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Caos Brescia, il sindaco della città di una delle squadre “soccorritrici” non ci sta: «Ognuno ha la sua storia»

Il primo cittadino difende l'identità calcistica locale contro le ipotesi di sacrificio per far continuare l'attività al maggiore club del territorio

CAOS BRESCIA SERIE C - JOSEHF FACCHINI SINDACO LUMEZZANE

Josehf Facchini, sindaco di Lumezzane, non vede di buon occhio un eventuale sacrificio della squadra locale per riportare in auge il Brescia in Serie C

Cosa succede quando la passione per il calcio si scontra con le logiche di sopravvivenza economica? È la domanda che aleggia nell'aria a Lumezzane, città della provincia di Brescia da un paio d'anni tornata in Serie C, dove il sindaco Josehf Facchini ha alzato la voce contro la possibilità di un accordo con una delle squadre locali per far restare in categoria il Brescia Calcio dopo la mancata iscrizione del club di Massimo Cellino. Una questione che va ben oltre il semplice pallone, toccando corde profonde di identità e orgoglio territoriale. E il primo cittadino non vuole così vedere la propria squadra sacrificata sull'altare di una salvezza altrui.



LA QUESTIONE DEL NOME: UN CAMPO MINATO
In questi giorni, le voci di un possibile cambio di denominazione delle squadre della provincia di Brescia per far rinascere il Brescia Calcio, per garantirne la permanenza in Serie C, hanno fatto il giro dei corridoi calcistici e non solo. Come un pallone che rimbalza da un piede all'altro, l'idea ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, la possibilità di salvare una storica società come il Brescia, dall'altro, il rischio di sacrificare l'identità di realtà locali come Lumezzane, Feralpisalò e Ospitaletto. Josehf Facchini, il sindaco di Lumezzane, è intervenuto nel dibattito sui propri canali social. «Mi stupisce leggere retroscena su fantomatiche fusioni di squadre pur di salvare la società cittadina e farla iscrivere almeno in C, di fatto sacrificando altre realtà sportive come la nostra, Salò oppure Ospitaletto» ha dichiarato Facchini. Parole che risuonano come un monito: ogni squadra ha la sua storia, i suoi colori, il suo percorso.



L'IDENTITÀ CALCISTICA: UN PATRIMONIO DA DIFENDERE
Ma perché tanto clamore? Perché, nel calcio, l'identità per qualcuno è ancora tutto. Ogni squadra è come una famiglia, con i suoi tifosi che la seguono in ogni stadio, sotto il sole o sotto la pioggia. Lumezzane, con il suo passato e il suo presente, è una di queste famiglie. E il sindaco Facchini non ci sta a vederla dissolversi in un progetto che, seppur ambizioso, rischia di cancellare anni di storia e passione. «Premesso che non tocca a me decidere, da tifoso e spettatore ritengo che ciascuna realtà sportiva meriti adeguato rispetto. Ognuno ha fatto il suo percorso, ha i suoi colori e la sua storia» ha aggiunto il sindaco. Un richiamo che va oltre il semplice campanilismo, ma che tocca le corde dell'amore per il calcio, quello vero, fatto di sudore, sacrificio e, soprattutto, identità.



IL FUTURO DEL CALCIO BRESCIANO: UNA PARTITA ANCORA APERTA
Domani è atteso un tavolo tra la prima cittadina di Brescia, Laura Castelletti, e i vertici delle squadre coinvolte. Un incontro che si preannuncia teso come una finale ai rigori. Quale sarà il destino del calcio bresciano? Riusciranno le diverse anime a trovare un accordo che rispetti le singole identità senza sacrificare nessuno? Nel frattempo, i tifosi di Lumezzane, Feralpisalò e Ospitaletto restano in attesa, con gli occhi puntati sul futuro. La sfida è trovare un equilibrio tra esigenze economiche e rispetto delle tradizioni, tra innovazione e conservazione.

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