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Primavera 1

Le magie di Berenbruch, il golazo di Lavelli e i miracoli di Calligaris: l'Inter è Campione d'Italia!

Al Viola Park scende in campo una sola squadra: quella di Zanchetta, che vince all'esordio sulla panchina della Primavera

Forse modi migliori per vincere uno Scudetto non ce ne sono. Per alcuni semplici motivi. Il primo, perché vinci rifilando un 3-0 netto alla Fiorentina in casa sua, al Viola Park. Il secondo, perché lo fai al primo anno sulla panchina della Primavera dell'Inter. Il terzo, perché è l'11º Scudetto che entra nella bacheca nerazzurra. Prima Bovo in una mischia, poi Berenbruch dalla distanza, infine Lavelli da bomber vero. La risposta a qualsiasi domanda è no, modi migliori non ce ne sono. L'Inter di Andrea Zanchetta si laurea Campione d'Italia della stagione 2024/25.

LE PAGELLE

INTER

Calligaris 7 Il supereroe nerazzurro anche questa sera è chiamato a fare miracoli. Rispetto ai rigori parati e i miracoli contro il Sassuolo in semifinale oggi ha subito un pochino meno. Certo, la traversa di Rubino ha fatto tremare un po’ tutti. Così come il tiro da fuori di Braschi su cui è arrivato in allungo su Ma la sua rete resta illibata…

Aidoo 6.5 Cavallo di razza sulla destra. Cavalca la fascia con coraggio, audacia e forza, tanta forza fisica. Uomo di fiducia di Zanchetta, anche oggi non delude le aspettative con sprint clamorosi verso l’area di rigore avversaria. Non a caso è tra i giocatori più impiegati della stagione. Trattore.
19’ st Della Mora 6.5 Entra in partita con il piglio giusto. Quello con cui bisogna entrare in una finale, pur sapendo che non sarai il protagonista dal primo minuto. Tanta garra, tanta corsa. Subentra e aiuta la squadra con voglia, tanta voglia. Quella di vincere l'11º tricolore.
Re Cecconi 7.5 Colossale. Preciso. Perfetto per buoni tratti di gara. Dopo i due errori in semifinale contro il Sassuolo decide che può tornare ad essere il vero Re Cecconi. Quello con stile, quello con grinta, quello con classe. Prende traversa sull’azione che porta al gol dell’1-0, poi difende egregiamente.
Alexiou 6.5 In silenzio. Senza che nessuno lo veda o commenti troppo le sue gesta. Al buio, nell’ombra. Fa il suo e lo fa bene. Gestendo la squadra da capitano vero, sotto l'aspetto mentale e sotto l'aspetto tattico. È il ragionatore della squadra, quello fondamentale, quello che servirebbe in ogni spogliatoio.
Cocchi 7 Inizia la gara un po' in sordina, un po' assente con la testa. Poi, come ha dimostrato di saper fare, viene fuori. Lo fa con le sue solite galoppate sulla sinistra. Lo fa con le sue solite progressioni palla al piede. Lo fa con un assist clamoroso sul gol dello 0-2 di Berenbruch. Freccia.
Berenbruch 8 Sembra avere l’olio spalmato addosso. Scivola, sguizza tra gli avversari con estrema facilità, divincolandosi nella miglior maniera anche nei momenti più difficili. Batte il corner da cui poi nasce il gol dell’1-0. Non è certo una notizia, ma da oggi potete chiamarlo certamente “piede fino”. Assist? Non solo. Anche il gol, quello del raddoppio, quello della parziale sicurezza. Eroe.
Bovo 7.5 Geometra. Di quelli diplomati nelle migliori università. Di quelli che finiscono i corsi prima e si diplomano con largo anticipo, per poi scendere in campo e mettere in atto quanto imparato. Zanchetta lo preserva apposta per la finale, facendo la mossa giusta. Trova il quarto e ultimo gol della sua stagione nerazzurra, dopo una serie di rimpalli.
19’ st Zanchetta 7 Entra con cattiveria. Quella di chi non ha giocato dal primo minuto. Quella di chi voleva essere protagonista anche in quella partita. Tranquillo Mattia, ce l'hai fatta anche stavolta. L'assist per il tris di Lavelli parte dai suoi piedi, che strano caso...
Topalovic 6 Non quello di sempre. Non quello che ha segnato 9 gol in campionato. Non quello sempre preciso e su ogni palla. Sarà per la tensione che provoca la finale, sarà per mille altri fattori. Sta di fatto che quello che importava stasera era di terminare la gara con la medaglia d'oro al collo: fatto! (33’ st Venturini sv).
De Pieri 6.5 Possiede questa capacità di cadere e rialzarsi in un millisecondo. Sembra perdere uno scontro? Niente paura. Si rialzerà in un batter d’occhio e proseguirà la sua azione. Sempre pericoloso, sempre insidioso. Con velocità, tanti tocchi. Non riesce ad incidere come spesso ha fatto, ma è di certo l'uomo in più dei nerazzurri. (39’ st Pinotti sv).
Spinaccè 6 Gara di sacrificio. Quello che ti provoca ferite, urticazioni, dolore fisico. Un po' perché i difensori della Viola non lo facevano respirare con un pressing asfissiante. Un po' perché per proteggere palla o andarla a recuperare ha dovuto sgomitare parecchio. Gara da acciaccato, concluso da campione.
33’ st Lavelli 7.5 Il "Pocho". Con un gol da attaccante vero. Con un gol da bomber di razza. Fa un po' rimpiangere Zanchetta di non averlo schierato dall'inizio. Entra e segna, tra le altre cose un gol bellissimo. Salta di netto Kouadio con un doppio passo dopo l'imbucata di Zanchetta. Semplicemente Lavelli, semplicemente il Pocho.
Mosconi 6 Giocare una finale come più piccolo di tutti, roba per pochi. Fare la differenza per tutto il campionato, calcare il campo dal primo minuto nella finale Scudetto e giocare bene. Cose da Mosconi, cose per pochissimi eletti. Gioca con serietà e concretezza, chiamando sempre a sé la palla.
All. Zanchetta 8 Vincere lo Scudetto all'esordio in Primavera 1 con l'Inter? Pochi lo hanno fatto, pochi lo faranno. Domina in campionato, vince la finale e regala ai nerazzurri l'11º Scudetto. Christian Chivu, Stefano Vecchi, Andrea Stramaccioni, Vincenzo Esposito. Nomi a cui si aggiungerà quello di Andrea Zanchetta, entrato di diritto nella storia.


Gli 11 titolari dell'Inter nella finale Scudetto (foto inter.it)

FIORENTINA

Leonardelli 6 Sui gol non può fare molto, anzi. Vede per tre volte la palla entrare e toccare la rete, senza poter fare quasi niente. Rimanendo quasi a guardare, per forza di cose, perché molto altro non avrebbe potuto fare. Da incoronare la sua stagione, terminata con un po' di amarezza.
Kouadio 5
Sembra partire col ritmo giusto, poi si spegne. O meglio, si addormenta. Scoordinato nelle entrate, sbaglia tanto con i piedi e mette in campo una prestazione assolutamente non da lui. Sul gol del tris firmato da Lavelli subisce il doppio passo a campo aperto.
Baroncelli 6 Se quella girata di testa al 70’ fosse entrata, forse sarebbe stata un'altra partita. Ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Il più solido nel trio difensivo, che ha fatto un po' acqua nella seconda parte di gara. 
Romani 5.5 Sul primo gol dell'Inter prova a buttare la palla fuori dalla porta, ma non riesce. Sul bis firmato da Berenbruch se lo perde completamente, rimanendo a guardarlo. Inizia benino, con volontà. Termina male, come quasi peggio non poteva. (39’ st Puzzoli sv).
Trapani 6.5 Molta molta corsa. Molto molto sudore. Sacrificio e passione. Prova a spostare l'inerzia della partita con le sue giocate, ma oltre a recuperare qualche buon pallone riesce a far poco, complice una squadra un po' spenta alle sue spalle.
Gudelevicius 5.5 Va a pressare alto, affiancandosi quasi a Rubino nella fase di non possesso. Sembra faticare un po' troppo nel trovare la sua dimensione all'interno della partita, ma non solo. Anche nella posizione, lasciando la squadra un po' troppo scoperta.
1’ st Caprini 5.5 Uno degli uomini più attesi. Uno di quelli che ti possono cambiare le partite da un momento all'altro. Eppure niente. Niente di niente. Galloppa lo inserisce in campo per provare a svoltare, ma viene servito pochissimo e quando questo avviene, non riesce a fare la differenza.
Keita 6 Tiene insieme il centrocampo della Viola come può. Lo lega, lo tiene unito con delle funi, che però prima si sfibrano, poi si spezzano continuamente. Davanti alla difesa recupera palloni e fa da filtro, ma non riesce a fare la sua solita grande gara in impostazione. (16’ st Ievoli 5.5).
Harder 6.5 Scende tra i difensori per impostare il gioco, va alto in pressione e si inserisce tra i due attaccanti. Insomma, è un po' il tuttofare della Fiorentina. Giocatore completo, giocatore che, vista anche l'età, potrebbe davvero essere pronto per compiere quello step in più la prossima stagione: chi lo sa, magari in Serie A...
Scuderi 6.5 Corsa e agilità al servizio di Galloppa. Uno degli uomini più frizzanti dei toscani. Uno dei ragazzi che forse più di tutti ha messo l'anima per questa partita, per questa finalissima. Ci sarà modo di rifarsi, le qualità sono davvero ampie. (16’ st Balbo 6).
Rubino 7 Grandissimi colpi, da fenomeno vero. Quando si accende non ce n’è per nessuno. La traversa nel secondo tempo rimarrà un rimpianto per qualche settimana. Ma non c'è da preoccuparsi, nel calcio succede. E di finali Rubino, visto il talento, ne giocherà sicuramente un'altra miriade.
Tarantino 5 Non si vede praticamente mai. Un po' il fantasma della gara. Quando tocca il pallone non riesce a mettere qualità, non riuscendo di conseguenza nemmeno a creare buone occasioni insieme ai compagni di squadra. (27’ st Braschi 6).
All. Galloppa 5 Perde una finale in modo pesante, forse troppo. Il percorso dei suoi ragazzi però è stato strepitoso. Forse l'ultima partita con la Viola, ma rimarrà a prescindere un ricordo indelebile.

ARBITRO
Angelillo di Nola 7 
Dirige la gara con coraggio, intraprendenza e fermezza. Quella che serve per arbitrare in una finale.

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