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Serie C

Caos Brescia, un altro sindaco di uno dei paesi soccorritori non la prende bene: «Certe notizie sono irrispettose»

Il primo cittadino non auspica il trasferimento del club nel capoluogo, sottolineando la sua importanza storica e identitaria

FRANCESCO CAGNINI - SINDACO SALÒ

Francesco Cagnini, sindaco di Salò, non apprezza l'intenzione della Feralpi di valutare un sacrificio per far restare il nome Brescia nei campionati Professionistici

Chi non ha mai sentito il cuore battere più forte al suono di un pallone che rotola sul campo? E chi non ha mai difeso con le unghie e con i denti la propria squadra del cuore? È esattamente ciò che sta accadendo a Salò, dove la passione calcistica si intreccia con l'orgoglio cittadino in un dramma degno di un romanzo sportivo. La Feralpisalò, squadra che da anni rappresenta non solo una città ma un'intera comunità, si trova al centro di un vortice di voci che parlano di un possibile trasferimento a Brescia. E come in ogni buona storia di calcio, c'è chi si alza in piedi per difendere i colori e la storia di un club che non è solo una squadra, ma un simbolo.



IL GRIDO DI ALLARME DEL SINDACO
Francesco Cagnini, il sindaco di Salò, non ha certo usato mezzi termini per esprimere il suo disappunto e la sua preoccupazione sulla vicenda. «Le ultime notizie di stampa, che parlano di "sparizione dalla denominazione" e del ruolo della Feralpisalò "solo come mezzo" per consentire il salvataggio del Brescia Calcio, non solo sono irrispettose ma feriscono nel profondo la città di Salò, gli sportivi e la nostra storia calcistica» ha dichiarato in un comunicato apposito. Parole che risuonano come un grido di battaglia, un invito a non dimenticare le radici profonde che legano la squadra alla sua città. Una storia che affonda le sue radici all'inizio del secolo scorso e che non può essere cancellata con un colpo di spugna.



UN DIALOGO CONTINUO E NECESSARIO
Ma dietro le parole di Cagnini c'è anche un impegno concreto. Il sindaco ha sottolineato come l'amministrazione comunale sia in costante dialogo con la Feralpisalò, con incontri frequenti per discutere della nuova stagione calcistica. L'ultimo confronto tra amministrazione e società risale al 5 giugno, e la presa di posizione del primo cittadino è un segnale chiaro che la città non intende restare a guardare mentre il suo simbolo calcistico rischia di essere strappato via. È un gioco di squadra, quello che si sta giocando a Salò, dove ogni attore pare chiamato a fare la sua parte per difendere l'identità e la storia di un club che è molto più di una semplice squadra di calcio.



UNA QUESTIONE DI IDENTITÀ
Ma perché tanto clamore? Perché la Feralpisalò rappresenta molto più di una squadra di calcio per la città di Salò. È un simbolo di identità, un legame che unisce generazioni di tifosi e cittadini. La squadra è il cuore pulsante di una comunità che si riconosce nei suoi colori e nei suoi successi, ma anche nelle sue sconfitte. Trasferire la Feralpisalò a Brescia significherebbe spezzare questo legame, privare Salò di un pezzo fondamentale della sua storia e della sua identità. È come togliere il sale al mare, un'operazione che lascia un vuoto incolmabile. La questione è ancora aperta e il futuro della Feralpisalò è tutt'altro che deciso. Ma a quanto pare la città di Salò e il sindaco Francesco Cagnini non intendono arrendersi senza combattere

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