Nazionale
07 Giugno 2025
Alla prima gara di qualificazioni ai mondiali di USA, Messico e Canada 2026, l'Italia di Luciano Spalletti crolla, e il tonfo della caduta è più fragoroso che mai. Parliamoci chiaro, magari qualcuno se lo aspettava anche, perché da circa 10 anni a questa parte il rapporto tra tifosi e nazionale si è fatto sempre più complesso: gli azzurri non giocano un mondiale dal 2014 e non accedono alla fase ad eliminazione diretta addirittura dal 2006, ben 19 anni. Le delusioni delle mancate qualificazioni agli ultimi due mondiali sono ancora nitide nella mente di tutti i tifosi azzurri, e dopo la sconfitta per 3-0 in casa della Norvegia i fantasmi del passato tornano prepotentemente ad assalire le menti di ogni italiano.
La deludente spedizione di Euro2024 aveva sollevato non poche polemiche, ma alla fine della fiera il CT Luciano Spalletti è rimasto in sella nonostante tutto, deciso nell'invertire la rotta il più in fretta possibile. L'approdo ai quarti di finale di Nations League ha illuso l'ambiente, donando nuovo entusiasmo, pur se contenuto. Nuovi giocatori, nuovo schema, resettare tutto e puntare con forza al prossimo mondiale, obbiettivo da non sbagliare per nessuna ragione al mondo. La sconfitta con la Germania a marzo, e la conseguente eliminazione dalla UEFA Nations League, ridimensiona gli azzurri e le velleità di grandezza della squadra, che in una serata si rende conto di essere ancora troppo fragile e poco esperta. I quesiti che i tifosi si pongono sono legittimi, alimentati dalla paura di non vedere l'Italia partecipare alla massima competizione per nazionali per la terza volta consecutiva: "ma quindi la Norvegia è davvero più forte di noi? Dobbiamo avere paura o semplicemente rispettarli come avversari temibili? Siamo l'Italia, non possiamo di certo tirarci indietro di fronte ad una nazionale con meno blasone e tradizione calcistica di noi ". I timori si sono trasformati in incubi la sera del 6 giugno, quando la Norvegia ha impartito una vera e propria lezione di calcio all'Italia, un'Italia in balia degli eventi, senza mordente, senza una direzione tattica ben definita e senza il minimo orgoglio, scherzata da Sorloth, Nusa, Haaland e compagni, capaci di chiudere la pratica già nel primo tempo. Realtà come Norvegia, Svizzera, Svezia (giusto per citare precedenti a noi nefasti) sono cresciute in modo esponenziale negli ultimi anni, mentre l'Italia è semplicemente regredita, o forse è solo rimasta ferma al trionfo del 2006.
Un crollo totale, una debacle che compromette inevitabilmente quello che sarà il percorso di qualificazione della squadra da qui fino a fine anno. La Norvegia vola a punteggio pieno (9 punti in 3 partite), l'Italia si ritrova a dover pensare ancora una volta alla soluzione play-off, scenario concreto che spaventa e non poco visti i precedenti. Bisogna vincerle tutte e con un ottimo score in termini di differenza reti, battendo anche la Norvegia in Italia, possibilmente con quattro gol di scarto, utopia pura allo stato attuale delle cose.
Negli ultimi 8 anni si sono succeduti sulla panchina della nazionale tre CT diversi, tra chi ha fatto meglio e chi decisamente peggio. L'impressione è che in questo momento storico ci si debba interrogare su altro, e che i problemi siano molto più profondi e radicati delle sole scelte tecnico-tattiche. Se l'Italia non disputa un mondiale dignitoso dal 2006 non può essere solo colpa di Spalletti, Mancini o Ventura. Se l'Italia non sforna più talenti capaci di saltare l'uomo con qualità non può essere colpa del CT di turno. Il sistema calcio azzurro è imploso da anni, questo è sotto gli occhi di tutti, in particolare di chi come noi vive quotidianamente le realtà giovanili e dilettantistiche. Se le fondamenta di un edificio non sono solide non si può pensare di costruire qualcosa di importante, tocca a chi sta in alto prendere le dovute contromisure affinché l'Italia, un paese quattro volte campione del mondo e due volte campione d'Europa, possa tornare ad essere competitivo. Ma finché si continueranno a fare orecchie da mercante, puntando la luna ma continuando a guardare il dito, altre estati di cocenti delusioni ci attendono. Estati da passare sul divano, osservando gli altri che giocano i mondiali al posto nostro.