Cosa succede quando la magia si spegne? Silvio Baldini, il maestro di calcio che ha guidato il Pescara alla promozione in Serie B, ha deciso di appendere la tuta al chiodo, almeno per ora. Un addio che arriva come un fulmine a ciel sereno a neanche 10 giorni dai play off di Serie C vinti in modo esaltante, ma che porta con sé riflessioni profonde e un bagaglio di emozioni che solo il calcio sa regalare. E che è coerente con l'operato dello stesso Baldini, mai rimasto in un club controvoglia.
UN ANNO DA SOGNO La stagione appena conclusa è stata un viaggio straordinario per il
Pescara e per
Baldini, un tecnico che ha saputo trasformare il sogno in realtà. Con il suo carisma e la sua
passione, ha riportato il club abruzzese nella serie cadetta, riaccendendo l'entusiasmo di una piazza storica e portando
20mila tifosi allo stadio per la finalissima di ritorno vinta ai rigori contro la Ternana con il portiere
Alessandro Plizzari protagonista numero uno del successo con 3 tiri dal dischetto parati. Un'impresa che non si vedeva da tempo e che ha fatto riscoprire a tanti il piacere del
calcio vissuto con il
cuore.
LA DECISIONE DI LASCIARE Eppure, nonostante il successo,
Baldini ha sentito che qualcosa si era spento. «Non sento più quella
magia e quella follia per poter cavalcare i miei sogni» ha dichiarato in un messaggio rivolto ai tifosi. Parole che pesano come macigni, ma che riflettono l'autenticità di un uomo che vive il
calcio come una missione, non come un semplice lavoro. Un uomo che preferisce fermarsi piuttosto che tradire i propri ideali. Dopo una riflessione condivisa con la famiglia,
Baldini ha scelto di non proseguire il suo cammino con il
Pescara, lasciando un vuoto difficile da colmare.
UN ADDIO TEMPORANEO? Baldini ha chiarito che fino a gennaio non prenderà in considerazione nuove panchine. Un periodo di
pausa per ricaricare le batterie e aspettare che si creino le condizioni giuste per tornare in campo. «Il mio
calcio è questo, non mi piace fare le cose forzate» ha spiegato. Un principio che lo ha sempre guidato e che lo rende un
allenatore unico nel suo genere. Nonostante l'addio,
Baldini porta con sé il ricordo di un anno indimenticabile. «Mi tengo il ricordo di tante belle persone che ho incontrato e di calciatori perbene che faranno carriera» ha detto. Un tributo a chi ha condiviso con lui questo percorso straordinario, a partire dal presidente
Daniele Sebastiani e dal direttore sportivo
Pasquale Foggia, che lo hanno sostenuto in ogni momento.
IL FUTURO DEL PESCARA Ora il
Pescara si trova a dover ripartire senza il suo condottiero. La sfida sarà trovare un nuovo tecnico capace di raccogliere l'eredità di
Baldini e continuare il percorso di
crescita avviato. La piazza abruzzese, però, ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per guardare al
futuro con ottimismo, forte di una
tifoseria appassionata e di una dirigenza ambiziosa. In un mondo spesso dominato dal business e dalla fredda logica del risultato a tutti i costi, la storia di
Silvio Baldini ci ricorda che il calcio è, prima di tutto, passione e sentimento. Un gioco che si vive con il cuore e che, a volte, richiede il coraggio di fermarsi per ritrovare quella scintilla che lo rende speciale.