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Under 16 A-B

A 16 anni è il talento del futuro! Il baby prodigio si è preso l'Italia: «Può arrivare in Serie A»

Destiny Elimoghale vince lo Scudetto Under 16: è la nuova promessa della Juventus

Destiny Elimoghale, Juventus

Destiny Elimoghale, Juventus

«Sei la seconda cosa più bella che ho visto oggi, dopo Elimoghale». Eh, il secondo posto fa sempre dispiacere. Ma quando la medaglia d'oro se la mette al collo lui, la sconfitta è un poco meno amara. Ha fatto impazzire tutta l'Italia: quegli inserimenti, quel modo di gestire il pallone, quel gusto per il gol... Non importa il contesto, non importa lo stadio, non importa nemmeno se condivide il campo con quelli della sua età oppure con i più grandi: Destiny Elimoghale - iconico fin dal nome - è semplicemente uno spettacolo da veder giocare. Lunedì 23 giugno ha acceso i riflettori sulla sua fetta di rettangolo verde per l'ultima volta in questa stagione da albo d'oro. Le coordinate del tesoro nascosto? Esterno sulla sinistra, avanti tutta verso la porta, in quel 4-2-3-1 che Grauso gli ritaglia attorno quando mette piede in campo al 1' del secondo tempo nella finale di Under 16 contro l'Empoli. E che la grande bellezza abbia inizio. È l'ottava meraviglia del mondo

AURA

«Ma quindi scende dall'Under 17?». Apprensione comprensibile. Non serve neppure mettere il soggetto: a Frosinone tutti indovinerebbero senza troppi problemi di chi si sta parlando. D'altronde, è lui l'uomo che - da sotto età - si affaccia alle porte dell'inferno e disturba il diavolo dal suo quieto dormire. Il riferimento è alla semifinale di Under 17, quando la sua Juventus va sotto 3-0 contro il Milan nel primo tempo. Poi, si accende il buon Destiny Elimoghale e tutto torna sul filo del rasoio: due gol nel giro di 5 minuti, partita riaperta, al Diavolo tocca rimboccarsi le maniche. Finisce 4-2 - per onor di cronaca, il diavolo le maniche se le rimbocca eccome - ma nell'erba del Benito Stirpe rimane impressa la bellezza di quel gioco lì, tutto sulla sinistra, dagli scarpini di un ragazzino che ha appena 16 anni. Quindi sì, quando si è saputo che avrebbe fatto la sua parte anche nella finale di Under 16 tutta l'Italia si è affacciata al balcone: «Vediamo che cosa si inventerà questa volta». L'invenzione del giorno prende il nome di assist. Perfetto e quasi poetico, in un concerto da brivido con Brancato per riportare i bianconeri in vantaggio dopo il momentaneo pareggio dell'Empoli (poi 3-1 per la Juventus). Bello, bello, bello. Anche quando non fa gol, Destiny Elimoghale in qualche modo ti resta impresso.

 

Banalmente, per l'aura che ha attorno. Da solo dopo la vittoria dello Scudetto, da solo mentre tutta l'Italia parla di lui, appoggiato sul palo della porta che ha vessato per tutto il secondo tempo, videochiamando chissà chi. AuraSdraiato di fianco la coppa, con le mani giunte sotto la testa simulando un sonnellino, a favore di fotografi e giornalisti. Aura. Con il cellulare in mano, riprendendo la festa bianconera dalla pole position, urlando alla fotocamera interna che sì, è lui il più forte d'Italia. Aura. Tra le voci che si alzano intorno al Benito Stirpe più di qualcuno lo addita come «quello che ce la farà». Il rinforzo positivo arriva guardando i commenti sotto i suoi post di Instagram: tutto un «Ti aspettiamo in prima squadra», «sei un fenomeno», «arriverai tra i grandi» che si tiene. Ma adesso Destiny non vuole ascoltare: mani sulle orecchie e poi posa del surfista con Corigliano. C'è un presente pieno di aura da godersi fino all'ultima goccia. 

PERCORSO

Un presente pieno di aura che arriva dopo un passato non proprio in discesa, soprattutto nell'ultimo periodo. Arrivato dalla scuola calcio del Rebaudengo, il talento di origini Nigeriane ha cominciato a far sognare la Juventus fin da subito: in Under 15 - per dirne una - segna 14 gol in 24 presenze del campionato e diventa l'incubo d'Italia nel corso delle fasi finali (3 reti in 4 presenze). E a Torino cominciano a sfregarsi le mani. Dunque, l'idea: Questo è da far giocare con i più grandi. La risposta? 5 gol in 9 presenze con l'Under 17 da sotto età. Niente di più "aura" di così. Poi... bussa alla porta uno scherzo del destino. Toc, Toc. Chi è? La classica sfiga che arriva proprio sul più bello. Il grande stop interrompe una stagione cominciata nel segno dei migliori auspici: mesi ai box per un infortunio alla spalla e subito dopo una lesione muscolare. Ma l'Italia lo ha aspettato, eccome se lo ha aspettato. Come si sogna Babbo Natale il 24 dicembre, come si brama una domenica mattina senza sveglia dopo una settimana di lavoro, come si vuole l'acqua dopo una maratona. Ne avevano parlato come l'ottava meraviglia del mondo, lo spettacolo è valso l'attesa: Destiny è tornato, l'Italia se ne è accorta. E adesso c'è solo da restare a guardare...

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