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«Vuoi giocare? Per meno di 30mila euro non se ne parla», la rivelazione choc in diretta TV

Un servizio de Le Iene fa emergere una pratica purtroppo diffusa nel mondo del calcio giovanile Professionistico

INCHIESTA IENE - SALVATORE BAGNI

Il calcio, si sa, è il gioco più bello del mondo. Ma cosa succede quando il sogno di diventare un calciatore professionista viene praticamente messo all'asta? Nulla che purtroppo non si sapesse già (e non certo da oggi, ma da anni ndr). È questa la domanda che ci si pone dopo l'esplosiva inchiesta de Le Iene, andata in onda in prima serata martedì 13 su Italia 1, che ha gettato luce su un lato oscuro del calcio giovanile italiano. Un servizio che ha il sapore di un giallo, ma che purtroppo racconta una realtà ben più amara e che coinvolge non pochi ragazzi.

IL RETROSCENA CHE NESSUNO SI ASPETTAVA
Nel cuore dell'inchiesta, curata da Luca Sgarbi e Claudio Bongiovanni, c'è Salvatore Bagni, un nome che evoca ricordi di grandi battaglie a centrocampo con le maglie di Napoli e Inter, anche al fianco di Diego Armando Maradona. Oggi, però, Bagni è al centro di un polverone mediatico per il suo ruolo nello scouting di giovani talenti. Ma non parliamo di un normale scouting: qui, il talento sembra passare in secondo piano rispetto al denaro. Bagni, con una franchezza disarmante, ha spiegato come funziona il sistema all'inviato de Le Iene, fintosi fratello di un giocatore interessato a fare il Professionista: «Noi abbiamo quest’agenzia nostra io e mio figlio... ma tutti quelli che non cerchiamo noi, noi ci facciamo pagare. Meno di 30 mila euro non facciamo con nessuno». Una dichiarazione che suona come un calcio di rigore tirato fuori dallo stadio. Soprattutto perchè si parla di cifre importanti.



UN SISTEMA CHE LASCIA A BOCCA APERTA
Le rivelazioni di Bagni non si fermano qui. Con un candore che lascia sbigottiti, sempre all'inviato de Le Iene, parla di una rete di contatti e favori che gli permetterebbe di piazzare ragazzi in diverse squadre: «Tutti mi devono qualcosa, per quello che li piazzo da tutte le parti». Un sistema che sembra più un gioco di scacchi, dove ogni mossa è calcolata e ogni pedina ha un prezzo. Ma ciò che colpisce di più è l'assenza totale di valutazioni tecniche. L'unico criterio? Il cash. In un mondo dove il talento dovrebbe essere la moneta di scambio, qui è il denaro a farla da padrone.

LE REAZIONI E LE CONSEGUENZE
L'inchiesta ha scosso il mondo del calcio italiano, sollevando un tema delicato e profondamente preoccupante. Le parole di Bagni, che sembrano quasi una confessione, hanno innescato un dibattito acceso. Un direttore sportivo di una squadra di Serie C è stato tirato in ballo e ha dichiarato: «La nostra fortuna è che io non nascondo niente perché la mia società è al corrente di tutto». Ma la domanda che tutti si pongono è: come si può speculare sui sogni dei giovani? Bagni, messo alle strette, ha lasciato la questione in sospeso, senza fornire una giustificazione chiara. E mentre il servizio si è chiuso, la sensazione è che questa storia e questo modo di fare siano solo la punta dell'iceberg. Perchè appunto trattasi di cose di cui nel «sottobosco» calcistico si parla da anni. 

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