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Under 17 A-B

È l'uomo delle finali! Fa il difensore, segna come un bomber e trascina il Milan verso lo Scudetto

Edoardo Tartaglia è il re indiscusso delle fasi finali: contro la Juventus ha trovato il terzo gol in tre partite

Edoardo Tartaglia

MILAN UNDER 17 • Edoardo Tartaglia, terzino sinistro del Diavolo classe 2008

Sguardo alto. Intenso, di sfida, a tratti provocatorio. Al tempo stesso orgoglioso, per quanto fatto, a prescindere. Sguardo che, in una manciata di secondi, passa dall'essere concentrato all'emozione pura, con gli occhi che diventano lucidi, per la terza volta nel giro di un anno. Mani al volto, esultanza e gol del 3-0 contro la Juventus in semifinale, con il suo marchio di fabbrica: l'inserimento. È la storia di Edoardo Tartaglia. È la storia di un terzino sinistro classe 2008 che nelle fasi finali si esalta e dà il meglio di sé. È la storia di un ragazzo partito dai dilettanti con l'Aldini e che, ormai, si è preso la scena in tutta Italia. Per il secondo anno consecutivo, con il suo Diavolo: il "Toro" Tartaglia trascina il Milan in finale Scudetto, ancora una volta.

L'OCCASIONE

Non si tratta di vendetta, nemmeno di rivincita. Si tratta di una semplice, semplicissima occasione, nulla più. Definirla d'oro o ghiotta significherebbe sminuire la forza della squadra di Renna: il Milan deve essere abituato a questo tipo di eventi. È più un'occasione concreta, tangibile. Vincere lo Scudetto a distanza di un anno, dopo averlo perso contro l'Atalanta. Trasformare tutte le lacrime versate in urla di gioia. Quei momenti trascorsi sul suolo, piegati dalla delusione, in una sorta di indescrivibile tristezza infinita. Vedere tutti quei ricordi dello scorso 22 giugno a San Benedetto del Tronto svanire nel nulla, puff, come fossero solo un brutto ricordo. E trovare uno Scudetto di categoria che manca da ben 14 anni, dal quel magico (e lontanissimo) 2011.

Edoardo Tartaglia che esulta dopo aver segnato il 3-0 contro la Juventus in semifinale Scudetto (foto figc.it)

IL SOPRANNOME

Il "Toro" che sfiderà il Torino. Nell'ultimissimo atto, per prendersi lo Scudetto. Un po' un gioco del destino, forse un segnale, chi lo sa. Tartaglia si porta dietro questo soprannome da ormai 4 anni, da quando è al Milan. I compagni lo chiamano così per la sua caratteristica. Particolare, peculiare, stupenda. Riceve palla sulla sinistra, fetta di campo che ricopre abitualmente, la controlla e abbassa la testa. E come un toro che vede rosso si infuria, carica la spinta e in un batter d'occhio passa dalla difesa all'attacco. Come nella semifinale dell'anno scorso contro la Sampdoria, con un gol sugli sviluppi di un'incursione su servizio di Zaramella. Come nella finale contro la Dea, a sbloccare la gara dopo soli 11 minuti, facendosi trovare al posto giusto, al momento giusto. E ancora, nella semifinale contro la Juventus, quest'anno. Lontani lo vede arrivare come un razzo e lo imbuca con grande visione: lui brucia il campo e con il suo mancino educato appoggia la palla in rete alle spalle di Huli. Ebbene sì, nelle ultime tre partite giocate tra semifinali e finali, sono ben tre i gol segnati. Il Milan ha il suo uomo delle finali: si chiama Edoardo Tartaglia.

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