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Eccellenza

Tutto saltato! Niente cambio di nome e ripartenza dalla D, lo storico club dovrà giocare in Eccellenza

La trattativa con un'altra società non va a buon fine e ora il Comune fa partire un bando per il futuro del club

LUCCHESE ECCELLENZA - MARIO PARDINI

LUCCHESE ECCELLENZA - Mario Pardini, sindaco di Lucca, al quale non è rimasto altro da fare che non far partire un bando di gara per assicurare continuità calcistica al club rossonero

Cosa succede quando una squadra storica come la Lucchese si trova a dover ricominciare dalle fondamenta? È un po' come quando un allenatore si trova costretto a rifondare la squadra dopo una retrocessione: il campo è vuoto, i tifosi sono delusi, ma la passione non muore mai. Ecco, la Lucchese si trova proprio in questa situazione, con il cuore in mano e gli occhi puntati al futuro. I rossoneri, a meno di ulteriori colpi di scena, dovranno ripartire dall'Eccellenza



UN EPILOGO AMARO
L'ultimo capitolo della saga calcistica lucchese si è scritto nella tarda serata di venerdì 14, quando il Ghiviborgo dei fratelli Remaschi ha rifiutato l'offerta di acquisto presentata dall'imprenditore milanese Fabrizio Capaccioli, legato alla società Asacert. Una decisione che ha chiuso definitivamente le porte a un percorso più agevole di ripartenza dalla Serie D, lasciando la Lucchese a dover affrontare il doloroso e complesso riavvio dal campionato di Eccellenza. Una salto indietro significativo, che segna un momento difficile per la storica società toscana. Ma come si dice nel calcio, la palla è rotonda e le sorprese sono dietro l'angolo.



IL RUOLO DEL COMUNE DI LUCCA
Con la palla al centro del campo, la responsabilità di tracciare un nuovo percorso ricade sul comune di Lucca. Come già accaduto 5 anni fa, quando sotto l'amministrazione del sindaco Alessandro Tambellini un bando di gara per la rifondazione andò deserto nel 2019, Palazzo Orsetti si trova nuovamente a dover gestire una situazione critica. Si rende necessaria l'emissione di un nuovo bando per individuare soggetti interessati a far rinascere il calcio in città. Un po' come un direttore sportivo che deve trovare il giusto allenatore per riportare la squadra in vetta.



UN PROGETTO CHE PARTE DALL'ECCELLENZA
L'iniziativa del Comune è chiara: pubblicare una procedura ad evidenza pubblica per trovare una nuova compagine societaria capace di rilanciare le sorti della Lucchese. L'idea è quella di far ripartire il club dal campionato di Eccellenza, una sorta di Serie B del calcio dilettantistico, con la squadra che entrerebbe in sovrannumero nel torneo. Un po' come un jolly che viene calato nel mazzo per sparigliare le carte e dare una nuova chance al club. La selezione dei candidati non sarà basata solo sul potere economico. La visione a lungo termine e la sostenibilità saranno i veri criteri di valutazione. Le proposte dovranno dimostrare una crescita sportiva coerente con l'identità storica del club e una solidità finanziaria che non si esaurisca nel breve periodo.



UNA TRADIZIONE DA SALVAGUARDARE
In una nota ufficiale, comunque, l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Mario Pardini ha espresso il proprio rammarico per l'esito negativo della trattativa tra Asacert e Ghiviborgo, riconoscendo che tale accordo avrebbe potuto assicurare un immediato prosieguo alla storia calcistica della Lucchese in una categoria più consona al mondo rossonero. Tuttavia, la nota sottolinea ha sottolineato il lavoro in essere per salvaguardare la tradizione calcistica della squadra cittadina, consapevole dell'importanza che essa riveste non solo per i suoi sostenitori ma per l'intera comunità. Perché il calcio, si sa, è molto più di un semplice gioco: è un collante sociale, un simbolo di identità e appartenenza.



VERSO UN FUTURO INCERTO MA PROMETTENTE
La strada è lunga e tortuosa, ma la Lucchese ha dimostrato più volte di saper risorgere dalle proprie ceneri visti i 4 fallimenti nell'ultimo ventennio. Con la giusta guida e il sostegno della comunità, la squadra potrebbe tornare a brillare sui campi che contano. E chissà, magari un giorno i tifosi potranno tornare a sognare la Serie C, o addirittura la Serie B. Perché, come diceva un vecchio adagio calcistico, «non è finita finché non è finita».

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