Non è affatto detto che il calcio sia solo una questione di vittorie e trofei. A volte, le storie più belle nascono da percorsi che, pur senza coppe in bacheca, lasciano un segno indelebile nei cuori di chi le vive. È il caso dell'Italia Under 21 agli Europei di Slovacchia, un'avventura fatta di grinta, talento e un'identità chiara che ha illuminato il cammino degli azzurrini.
UN INIZIO COL BOTTO Il torneo è iniziato con una scintilla di speranza grazie alla vittoria contro la Romania.
Tommaso Baldanzi ha aperto le danze con una conclusione potente, su assist geniale di
Matteo Ruggeri. Un inizio che ha messo in chiaro le intenzioni della squadra: essere protagonisti, lottare insieme e far brillare le giovani stelle del nostro calcio. E quando
Cesare Casadei nella seconda partita ha trovato il gol decisivo contro la Slovacchia, su assist perfetto di
Willy Gnonto, l'Italia ha dimostrato di avere le carte in regola per puntare in alto. In tutto ciò grandi meriti anche al portiere
Sebastiano Desplanches, autentico protagonista in entrambi gli incontri.
IL CUORE OLTRE L'OSTACOLO La partita contro la Spagna è stata il vero banco di prova. Sotto di un gol dopo la rete di
Rodriguez, gli azzurrini hanno risposto con orgoglio grazie alla magia di
Niccolò Pisilli, splendidamente servito da
Daniele Ghilardi. Un pareggio che ha lanciato l'Italia verso i quarti di finale da seconda del girone, un risultato che ha acceso l'entusiasmo dei tifosi. Anche perchè ha dimostrato che la giovane selezione azzurra era in grado di giocarsela contro chiunque e magari riconquistare quell'ambito trofeo che manca ormai da 21 anni.
LA BEFFA TEDESCA E poi, la Germania. Una sfida che ha visto l'Italia giocare forse la sua miglior partita del torneo. Più idee, più qualità, più coraggio.
Luca Koleosho ha sbloccato la gara con un guizzo, ma i tedeschi hanno ribaltato il risultato grazie a episodi favorevoli.
Woltemade e
Weiper hanno punito due disattenzioni italiane, mentre gli azzurrini si sono trovati a fare i conti con decisioni arbitrali discutibili. Eppure, l'Italia non ha mollato seppur ridotta in 9 contro 11: al 96', su punizione,
Giuseppe Ambrosino ha disegnato una parabola da applausi che ha riacceso la speranza. Poi a pochi minuti dal 120' ecco la rete del 3-2 tedesco.
UN GRUPPO DA APPLAUSI L'
Italia Under 21 ha fatto strada grazie a un gruppo compatto e determinato.
Desplanches, tra i pali, è stato semplicemente super: sicuro, reattivo, sempre al posto giusto. Davanti a lui, una difesa tosta e ordinata con
Coppola,
Ghilardi e
Pirola a chiudere ogni spazio. Il centrocampo, nonostante l'infortunio di
Baldanzi, ha mostrato carattere e qualità.
Casadei ha brillato con inserimenti e leadership, mentre
Pisilli e
Prati hanno dato il loro contributo con talento e corsa. L'attacco azzurro, orfano di
Pio Esposito, dirottato dall'Inter al Mondiale per Club, pur non essendo esplosivo, ha avuto due protagonisti:
Koleosho, con la sua freddezza e tecnica impeccabile, e
Ambrosino, autore di un gol su punizione che ha fatto esplodere di gioia tutto l'ambiente azzurro.
IL MISTER E IL SUO STAFF Un grande applauso va a
Carmine Nunziata e al suo staff, che hanno saputo creare un gruppo vero, unito, che ha lottato fino all'ultimo secondo. Dopo l'eliminazione con la Germania, il selezionatore azzurro ha difeso i ragazzi, applaudendoli pubblicamente e denunciando le scelte arbitrali che hanno pesato sulla partita. Un allenatore vero, che ha reso fieri tutti i tifosi di questa
Under 21.