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Italia Under 21

Una rete allo scadere mette fine al Sogno Azzurro: l'Italia sfiora l'impresa ed esce a testa altissima

Ambrosino illude, Röhl condanna gli Azzurrini all'eliminazione; in semifinale ci va la Germania

GERMANIA-ITALIA UNDER 21 - LUCA KOLEOSHO

GERMANIA-ITALIA UNDER 21 - Luca Koleosho, attaccante classe 2004 del Burnley

Incroci del destino, storie da raccontare, una semifinale europea in palio. Germania-Italia non poteva essere una partita qualunque. E infatti, non lo è stata. 120 minuti al cardiopalma, durante i quali è successo praticamente di tutto: cinque gol, due espulsioni e tantissime emozioni. Contrapposte, ovviamente. Perché se da un lato c'è chi sorride e gioisce, dall'altro troviamo chi si dispera e si lecca le ferite. Questa volta a farlo sono proprio gli Azzurrini, sconfitti per 3-2 dalla corazzata tedesca. Non bastano la rete di Koleosho, la prodezza salvifica di Ambrosino, il carattere mostrato per superare l'ostacolo più insormontabile di tutti e conquistare quella semifinale che manca dal 2017. I gol di bomber Woltemade, Weiper e Röhl mandano i teutonici al settimo cielo e valgono il pass per il penultimo atto contro la Francia. Tanti gli episodi da recriminare, tanti i pensieri che frulleranno nella testa dei ragazzi di Carmine Nunziata nei prossimi giorni. Ma la consapevolezza di aver combattuto valorosamente e reso fiero un popolo intero rimane. Seppur ad epilogo doloroso, questa avventura non potrà e non dovrà essere dimenticata tanto facilmente

NESSUNO È PADRONE DEL CAMPO

Quella di Antonio Di Salvo è la squadra da battere, l'unica a punteggio pieno durante la fase a gironi e probabilmente la principale candidata alla vittoria finale. Ma gli Azzurrini non sono da meno, e lo hanno dimostrato alla grande durante le prime tre uscite di questo Europeo. L'Italia di Carmine Nunziata riparte da quella che ormai è una certezza: il 3-4-2-1. Cambia qualche interprete rispetto alla sfida contro la Spagna, ma non il piano tattico. Arginare il temibilissimo attacco tedesco sembra essere la sfida più ardua fin dai primi minuti: i più vivaci sono le due punte di diamante, Nicolò Tresoldi e il capocannoniere della competizione Nick WoltemadePirola e compagni, tuttavia, sanno come pungere in contropiede e lo fanno con Koleosho, autore della prima conclusione in porta della partita. Maggiori pericoli vengono creati successivamente dalla stellina dello Stoccarda, che si incunea in area di rigore dopo aver saltato un paio di uomini e calcia sul primo palo, provando a sorprendere Desplanches: pallone fuori di un soffio. La riaggressione e il pressing asfissiante da parte della squadra capitanata da Martel mettono in leggera difficoltà gli Azzurrini nei primi venti minuti di gara, anche se il coraggio e l'intraprendenza non mancano mai.

Con pazienza e qualità, infatti, i ragazzi di Nunziata cercano di aprire la scatola difensiva avversaria e si presentano più volte dalle parti di Atubolu. Lo testimoniano le iniziative personali orchestrate da Koleosho sulla sinistra e i tanti palloni gettati in area di rigore alla ricerca delle torri. Serve un vero e proprio squillo, però, per far capire alla Germania che questa Italia c'è. E allora ci pensa Willy Gnonto, che si avventa su un pallone vagante a seguito della smanacciata dell'estremo difensore del Friburgo e calcia di prima intenzione, non trovando il bersaglio grosso per una questione di centimetri. La reazione della squadra di Di Salvo al pericolo scampato arriva immediatamente ed è affidata a Tresoldi, il cui tiro a botta sicura viene respinto sul più bello dalla retroguardia azzurra. Respinta è anche la conclusione tentata da Prati dal limite dell'area di rigore, il quale spreca l'ennesima azione promettente guidata dal solito Koleosho e nata da un ottimo recupero palla nella trequarti avversaria. Non è questa l'ultima emozione degna di nota della prima frazione di gioco. Perché prima c'è spazio per il tentativo di Nebel, che vede negarsi il possibile 1-0 da uno strepitoso Desplanches - sempre attento e presente quando chiamato in causa. E poi per le iniziative della coppia Fabbian-Prati, decisamente promettenti ma conclusesi nel nulla. 

AMBROSINO È L'UOMO DELLA PROVVIDENZA

Gli Azzurrini riprendono da dove avevano lasciato, attaccando e mettendo costantemente pressione agli avversari. Gli spazi e i presupposti per far male alla difesa tedesca - non sempre così impeccabile - ci sono, e quindi l'Italia ne approfitta: Koleosho imbuca splendidamente per Gnonto, fermato sia da Atubolu in uscita che dal fischio del direttore di gara per offside. Ma il momento è propizio e qualche istante più tardi la squadra di Nunziata raccoglie finalmente i frutti del proprio straordinario lavoro. A spostare gli equilibri è sempre l'esterno offensivo del Burnley, che semina il panico tra le maglie dei difensori teutonici e apre il compasso: bacino al palo e palla in buca d'angolo (13'). I tedeschi - ancora frastornati dallo splendido inizio di ripresa azzurro - provano a non accusare il colpo e rispondono con Woltemade, la cui girata di testa termina larga di molto. Servono energie e forze fresche per la squadra di Di Salvo, il quale decide di cambiare quasi tutti gli interpreti di attacco per far risorgere i suoi e dare una scossa. Ed è proprio con uno dei neo entrati, Röhl, che la Germania sfiora il pari da corner: il centrocampista classe 2002 tenta di sorprendere Desplanches svettando di testa, ma il portiere del Palermo si esalta e alza la saracinesca. È però questo il preludio della rete del pareggio, arrivata poco più tardi e ancora dagli sviluppi di una palla inattiva: il gigante Woltemade primeggia su tutti e infila il pallone in fondo al sacco, siglando il quinto centro del suo Europeo e mettendo tutto nuovamente in discussione (23').

Tutto da rifare per gli Azzurrini, colpiti nel loro momento migliore. La forza d'animo ovviamente non manca, anche se la situazione si complica a nove minuti dalla fine, quando l'Italia rimane in dieci uomini. Fatale l'intervento di Gnonto su Rosenfelder, che vale il secondo giallo per l'attaccante del Leeds e la conseguente espulsione. La Germania - priva di idee concrete per gran parte della seconda metà di gara - approfitta dunque della superiorità numerica affidandosi ancora una volta ai centimetri di Woltemade. E la scelta ripaga: Röhl - entrato decisamente bene in partita - serve il numero 10 tedesco, il quale di testa favorisce l'inserimento del subentrante Weiper, bravo a coordinarsi al volo e piazzare il pallone sotto l'incrocio dei pali (42'). L'impresa si fa praticamente impossibile per la truppa guidata da capitan Pirola, a cui non resta altro che gettare disperatamente il cuore oltre l'ostacolo dopo essere rimasta in nove per via dell'espulsione - alquanto dubbiosa - rimediata da Zanotti. Ma nulla sembra essere infattibile per questi ragazzi, perché Ambrosino - quando recuperare era ormai diventata un'utopia - disegna un capolavoro da calcio di punizione e sigla la pesantissima rete del 2-2 (51'). Un frame che riassume alla perfezione lo spirito di questa squadra, unita come non mai e più forte di ogni avversità.

RÖHL VESTE I PANNI DI EROE NAZIONALE

Il gol segnato in extremis dal centravanti del Frosinone dà fiducia agli Azzurrini, costretti a lottare con le unghie e con i denti per un'altra mezzora. Come prevedibile, infatti, la Nazionale tedesca parte all'arrembaggio, sfruttando il più possibile la doppia superiorità numerica. Il più coinvolto durante le sortite offensive teutoniche è Knauff: l'esterno destro dell'Eintracht Francoforte ha la chance per segnare l'ennesima rete di questa sfida infinita, ma il direttore di gara ferma il gioco a seguito della posizione irregolare di Weiper - autore dell'assist smarcante all'indirizzo del numero 7. I ragazzi di Nunziata non si tirano indietro e cercano in qualche modo di riaffacciarsi nella trequarti avversaria. Ma bisogna soffrire, perché l'assedio rivale continua imperterrito. E quando il 3-2 sembra ormai cosa fatta, ecco che Desplanches entra in salvo dei suoi compagni: parata plastica del numero 1 che nega la gioia del gol a Reitz e tiene in vita l'Italia

Il canovaccio non cambia neanche nel secondo tempo supplementare: i ragazzi di Di Salvo vogliono chiudere i giochi ed evitare i rigori. Nonostante tutto, l'Italia - sostenuta anche dal pubblico neutrale della MOL Aréna - resiste. Il muro eretto da Ghilardi e Coppola si dimostra ancora una volta praticamente impenetrabile, fino a quando Röhl non tira fuori dal cilindro la rete decisiva: il numero 8 beffa Desplanches sul primo palo e fa letteralmente esplodere panchina e sostenitori tedeschi (12'). Gli Azzurrini hanno già dimostrato di saper compiere miracoli, e quindi tentano il tutto per tutto nel finale. Ma l'orgoglio non basta. Lo splendido cammino dell'Italia si interrompe così, nella maniera più crudele di tutte.

IL TABELLINO 

GERMANIA-ITALIA 3-2
RETI
: 13' st Koleosho (I), 23' st Woltemade (G), 42' st Weiper (G), 51' st Ambrosino (I), 12' sts Röhl (G). 
GERMANIA (4-3-3): Atubolu 7, Collins 6.5 (10' pts Baum 6), Rosenfelder 6.5 (1' pts Oermann 6), Arrey-Mbi 7, Brown 7, Reitz 7, Martel 7 (11' sts Wanner sv), Nebel 6.5 (17' st Röhl 8), Gruda 6 (17' st Knauff 7), Tresoldi 6.5 (17' st Weiper 7.5), Woltemade 8. A disp. Ernst, Noll, Thielmann, Ullrich, Siebert, Jander. All. Di Salvo 8. 
ITALIA (3-4-2-1): Desplanches 7, Ghilardi 7, Coppola 7, Pirola 7 (12' pts Turicchia 6), Zanotti 6.5, Prati 7 (1' pts Kayode 6.5), Ndour 6.5 (43' st Pisilli 6.5), Ruggeri 6.5 (43' st Ambrosino 7.5), Fabbian 6.5 (12' pts Fazzini 6), Koleosho 7.5 (26' st Casadei 6), Gnonto 6.5. A disp. Zacchi, Sassi, Baldanzi, Doumbia, Guarino, Bianco. All. Nunziata 7.5. 
ARBITRO: Manfredas Lukjančukas (LTU) 5.
ASSISTENTI: Mangirdas Mirauskas (LTU), Aleksandras Stepanovas (LTU).
QUARTO UOMO: Elchin Masiyev (AZE).
AMMONITI: Pirola (I), Koleosho (I), Gnonto (I), Zanotti (I), Prati (I), Brown (G), Kayode (I), Casadei (I). 
ESPULSI: 36' st Gnonto (I), 45' st Zanotti (I). 

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