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Under 16 Serie C

A 15 anni fa il fenomeno davanti all'Italia: segna un gol clamoroso e firma uno Scudetto leggendario

Elias Minotti pareggia i conti contro il Padova, poi la Spal vince ai rigori

Elias Minotti

Elias Minotti

Una lacrima per la maglia, una per mamma Annarita e papà Riccardo - arrivati da lontano per vederlo giocare -, una per il gol, una per la squadra. E poi? Altre mille sono state versate in quel caldo pomeriggio di giungo. Lacrime belle, di quelle che si vorrebbe piangere in eterno, lacrime di chi ha guardato in faccia il baratro di un dramma calcistico in corso nella sua società e l'ha trasformato in qualcosa di bellissimo. Cosa? Uno Scudetto, in primis. Il quinto nella storia del club. Una pagina di storia, "in secundis". Graditissimo effetto collaterale. E poi in quelle lacrime là, di gioia immensa, per scaricare la tensione di una finale infinita. signore e signori, l'eroe di Ferrara da oggi ha un nome e un cognome: si chiama Elias Minotti e ha appena portato la sua Spal a toccare le porte del paradiso. 

FATTI

All'intervista post partita ci arriva con due occhi gonfi così. «Scusate, è l'emozione»: solo il cuore immenso di un ragazzino di 15 anni che ha coronato il suo sogno. Re del campionato, ma soprattutto fabbro instancabile delle fasi finali. Sì, perché Elias Minotti non è tipo da tanti sofismi: quando c'è da essere decisivi, sveste corona e mantello e si mette - brutalmente parlando - a picchiare duro. Martello e incudine alla mano, sempre con il numero 9 sulla schiena, ha lasciato il suo timbro inconfondibile sui campi di tutta Italia: stadio Del Duca ad Ascoli per la semi di andata? Check. stadio Fabbri, davanti alla sua gente nella gara di ritorno? Check. E infine, immancabilmente: stadio Enrico Rocchi di Viterbo contro il Padova? Check. Mettere la spunta verde anche sulla finale è roba che ti rimane addosso per tutta la vita. E volgiamo parlare di come l'ha messa? La palla gli rimbalza davanti, l'impatto arriva con il collo del piede, al volo, per schiacciare il pallone a terra e per farlo arrivare dritto in rete. A metà tra calcio e una schiacciata di basket (nella vita ha fatto anche quello, sa bene di cosa si parla), semplicemente «il gol più bello della stagione». Il momento in cui realizza cosa ha appena fatto l'hanno ripreso le telecamere di tutto il Paese: si gira verso i suoi tifosi, corre in contro alla panchina e alla storia prima indicandosi il petto, poi puntando l'indice verso il terreno. Come a dire: «Sono qui. Questa meraviglia l'ho fatta io». Forse quelle lacrime sanno un po' anche della stanchezza del fabbro che posa gli strumenti del mestiere e si gode la sua creatura. D'altronde, dopo una finale pareggiata grazie al suo gol e infine vinta ai rigori, si può dire che questo Scudetto lo abbia in gran parte forgiato lui. 

APPLAUSI

Se li è presi tutti, chiaramente e giustamente. saranno stati almeno un centinaio i tifosi arrivati da Ferrara per assistere all'ultimo atto di questa cavalcata infinita. Il finale ha azzerato tutte le fatiche del viaggio. Mamma e papà in prima linea, dietro di loro tutto l'affetto della Spal: età stimata dei partecipanti? Dall'anno d'età (il più piccolo dei supporter scende in campo e batte il cinque a tutti i nuovi campioni d'Italia) fino ai 99+. Insomma, al Rocchi era presente una nutrita rappresentanza ferrarese. La cornice è di quelle da togliere il fiato (sprint_lombardia su Instagram per crederci fino in fondo), il calore di un'intera città che ti arriva sulla pelle è roba da lasciare senza parole. Cercandole bene bene, ancora con gli occhi gonfi così, l'eroe di Ferrara alla fine le trova. sono un grazie di cuore a quella città per cui ha dato tutto fino alla fine: «È semplicemente il massimo che si possa chiedere». Di nuovo: solo il cuore immenso di un ragazzino di 15 anni che va a dormire da Campione d'Italia.

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