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Under 15

È la rivincita perfetta! Saluta la Serie B, segna un gol a partita e firma uno Scudetto clamoroso

Il classe 2010 comincia l'anno nei professionisti, poi torna nei dilettanti e porta il Savio sul tetto d'Italia con un gol in finale

Andrea Tacchi, Savio

Andrea Tacchi, Savio

Ci sono storie che sembrano scritte dal pallone stesso. Storie in cui le cadute servono solo a prendere la rincorsa. Quella di Andrea Tacchi è una di queste. È la finale Scudetto Under 15 Dilettanti, una di quelle partite che sognano tutti i ragazzi cresciuti tra i campi polverosi e i pomeriggi infiniti. Il Savio preme, il Tau Altopascio resiste. Poi, il lampo: Martinelli stoppa in area, il pallone resta lì, come un invito del destino. E Tacchi, centravanti di sfondamento, si infila tra i difensori come un rapace in picchiata. Un tocco secco, preciso, definitivo. È il gol che apre la strada verso il Tricolore, un colpo che racconta molto più di una semplice rete. Racconta di un ragazzo che ha saputo rialzarsi, rispondere con il cuore e con il talento a una stagione iniziata tra i professionisti e proseguita, apparentemente in sordina, tra i dilettanti. Una rivincita che si consuma proprio lì, sotto i riflettori più importanti del calcio giovanile.

RISCATTO

Tacchi aveva cominciato l’anno con il Frosinone, nel campionato Under 15 A-B, il massimo palcoscenico della categoria. Sembrava l’inizio perfetto. Ma poi qualcosa si spezza, le strade si dividono. A gennaio, il ritorno nei dilettanti potrebbe suonare come un passo indietro. Invece, per lui è la svolta. Andrea torna a Roma, al Savio, e lì ritrova se stesso. Non servono parole, parlano i numeri: 13 gol in campionato più 8 pesantissimi nelle fasi finali nazionali, uno nella finalissima. Calcolatrice alla mano - dovesse servire: fa 21 reti in mezza stagione (a cui si potrebbero sommare anche le 2 con la maglia del Frosinone, ma questo è un capitolo diverso della storia che stiamo raccontando). Considerando che è arrivato a gennaio, si tratta di un gol a partita nei dilettanti. Ma dietro quei numeri, c’è molto di più: c’è la fame di chi ha sentito mormorare che forse non era pronto, la voglia di chi vuole dimostrare che nessuna porta può restare chiusa se hai la forza di buttarla giù. Tacchi si piazza in area come una sentenza, raccoglie palloni come un magnete e li trasforma in oro. Ha senso della posizione, rapidità mentale, fiuto del gol. Ma soprattutto, ha carattere. Il carattere di chi sa trasformare una seconda opportunità in rinascita. E chi lo ferma più?

UN SOGNO CHE RINASCE

Con lui, il Savio è tornato sul tetto d’Italia. Un traguardo che mancava dal 2015, dieci lunghi anni d’attesa. Una generazione intera ha atteso questo momento. E Andrea Tacchi, con il suo carico di rivincita e orgoglio, ne è stato il volto. «Gioco a calcio da quando ero bambino – ha detto dopo la finale –. Questo è un sogno che si avvera. Lo dedico alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto, e a questo gruppo straordinario che mi ha accolto come uno di loro». Le sue parole arrivano non sono solo la voce di un attaccante in gol. Sono il racconto di chi non si è arreso, di chi ha saputo fare della difficoltà un trampolino, non un freno. Andrea Tacchi è tornato per vincere, e ha compiuto la sua missione alla perfezione. Adesso, quel ragazzo che ha fatto innamorare Torpignattara sogna in grande. E ha già l’aria di chi non intende fermarsi qui.

La festa del Savio dopo la vittoria contro il Tau

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