Dopo 252 giorni di imbattibilità, la Juventus cade. Una Juve che sembrava invincibile deve fare i conti con l’Atalanta, la prima sconfitta della stagione bianconera è pesantissima: il 2-3 finale in favore dei bergamaschi interrompe bruscamente il sogno scudetto di Madama, che dopo un campionato dominato, esce ai quarti di finale dei playoff. Non bastano le reti di Gabriele Tufaro e Matteo Rolando, la Dea mette le ali e, dopo essere stata due volte in svantaggio, rimonta con l'eurogol di Jeff Odje e la doppietta decisiva del capitano Nicola Cappellato, volando così in semifinale, dove incontrerà l'Inter.
Botta e risposta
L'approccio della Juve è chiaro a tutti sin dall'inizio: come dice il motto storico, l'unica cosa che conta è vincere. Passano solo 3' e i bianconeri sfiorano il vantaggio su un errore dell'Atalanta: El Hafid perde un pallone sanguinoso davanti all'area, Rolando ringrazia e scambia subito con Salvai, che con un mezzo esterno becca in pieno la traversa. Quella di Vinovo, è una Juve che gioca con due tocchi, rapidi e veloci, e che mandano in tilt la difesa nerazzurra. La Dea prova a rispondere con qualche sgasata sulle fasce, in particolar modo su quella mancina composta da Odje ed Edomwnoyi, che fanno valere i propri motori e con la solita costruzione dal basso che, a parte qualche bell'uscita, non porta particolari vantaggi. La Juventus è pericolosa anche dai piazzati: sulla destra Samà batte a rientrare una bella punizione, dopo una serie di carambole, la palla arriva sui piedi di Tufaro, che chiude il sinistro e per pochissimi centimetri non trova il secondo palo. Ma quello di Tufaro è solo la prima pregustazione al gol, il secondo tentantivo al 13' è vincente: lancio lungo dalle retrovie di Balbo, il 7 aggancia definato a sinistra, entra in area e, incrociando la conclusione, mette la sfera in buca d'angolo, battendo Rondelli. La Juve passa in vantaggio e prova a fare subito il secondo. Occasionissima fotocopia dell'1-0 al 22': Balbo lancia, dai e vai tra Salvai e Rolando, che nell'area piccola apre il destro e la palla dà un bacino al palo. Secondo legno per la Juve.
Dopo una mezz'ora di sofferenza, l'Atalanta prova ad uscire dal pressing con la qualità di Cappellato, che al 29' conquista un corner d'oro sul lato destro del campo. È un angolo prezioso perché, se Brostic riesce a smanacciate la battuta con i guantoni, Odje colpisce la sfera uscente dall'area di prima e la mette sotto il sette sul primo palo. È un gol clamoroso, bellissimo, ma soprattutto importantissimo poiché vale il momentaneo pareggio. All'Atalanta, tuttavia, serve necessariamente vincere per volare in semifinale. Dopo il pari la Dea inizia a spingere: Edomwnoyi dopo un super "dai e vai" con Cappellatto, sfiora l'1-2 al 33', ma non riesce a tenere bassa la sua conclusione tentata con il sinistro, piede debole. Il primo tempo si chiude con una grande occasione di Salvai, murata dalla difesa. Allo stesso tempo, i bergamaschi crescono di intensità e tengono tutto ancora apertissimo.
«Un capitano, c'è solo un capitano!»
La ripresa dei giochi non smentisce i pronostici. L'Atalanta ricomincia come aveva terminato, cioè spingendo sull'acceleratore. Prima di capire com'è avvenuta la rimonta folle della Dea, bisogna procedere per step. Dall'altro lato c'è una squadra imbattuta da 8 mesi e capace di far male da un momento all'altro. E così succede: cavalcata improvvisa sulla sinistra di Rolando, a tu per tu con Rondelli lo buca con un gran mancino potente diretto sul primo palo all'11'. La Dea deve ripartire con il piglio giusto, per farlo si affida a due dei suoi uomini più coinvolti in fase offensiva, la coppia Edomwnoyi-Cappellato. Il binomio si ripropone in area al 17': Edomwnoyi appoggia sul dischetto per il capitano atalantino che, con un colpo in stile calcetto con la punta del mancino, prende le misure con il righello e la piazza di precisione sul palo alla sinistra del portiere. Nel giro di cinque minuti, si ritorna sul binario dell'equilibrio con lo stesso punteggio di Bergamo. Esposito richiama forze fresche dalla panchina, fuori Pansera per Ghezzi e soprattutto Torrente al posto di Meyou, che si mette largo a destra. È una partita infinita, in cui iniziano a vedersi i primi tratti di stanchezza. Sfruttare i contropiedi, dunque, potrebbe diventare una chiave Per passare in vantaggio.
Da una parte, tenta di farlo la Juve al 20': conduce la ripartenza Tufaro, arriva sulla trequarti e apre per Rastello, che prova a sorprendere Rondelli con un pallonetto a giro, ma la traversa lo salva. Conto dei legni colpiti dalla Juve: 3. Dall'altro lato, invece, ci prova - con successo - l'Atalanta al 30': galoppata del solito Odje, entra in area e viene sgambettato dal neo entrato Berthe. L'arbitro Cazacu di Albenga vede tutto, anche dalle tribune il fallo sembra netto. Dagli 11 metri, Cappellato calcia centrale, Brostic si tuffa e il 10 non sbaglia come all'andata. Esultanza sfrenata del capitano, che prima mostra lo stemma sulla maglietta e poi il cuore con le mani. Ora la salita si fa ripida per la Juve, che vede scorrere i minuti sul cronometro. Il tempo fugge, anche le idee vengono meno: i bianconeri sbagliano la maggior parte delle scelte, provando ad attaccare perlopiù con cross leggibili e prevedibili. Pamé e Ndiaye, in pieno recupero, si mangiano le palle del possibile vantaggio a pochi passi dal portiere.
Non c'è più niente da fare per la Juve, che dopo essere stata in vantaggio per ben due volte, non riesce - con tanta amarezza e delusione, anche per le aspettative che si avevano su questa grande squadra - a sigillare il passaggio del turno, interrompendo il lungo periodo di imbattibilità. La grande rimonta dell'Atalanta - che ha mostrato cuore e grinta - vale l'accesso alle semifinali, dove incontrerà l'Inter. In finale, quindi, ci sarà sicuramente almeno una squadra lombarda. In campionato, i nerazzurri di Milano hanno fatto due su due contro la Dea, battendola sia all'andata (1-4) che al ritorno (1-0).
IL TABELLINO
JUVENTUS-ATALANTA 2-3
RETI (1-0, 1-1, 2-1, 2-3): 13' Tufaro (J), 30' Odje (A), 11' st Rolando (J), 17' st Cappellato (A), 31' st rig. Cappellato (A).
JUVENTUS (4-3-2-1): Brostic 6, Bonetti 6, Samà 6.5 (38' st Pal sv), Pioli 6, Balbo 6.5, Mosso 7 (26' st Berthé 5.5), Tufaro 7.5 (38' st Ndiaye sv), Rastello 6.5, Pamè 5.5, Rolando 7 (26' st Cotrone 6), Salvai 7. A disp. Repaci, Mondino, Fornero, Scaglia, Castagneri. All. Benesperi 5.
ATALANTA (4-3-3): Rondelli 6.5, Auteri 7, Odje 8, El Hafid 6.5, Kane 7.5, Gagliardi 6.5, Pansera 7 (12' st Meyou 6.5), Torrente 6.5 (12' st Ghezzi 6), Percassi 7, Cappellato 8.5, Edomwnoyi 7.5. A disp. Ghezzi, Muji, Palmieri, Casali, Ravasio, Pixner, Canavesi. All. Esposito 7.5.
ARBITRO: Cazacu di Albenga 6.5.
COLLABORATORI: Gallà di Pistoia e Ferretti di Pistoia.
AMMONITI: Rastello (J), Odje (A).
NOTE: Calci d'angolo 5-4 per la Juventus. Prima dell'inizio della gara, come da disposizioni FIGC, è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Giovanni (Nino) Benvenuti.
LE PAGELLE
JUVENTUS
Brostic 6 Non perfetto nell'uscita sull'angolo che ha poi favorito il gran gol di Odje, poi sul rigore è una sfida di nervi tra chi batte e chi è in porta. La sconfitta non è dipesa totalmente da lui, anche se avrebbe potuto e dovuto fare meglio.
Bonetti 6
Edomwnoyi gli fa venire il mal di testa. Passa 90' ad inseguirlo, nella speranza di fermarlo o, meglio, allontanarlo più possibile dall'area di rigore. Soprattutto, il terzino della Juve, fatica nella lettura sui tagli dell'esterno dell'Atalanta, che con i suoi continui tagli mette in difficoltà l'intero reparto difensivo.
Samà 6.5 Spinta e pericolosità anche da fermo, visto che s'incarica spesso dei piazzati. Tiene bene a bada Torrente che, tra le fila della Dea, è forse colui meno trovato nella manovra. Tanto del merito è del 3 bianconero. Quando entra Meyou, invece, fatica, anche a causa della stanchezza.
38' st Pal sv
Pioli 6 Inizia come difensore centrale sulla sinistra, finisce come mediano davanti alla difesa dopo l'uscita di Mosso. Dietro fatica leggermente, soprattutto sul duello corpo a corpo con Percassi, ma se la cava. Troppo poco tempo, invece, sulla mediana per valutare la sua prestazione.
Balbo 6.5 Eredita la fascia da capitano da Ghiotto e si fa valere, condendo la sua prestazione anche con un assist per il primo gol di Tufaro. È palese che la tattica del lancio lungo sia studiata in allenamento, infatti anche poco più tardi rischia di essere decisiva. Qualche problemino in più nel duello con Percassi, che in qualche modo riesce a contenere lontano dall'area.
Mosso 7 Muove e nasconde il pallone agli avversari con immensa qualità. Gestisce a modo suo il ritmo della manovra della squadra, che riesce a girare grazie ai suoi tempi da metronomo. Peccato per l'infortunio, senza di lui la Juve ha perso quell'intelligenza calcistica negli ultimi minuti, fondamentale per congelare il risultato.
26' st Berthé 5.5 Entra e dopo due minuti commette il fallo che compromette la partita, sgambettando in netto ritardo Ojde. Una prestazione in salita sin dall'inizio.
Tufaro 7.5 Il migliore in campo della Juve veste la numero 7 sulle spalle. Un gol, un palo, un mezzo assist per Rastello che ha colpito una traversa. In ogni azione pericolosa, c'è il suo zampino. Il suo mancino brilla, la rete segnata è bella sin dall'aggancio fino alla conclusione incrociata. È l'ultimo dei responsabili di questa sconfitta.
38' st Ndiaye sv
Rastello 6.5 Potremmo dividere la sua prestazione esattamentecon i due tempi: durante il primo argina bene le avanzate di Cappellato tra le linee; nel secondo, invece, il 10 atalantino non lascia più tracce ed inizia a faticare. Colpisce una traversa con un pallonetto geniale, ma la fortuna non gli sorride.
Pamè 5.5 Kane se l'è messo in tasca e da lì non è più uscito. Prova a decentrarsi sempre per staccarsi dall'uomo, che però lo segue e gli sta sempre addosso. I pochi palloni che tocca o li perde o li gioca con troppa fretta. Non mancano ovviamente alcune giocate intelligenti, sta di fatto che un giocatore come lui, con tale fisicità e spessore, avrebbe dovuto essere cinico e spietato sotto porta, soprattutto in una partita di questo genere.
Rolando 7 Possiede un cambio di passo impressionante, proprio così riesce a liberarsi e a trarre in inganno la difesa in occasione del momentaneo 2-1. Sulla trequarti è uno dei maggiori pericoli, si sarebbe meritato qualcosina in più.
26' st Cotrone 6 Un colpo di tacco dentro l'area e poco più. L'ingresso del 20 avrebbe dovuto creare scompiglio in area, ma gli spazi centrali sono intasati e lui ne risente.
Salvai 7 In questa categoria c'entra poco. Fa sembrare giocate dal coefficiente di difficoltà elevatissimo davvero semplici. Con uno o due tocchi, con la suola o con l'esterno, riesce a nascondere la sfera agli avversari, che manda sempre in ritardo con qualche suo colpo. Prende una traversa nei primi istanti di gara che ancora sta tremando, davanti ha provato, come al solito, a seminare il panico.
All. Benesperi 5 Una squadra così, che non ha mai perso in campionato e che ha sempre dato l'impressione di gestire a proprio piacimento ogni partita, avrebbe dovuto puntare almeno alle semifinali. Resta tanto rammarico, soprattutto nel modo in cui è stato affrontato il secondo tempo e i minuti conclusivi dello stesso.
ATALANTA
Rondelli 6.5 Alla fin fine, tra legni colpiti e tiri fuori, si sporca poche volte i guantoni. Prezioso nei minuti conclusivi, quando si fa grande sulle uscite e blocca a sé tutti i palloni, giocando intelligentemente e furbescamente con il cronometro. Ottimo anche con la palla tra i piedi: la prima costruzione dal basso della Dea passa sempre da lui.
Auteri 7 Sebbene Tufaro e Rolando da quella parte se ne vadano spesso, non smette mai di rimanere concentrato sulla fase difensiva. Con Odje che dall'altra parte sembra un'ala offensiva, deve equilibrare la linea rimanendo piuttosto bloccato: proprio questa è stata la chiave per liberare il terzino dall'altra parte, i risultati si sono visti.
Odje 8 Dopo questa partita chissà se verrà incoronato re di Bergamo. Immenso. Sulla sinistra è un treno instancabile ed infermabile. Segna un gol clamoroso, di prima sugli sviluppi di un corner, insaccando sotto il sette; nella ripresa, poi, grazie ad una delle sue sovrapposizioni, conquista il rigore. Non è solo attacco, ma soprattutto difesa: grazie alle sue abilità nella riconquista del pallone, l'Atalanta può permettersi di ribaltare il fronte offensivo in una frazione di secondo. Bonetti se lo sognerà la notte.
El Hafid 6.5 A parte un rischio enorme che si prende ad inizio partita a causa di un errore in costruzione, regalando il pallone a Rolando, è la via per uscire dal pressing bianconero. Infatti, si fa trovare in vie centrali da Rondelli per poi allargare velocemente sulle fasce. Forse gioca troppi palloni indietro, ma la pressione della Juve, soprattutto nei primi 40', è alta.
Kane 7.5 È il più piccolo dei 22 in campo, eppure sembra un veterano. Annulla ogni tentativo di Pamé, che marca a uomo togliendogli quasi anche il fiato. Infatti, l'attaccante juventino, grazie al suo lavoro, è stato trovato sempre meno dai compagni, che dovevano passare per altri spazi. Perfetto.
Gagliardi 6.5 Offre il suo contributo a Kane nella marcatura su Pamé, ma la qualità in cui eccelle è quella della lettura delle seconde palle. Sempre posizionato in maniera perfetta in linea con i compagni, allontana efficacemente ogni pallone vagante in area, liberando dal possibile pericolo.
Pansera 7 Sul centrosinistra si vede soprattutto tra le linee. Abilissimo nel farsi trovare libero, sfruttando gli spazi lasciati da Tufaro, molto offensivo, riesce spesso a ribaltare il fronte con qualche conduzione palla. Nel secondo tempo, Esposito opta per più equilibrio e fisicità.
12' st Ghezzi 6 Con un'Atalanta a trazione ultra offensiva, è fondamentale per dare equilibrio ad un assetto spregiudicato in avanti e per vincere qualche duello aereo in mezzo al campo. Gioca la sfera in modo semplice, senza correre rischi.
Torrente 6.5 Probabilmente, nell'intero 11 della Dea, è colui che è stato meno ricercato dai compagni, che trovano più vie offensive sulla sinistra. Aiuta spesso Auteri nel raddoppio su Tufaro, poi davanti cerca di sprigionare il suo estro ma un ottimo Samà lo argina.
12' st Meyou 6.5 Con la difesa stanca era giusto provarlo. A partita in corso è un'arma in più. Cerca e riesce più volte a puntare e saltare Samà che, sulle gambe, fatica a prenderlo. Cambio azzeccatissimo.
Percassi 7 Il modo in cui gioca con la squadra è da far vedere nelle scuole calcio. A partire dalla protezione con il corpo del pallone, che riesce spesso a spizzare di testa o ad allargare velocemente con il destro. Perfetto anche nel guadagnare campo, prendendosi diversi falli preziosi. Non segna, ma fa girare l'intera Atalanta.
Cappellato 8.5 È l'uomo della provvidenza. Per calciare quel rigore, la cui palla pesava come un macigno, serviva la sua personalità. Il capitano batte centrale e fa vedere a tutti lo stemma della Dea, gelando il pubblico juventino. Trova anche il gol del 2-2 con una conclusione a mo'di calcetto, con la punta del mancino, che s'infila in buca d'angolo. Il 10 è una garanzia.
Edomwnoyi 7.5 Le sue falcate mettono in apprensione Bonetti, che deve farsi in quattro per provare a fermarlo. Sul lungo è imprendibile, quando gioca per vie centrali s'inventa sempre qualcosa, come l'assist per il 2-2 firmato Cappellato. Sulla sinistra è una spina nel fianco per l'intera difesa juventina.
All. Esposito 7.5 Batte per la prima volta la Juve, facendo veramente uno di quei colpacci che si ricorderanno a lungo. Dopo essere stati sotto per ben due volte, i suoi ragazzi si rialzano, mostrano l'orgoglio e rimontano, dimostrandosi i più bravi e guardando le semifinali contro l'Inter. Se il sogno tricolore è ancora vivo, lui ne sa qualcosa.