiamo, determinazione e qualità parecchia, senza dimenticarsi della disciplina ed umiltà. I presupposti per sfondare ci sono tutti.