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Finita l'era Gasperini, la società si muove nel segno della continuità: nel mirino due suoi ex calciatori

Thiago Motta e Palladino sono gli indiziati principali per prendere le redini dell'Atalanta nella stagione 2025-2026

Finita l'era Gasperini, la società si muove nel segno della continuità: nel mirino due suoi ex calciatori

SERIE A ATALANTA • Thiago Motta e Raffaele Palladino i primi nomi per prendere l'eredità di Gian Piero Gasperini

Chi prenderà il testimone lasciato da Gian Piero Gasperini sulla panchina dell'Atalanta? Una domanda che risuona tra le strade di Bergamo come un coro di tifosi in attesa del fischio d'inizio. Dopo nove anni di successi, il tecnico che ha rivoluzionato il calcio italiano, portando la Dea a competere con le grandi, ha lasciato un vuoto che non sarà facile colmare. Ma la società bergamasca, guidata dalla lungimiranza di Percassi, potrebbe avere già in mente una soluzione "in famiglia": Thiago Motta o Raffaele Palladino, due nomi che evocano ricordi e promesse di continuità.



IL LEGAME CON GASPERINI: UN'EREDITÀ PESANTE

Gasperini non è solo un allenatore, è un mentore, un innovatore, uno di quei pochi che riescono a vedere il calcio da una prospettiva diversa. «Come ci sono i fenomeni giocatori, ci sono anche i fenomeni allenatori, e secondo me Gasperini è uno di quelli», ha dichiarato a suo tempo Palladino, che ha condiviso con lui momenti cruciali della sua carriera. Dalle giovanili della Juventus al rilancio al Genoa, Palladino ha assorbito la filosofia del suo maestro, fatta di calcio offensivo e propositivo, pur sapendo adattarsi al contesto. La sua esperienza alla Fiorentina, dove ha sfiorato una finale e portato la squadra al sesto posto, dimostra che il discepolo ha imparato bene la lezione.



THIAGO MOTTA: VOGLIA DI RIVALSA

Se Palladino sarebbe il volto del rilancio, Thiago Motta rappresenta un'alternativa altrettanto valida. Dopo gli infortuni che lo hanno perseguitato tra Barcellona e Atletico Madrid, è stato al Genoa, sotto la guida di Gasperini, che ha ritrovato il sorriso e il divertimento nel fare calcio. «Un allenatore fortissimo, mi ha aiutato in un momento non facile della mia carriera, «ha dichiarato Motta a più riprese. Il suo calcio, più orientato al palleggio che al pressing, potrebbe essere la chiave giusta per l'Atalanta, una squadra che ha bisogno di conferme e di una nuova scintilla per continuare a brillare.



CONTINUITÀ E INNOVAZIONE

La decisione di affidare la panchina a uno dei "figli del Gasp" non è solo una questione di cuore, ma di strategia. L'Atalanta ha costruito il suo successo su una visione chiara e condivisa, e Motta e Palladino incarnano quei valori che hanno portato la squadra a sfidare le big del calcio europeo. Ma chi tra i due saprà gestire meglio la pressione di una Champions League, il palcoscenico dove ogni errore può costare caro? Palladino ha già dimostrato di saper affrontare le sfide delle grandi piazze, mentre Motta ha la voglia di dimostrare che alla Juventus è stato frenato solo dal contesto.



UN NUOVO CAPITOLO DA SCRIVERE

Il futuro dell'Atalanta è un libro ancora da scrivere, e il prossimo capitolo potrebbe essere firmato da uno dei due ex allievi di Gasperini. La scelta non sarà facile, ma una cosa è certa: chiunque siederà sulla panchina della Dea dovrà raccogliere un'eredità pesante, ma anche stimolante. La storia ci insegna che il calcio è fatto di cicli, e Bergamo è pronta a iniziarne uno nuovo, con la stessa passione e determinazione che ha caratterizzato l'era Gasperini. La palla ora è nel campo di Percassi.

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