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Under 16 A-B

Fu una bandiera delle giovanili al Torino, ora lo Scudetto con la Juventus: «Un cammino magico»

Claudio Grauso, già vice di Coppitelli con la Primavera, regala il primo titolo di categoria ai bianconeri: le sue parole dopo la Finale

Claudio Grauso, Juventus

Claudio Grauso, Juventus

Cosa rende una stagione davvero indimenticabile? Forse è la capacità di trasformare le difficoltà iniziali in un crescendo di successi, o forse è la magia che si crea quando un gruppo di giovani talenti trova la propria identità. Questo è esattamente ciò che ha fatto la Juventus Under 16 sotto la guida di Claudio Grauso, conquistando il primo Scudetto nella categoria. Un traguardo storico, che iscrive a pieno diritto questa squadra nel grande libro delle leggende del club.

LA RIVINCITA DI CLAUDIO GRAUSO

Dopo l'amara sconfitta ai quarti di finale dell'anno scorso contro la Samp con il gruppo dei 2008, Grauso, ex Torino da giocatore e da allenatore (cominciò come vice di Coppitelli), ha dimostrato come la determinazione e la resilienza possano portare a risultati straordinari. È quello che è successo anche durante quest'anno calcistico: «È stata una stagione incredibile, cominciata in salita, con tante difficoltà iniziali, ma vissuta poi in un crescendo continuo», ha dichiarato l'allenatore. E così è stato: un percorso che ha visto la Juventus Under 16 trasformarsi in una vera squadra, capace di costruire un'identità vincente.

La finale contro l'Empoli, terminata con un netto 3-1, ha visto la Juventus brillare grazie ai gol di Rocchetti, Brancato e Corigliano. Nonostante il momentaneo pareggio dell'Empoli firmato da Perillo, i bianconeri hanno dimostrato di avere la stoffa dei campioni. Particolarmente degna di nota è stata la prestazione di Giambavicchio a centrocampo, che ha dato equilibrio e solidità alla squadra.

UN GRUPPO UNITO E VINCENTE

«Creare coesione in un contesto competitivo come quello della Juventus non è semplice» ha sottolineato Grauso. Eppure, è proprio l'unità del gruppo che ha fatto la differenza. «La cosa di cui sono più orgoglioso è il gruppo squadra, componente tutt’altro che semplice da creare a livello giovanile in un club come la Juventus in cui la rosa è molto lunga, alcuni ragazzi sono titolari e altri invece devono accettare di sedersi in tribuna. Creare questa coesione in un contesto competitivo in cui rischia di prevalere l’interesse personale è la vera chiave del successo. Noi abbiamo un grande numero di individualità, ragazzi forti e di talento, che hanno saputo stare insieme. Questa magia quest’anno ha portato i risultati», ha aggiunto l'allenatore, evidenziando come il successo sia una diretta conseguenza del lavoro di squadra.

Se c'è qualcosa che Grauso spera i suoi ragazzi portino con sé, è la lezione di non mollare mai. Così infatti ha concluso il tecnico bianconero: «Se c’è una cosa che spero si portino dietro in questa stagione è l’idea di non mollare mai quando gli avversari vanno in vantaggio, quando il mister ti mette fuori squadra, quando senti di essere in affanno. Mai. Complimenti a loro e alla società, il merito è di tutti». Un insegnamento che va oltre il campo da gioco e che rappresenta il vero spirito del calcio.

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