Under 15 Serie C
26 Giugno 2025
LECCO UNDER 15 SERIE C • Emanuele Fatao Terranova, ala destra fenomenale classe 2010 del le Aquile
Sul prato rovente dello stadio Rocchi di Viterbo, nel giorno che valeva un'intera stagione, non c’era solo una finale in ballo: c’era la consacrazione di un predestinato. Emanuele Fatao Terranova, classe 2010 del Lecco, ha scritto il suo nome a lettere d’oro nella storia del calcio giovanile. Un’ala destra dal passo leggero e dal cuore pesante di sogni, capace di firmare 32 gol in stagione e ben 10 soltanto nella fase finale. Numeri da bomber, sì, ma il suo è un calcio che va oltre le statistiche. È ritmo, fantasia, fame. È la magia di un ragazzo che parte palla al piede e sembra volare, mentre la gente sugli spalti si alza in piedi, sapendo che qualcosa sta per accadere. E quando accade, come nella finalissima Scudetto contro il Renate, resta negli occhi e nel cuore. Perché Fatao non gioca solo per vincere. Gioca per lasciare il segno.
La storia d'amore tra Fatao e il Lecco inizia solo un paio d'anni fa. Quando, dopo l'esperienza alla Pro Sesto, il classe 2010 ha deciso di indossare il bluceleste. Scelta giusta? Scelta giustissima. Con quella maglia addosso Terranova trova una famiglia, trova un posto sicuro, trova un posto dove poter esprimere le proprie qualità al meglio. L'anno scorso solo gol pesanti: 5 totali, uno alla sua ex Pro Sesto, uno al Milan e uno all'Inter, quasi indimenticabili, incisi nella storia. Quest'anno, invece, i gol sono tanti, tantissimi, forse addirittura troppi per essere un'ala destra. Doppia cifra, sì, ma un numero spropositato. Che l'ha proiettato in testa alla classifica marcatori del Girone A e tra i migliori bombardieri di tutta la nazione. I gol fatti sono ben 32, non uno di più, non uno di meno. Insomma, cose che non si vedono proprio tutti i giorni. Quasi sempre con lo stesso copione. Imbucate e sprint folgoranti sulla destra, con conclusioni ad incrociare: questo il marchio di fabbrica. Per poi andare ad esultare nei modi più simpatici e svariati possibili, sotto le note di "Fatao meravigliao", ma questa è un'altra lunga, lunghissima storia.
Emanuele Fatao Terranova a fine partita con la bandiera del Burkina Faso
Non semplicemente decisivo. Decisivo quando conta, quando è più importante. Cosa non da poco, per niente. Perché nelle sei partite delle fasi finali (tra ottavi, quarti e semifinali), lui ci ha sempre messo la firma. Segnando la bellezza di 10 gol contro Rimini, Albinoleffe e Perugia, non squadre qualunque per intenderci. E nella finalissima Scudetto poteva mai risparmiarsi? No, assolutamente no. In un momento atteso da una vita intera, seppur nel caldo afoso di un pomeriggio di Viterbo, Fatao sulla corsia di destra incanta, fa innamorare tutti. Già durante i primi minuti di gara fa capire al terzino che per lui sarà una gara tosta, tostissima. Prende palla, alza la testa e inizia a correre all'impazzata. O meglio, vola, fluttua. Tra i suoi piedi ed il manto erboso non sembra esserci attrito, "Black Panther" (come lo chiamano i compagni) corre forte, verso il proprio destino. Luminoso, prospero, magnifico. Ma stando a quanto successo nella finale Scudetto contro il Renate, forse guardare troppo più in là rischia di non fare giustizia a quanto accaduto. Perché sì, in una stagione cambia tutto. Perché sì, con uno come Fatao in campo tutto può succedere. Come ad esempio alzare al cielo uno Scudetto leggendario, sensazionale, sotto agli occhi fieri di papà Lillo e mamma Clara. Con il sogno sempre acceso di partecipare alla Coppa d'Africa, un giorno, con il suo Burkina Faso, di cui indossava con orgoglio la bandiera a fine partita...