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Under 16 A-B

Ha 16 anni, ma è già leggenda! Segna più di tutti e regala alla Juventus uno Scudetto sensazionale

Thomas Corigliano trascina la Vecchia Signora con gol e assist nella finalissima contro Empoli

Thomas Corigliano

JUVENTUS UNDER 16 • Thomas Corigliano, stella indiscussa dei bianconeri guidati da Grauso

Ci sono serate che sembrano scritte dal destino. Serate in cui il talento esplode, la magia si manifesta, e un ragazzo diventa uomo sotto i riflettori di uno storico stadio, il Benito Stirpe, nella finale Scudetto. È accaduto a Thomas Corigliano, il gioiello della Juventus, che nella notte più importante dell’anno ha lasciato un’impronta indelebile. Un gol da incorniciare, un assist perfetto, ma soprattutto una presenza che ha fatto vibrare l’intero stadio. Ha brillato tutto l’anno, ma nella notte che conta ha acceso un faro. La punizione in finale non è stata solo un gol, è stata un manifesto. La sua firma su una stagione da sogno, coronata da un trionfo atteso da tempo. E forse immaginato, sognato, vissuto mille volte prima a occhi chiusi. Ora, invece, è tutto reale. E porta il suo nome.

TALENTO GENERAZIONALE

Partiamo dai 5 gol in 6 partite durante le fasi finali? Partiamo dai 16 gol in campionato? Oppure dalle prestazioni fenomenali con la maglia dell'Italia? O ancora, con la punizione clamorosa in finale Scudetto contro l'Empoli? Tante, tantissime cose di cui parlare. Tante, tantissime cose che a parole non si possono descrivere. Per capirle si può solo guardare, osservare attentamente e innamorarsi calcisticamente di un talento generazionale. Si parla di Thomas Corigliano, si parla di un astro nascente delle giovanili juventine. Si parla di un gioiello classe 2009, vero e proprio, dal valore pressoché inestimabile. Trequartista, attaccante, ala, mezzala, un po' un tuttofare. Dove lo metti sta, facendo la differenza, sempre. E quindi come quell'1 dicembre contro il Sassuolo, con uno dei suoi classici tiri da fuori chirurgici. Oppure come quell'8 dicembre, nel derby della Mole: salta tutti sugli sviluppi di una punizione, poi mette la palla all'incrocio da angolazione impossibile. O ancora, come la doppietta nell'ottavo di finale contro l'Hellas Verona, con una punizione magica, strepitosa. Si potrebbe andare avanti tanto, tanto tempo, ma il succo del discorso è questo: Corigliano lascia il segno, Corigliano lascia un solco profondo. Sul campo quando sgasa, nei cuori della gente quando fa le sue magie.

Thomas Corigliano inseguito e trattenuto dal terzino dell'Empoli Davide Ginestretti

ORA CI PENSO IO

Sinonimo di decisivo? Thomas Corigliano. Che aspettava di giocarsi una finale Scudetto da anni, tanti anni. Lui che è alla Juventus da quando era praticamente in fasce. Lui che, probabilmente, si era sognato una serata del genere solo nelle notti migliori. E d'altronde, se schieri un uomo decisivo in una finale, il risultato è pressoché scontato. Prima, dopo appena 16 minuti, trova un modo per servire il suo capitano, Edoardo Rocchetti. Lo trova con un cross clamoroso, stupendo, a tratti inaspettato. Lo fa con una parabola lunghissima, ma precisa, di rara fattura. Rocchetti incorna e ringrazia, per il gol dell'1-0. Finita qua? No, assolutamente no. Giocate su giocate alle spalle di Paonessa e Santa Maria. Giocate su giocate svariando da sinistra a destra, da destra a sinistra. E poi, non appena si palesa l'occasione, sfoggia la sua arma migliore. Il tiro da lontano in senso più generico, la punizione in senso più mirato. Paonessa ottiene una punizione dal limite, a lui basta guardarlo per ottenere il cenno d'intesa. Come a dire: "Tranquillo, ora ci penso io". Marchisio gliela tocca di tacco, lui spara un razzo missile direttamente all'incrocio. Un tiro di una potenza incredibile, ma allo stesso tempo di un'eleganza rara, di classe superiore. Poi prende e corre sotto alla tribuna, esultando alla Didier Drogba con la famosa knee slide. Gol e assist, decisivo con la squadra di club e in nazionale, primo Scudetto vinto da protagonista indiscusso. Ci sono annate peggiori, nettamente peggiori...

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