Under 17 A-B
19 Giugno 2025
Luca Cantarella
Fatale, come il canto delle sirene per Ulisse. Legato a un palo della sua nave, l'eroe dell'epica più famosa della storia ha provato con tutte le sue forze a liberarsi dalle corde per poter raggiungere il mare. La leggenda narra che non ci sia riuscito mai. Ma qui parliamo di un finale diverso. Che cosa sarebbe mai successo se l'eroe si fosse liberato dalle catene? Che epopea avremmo narrato se avesse seguito quel canto e toccato le onde? Forse, avrebbe visto con i suoi occhi una nuova via e ritrovato, in fondo agli abissi, la famosa Atlantide. Questo succede quando rompi le regole e segui il canto delle sirene: che reinventi il finale, che scopri nuovi mondi, che fai del conosciuto una banalità e riscrivi tutto d'accapo. E, magari, che da difensore segni il gol che vale una finale Scudetto. La nostra storia ricomincia da lui, dall'Ulisse che si è liberato dal palo e si è tuffato in area di rigore per raggiungere la melodia della porta: Luca Cantarella, il difensore che ha scoperto Atlantide.
Sì, senza dubbio le onde sul viso hanno dato fastidio. L'approccio alla salinità del mare, quando sei abituato a stare sulla terra ferma, è sempre un po' traumatico. Vale la pena? Visto l'esito, assolutamente sì. Ma parliamo di Atlantide, della grande scoperta firmata Cantarella. Quando è partito il calcio d'angolo di Sheji erano le 21:01. Quando è arrivato sulla testa del difensore centrale granata erano le 21:01 e 2 secondi. Tempo di transito percepito? Un'eternità. È il tipico momento in cui il battito rallenta, le sinapsi accelerano e tutto intorno si ferma. L'impatto con le onde è stato poetico: superato lo scoglio della difesa schierata, via anche il rischio insaccata tra le mani di Venuti e dritto lì, nel paradiso subacqueo. È il 30' del primo tempo, per tornare a termini calcistici: il volo d'angelo di Cantarella assomiglia tanto a un tuffo nella leggenda che nessuno potrà mai dimenticare. Poi ci pensa Luongo da rigore a inchiodare il risultato sul 2-1 e garantire l'accesso alla finale contro il Milan. Ma l'impresa, quella grossa, si compie con il nome di Luca Cantarella impresso sulla copertina. Libero dal suo albero maestro, slegato dalle catene, Ulisse trova le sirene e riscrive il suo finale.
In un filo narrativo parallelo si sarebbe potuto parlare dalla favola di una grande rivincita. Come la puoi chiamare, d'altronde, quella soddisfazione viscerale che ti prende quando segni un gol così importante per la maglia che sei tornato a indossare dopo un addio? Dalla scuola calcio del Torino ai regionali del Lascaris, passando per la Sisport e con il grande ritorno al Toro solo in questa stagione. C'è chi la chiama "scommessa vinta", chi "necessaria maturazione", chi ancora "scherzo del destino": Luca ci ha dato il nome di "Cartolina da Atlantide". Quella città sommersa che ha ritrovato lui dopo 45 anni di ricerca, quel pezzo di carta che attesta senza ombra di dubbio il ritrovamento del secolo. Perché adesso, grazie al primo gol stagionale di un avventuriero che ha raggiunto le sirene, il Torino ha la possibilità di giocarsi tutto per uno scudetto che manca dal 1980. Ulisse tornerà a Itaca un giorno, ma per il momento lasciatelo pure sognare nella sua Atlantide.