SAMBENEDETTESE SERIE C - Ottavio Palladini dopo essere stato giocatore rossoblù tra i Prof da allenatore ha vinto 4 campionati tra i Dilettanti sulla panchina abruzzese (FB US Sambenedettese)
Cosa rende un allenatore degno di un premio alla carriera? È forse la capacità di trasformare una squadra in una macchina da gol, o la maestria nel tessere trame tattiche che lasciano gli avversari a bocca aperta? Nel caso di Ottavio Palladini, la risposta è un mix di passione, dedizione e una lunga serie di successi che lo hanno reso una figura iconica nel panorama calcistico italiano. L'allenatore della Sambenedettese ha recentemente ricevuto un prestigioso riconoscimento durante la 12esima edizione del D Club, un premio che non solo celebra i suoi trionfi in panchina, ma anche la sua capacità di ispirare e guidare con il cuore. Un’iniziativa unica nel suo genere, ideata dal Dipartimento Interregionale in collaborazione con le testate giornalistiche Corriere dello Sport e Tuttosport, pensata per dare voce ai veri esperti del Campionato Serie D.
UN VIAGGIO TRA LE PANCHINE Palladini non è certo un nome nuovo per chi mastica calcio. La sua carriera è un viaggio attraverso le sfide e le vittorie, un cammino che lo ha visto sedere sulla panchina della Sambenedettese per ben 4 campionati nel passato per il ritorno nella scorsa stagione, conducendo la squadra con una determinazione che solo i veri leader possiedono. «Fa molto piacere ricevere questo premio e ringrazio la società per avermi dato l’opportunità di allenare nuovamente la Samb» ha dichiarato Palladini, come riportato dai canali ufficiali societari. Le sue parole risuonano come un inno alla lealtà e alla gratitudine, sentimenti che raramente si incontrano nel mondo del calcio, dove spesso la carriera è una corsa frenetica verso il prossimo traguardo. Che per il momento è stato meritato dal momento che l'ex centrocampista si è conquistato sul campo il ritorno in Serie C vincendo lo scorso campionato di Serie D.
RICONOSCIMENTI OLTRE I CONFINI Ma cosa significa davvero ricevere un premio alla carriera? Per Palladini, è la conferma che il suo lavoro è stato apprezzato ben oltre i confini cittadini e che la sua fama va anche al di là dell'Abruzzo, regione nella quale ha giocato tantissimi anni e che lo considera un icona del movimento calcistico. «Ringrazio tutta la LND, il presidente Giancarlo Abete e l’avvocato Luigi Barbiero per questo riconoscimento alla mia carriera» ha aggiunto. È un riconoscimento che va oltre le statistiche e i trofei, un attestato di stima che illumina il percorso di un uomo che ha saputo fare del calcio non solo una professione, ma una vera e propria arte.
IL CUORE DEL CALCIO Nel calcio, come nella vita, non si tratta solo di vincere. Si tratta di lasciare un segno, di ispirare chi ti circonda e di costruire qualcosa che duri nel tempo. Palladini ha dimostrato che il calcio è molto più di un semplice gioco: è una passione che può unire le persone, una forza che può trasformare una squadra in una famiglia. E mentre riceveva il suo premio, il suo pensiero andava a tutti coloro che lo hanno sostenuto nel suo viaggio, dimostrando ancora una volta che il vero successo non si misura solo in vittorie, ma anche in legami e ricordi indelebili. Partito da giocatore proprio da San Benedetto del Tronto, la sua carriera si è poi sviluppata per tanti anni al Pescara dove ha potuto giocare anche in Serie A nella stagione 1992-1993 toccando anche la tappa di Vicenza dal 1998 al 2000. Infine dopo il ritorno in Abruzzo ecco la chiusura del cerchio alla Sambenedettese prima di iniziare la carriera da allenatore.
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