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Under 17-15

Dal nulla alla gloria eterna: lo Scudetto delle due squadre dilettantistiche più forti d'Italia

Il dominio totale del Lazio, il Piemonte torna campione 11 anni dopo: tutte le foto e gli approfondimento sulle finali di Velletri

Ormai è quasi un’abitudine per questo Lazio. Una piacevole abitudine. D’altronde quando gli ultimi 4 Scudetti Under 15 Dilettanti in 5 anni te li porti a casa tu, è chiaro che la vittoria diventa un callo. Eppure, è sempre un’esperienza nuova. Questa volta la voce che racconta è quella di Andrea Tacchi, infaticabile bomber, uomo della finale. È quella di Grisari e Bartoletti, firmatari di due scudetti nel giro di due mesi (Torneo delle Regioni e Under 15 Dilettanti), è quella di Flavio Nardocci, colui che ha messo il timbro sul rigore che ha chiuso i giochi (2-0) contro il Tau, è quella di un Savio - formazione di Roma città - che torna sul tetto d’Italia esattamente 10 anni dopo l’ultima volta, di nuovo contro quel Tau Altopascio a cui strappò il titolo una decade fa. Tutto uguale, eppure tutto diverso: il dopo Nuova Tor Tre Teste, Vigor Perconti e Urbetevere, il Lazio ha i suoi nuovi Campioni d’Italia.

LA FINALE UNDER 15

Lo sentivi arrivare. Era quel respiro leggero che sale dai vicoli della città, quel vento speciale che sa di qualcosa di grande. Lo avvertivi già sulla punizione di Nardocci, che al 2’ trova la testa di Tesei per un colpo d’apertura da brividi. Bella è miracoloso, ma i toscani cominciano a percepire il cambio d’aria. Lo intravedevi sul corner di Basili al 3’, destinato al secondo palo, e lo sentivi potente sul destro ravvicinato di Tacchi al 7’. Il vento romano continua a sussurrare ai suoi ragazzi. E quando Tacchi trova la rete sull’assist di Martinelli, nessuno si stupisce davvero: questo Savio, in dieci minuti, ha già fatto capire che sull’erba di Velletri non si scherza. E per rendere tutto ancora più chiaro, ci pensano ancora Basili e Martinelli: il primo, allo scadere del primo tempo, con una parabola tagliata che trattiene il fiato a tutti; il secondo con una sassata in area che termina sui guanti di Bella. Due occasioni, due squilli, un solo messaggio: davanti, il Savio è un fiume in piena. E quel messaggio arriva forte e chiaro. Per vendicare la finale di dieci anni fa, per entrare nella leggenda con un nuovo Scudetto, per completare una rimonta che ha il sapore del mito. Il Tau ci prova con Cecchetti prima dell’intervallo, poi con due stoccate di Simonini dalla distanza: una si stampa sulle gambe di Benincasa, l’altra sfiora il palo. Il sogno è lì, ma comincia a scivolare. E alla fine, per quanto amaro, bisogna lasciarlo andare. Il gelo arriva al 10’ della ripresa: Citti atterra Tacchi in area, Copelli (il lombardo della finale, essendo della Sezione di Mantova) non ha dubbi, è rigore. Sul dischetto si presenta Nardocci, pronto a entrare nella storia. È il suo momento, e non lo fallisce: 2-0. Da lì in poi, il Savio gestisce, resiste agli ultimi assalti e si prende la gloria. Una gloria cercata per 10 anni e finalmente tornata in via Norma, una gloria che si imprime nella storia del quartiere Centocelle e che riporta a Roma un trofeo ormai quasi abituale. Il fautore di tutto questo? Chiaramente, la guida tecnica Carlo Autorino: «Questo è stato il mio primo anno qui e vincere lo scudetto, dopo dieci anni, è stata una soddisfazione enorme - dichiara emozionato l'allenatore del Savio - Dedico questa vittoria alla mia famiglia, a me stesso, al mio staff e ai ragazzi che, ci tengo a dirlo, si sono allenati duramente 4 volte a settimana per tutto l'anno». [Beatrice Balbinot]

TAU-SAVIO UNDER 15 • La cronaca

TAU-SAVIO UNDER 15 • Focus su Tacchi

TAU-SAVIO UNDER 15 • Focus su Grisari e Bartoletti

LA FINALE UNDER 17

Partiamo da quell’inchino lì. Dopo la corsa forsennata sotto la tribuna, con Sesia e Raviola che gli si attaccano al collo, con la gente di Pianezza che esplode di gioia. Erano tutti attaccati allo streaming, tutta una città ferma a guardare l’impresa prendere forma. Si inchina, Matteo Fioccardi, l’autore della rete che corona una stagione a dir poco perfetta. Si inchina, il numero 11 del Lascaris, davanti alla città che rappresenta, davanti a un popolo intero che lui stesso ha portato sulla cima più alta d’Italia. Si inchina, il bomber bianconero, lui che in quel momento aveva l’intero Paese ai suoi piedi. È il gol del definitivo 1-0 contro i campani del Micri, arrivato al 28’ del primo tempo: l’assist di Sesia entrerà nella storia, il tocco con il destro di Fioccardi è già materia di studio nelle scuole di tutto il Piemonte. Insomma, hanno scritto un pezzo di storia: è la prima volta che il Lascaris arriva a toccare il cielo con un dito e ad apporsi al petto uno scudetto. C’è chi dice che attorno questo gruppo si erano create fin da subito certe vibes. Come un’aura strana, l’aura di chi circonda i più forti d’Italia. E d’altronde, lo aveva detto anche lo stesso Maurizio Cocino in tempi non sospetti (uno con lo scudetto iscritto nel DNA, se si pensa che la figlia Martina è Campionessa d’Italia con la Juve Primavera): «Comprate pure i biglietti per Roma, noi arriveremo fino in fondo». Promessa mantenuta? Promessa mantenuta proprio fino alla fine. E adesso che la grande impresa è compiuta, al netto di qualche brivido nel finale e di un rigore non andato esattamente come previsto, il grande condottiero può voltarsi e osservare il percorso: una sola sconfitta durante tutta la stagione - nella partita per la Supercoppa - un pienone impressionante di titoli messi in bacheca (Super Oscar, Campionato e Gold Cup) e un messaggio lanciato chiaro e tondo alla nazione intera: «Arriviamo qui con un percorso netto, con tutte vittorie alle fasi nazionali tranne il pareggio con il Tau. Il nostro era un girone secondo me ingiocabile con Montebelluna e Tau. Il campo ha dimostrato che eravamo noi quelli ingiocabili, il Lascaris è diventato ingiocabile». Ma quand’è che un allenatore si rende conto di avere a che fare con i futuri campioni d’Italia? «Mi sono reso conto di avere per le mani un gruppo straordinario perché mi sono accorto che - invece dei soliti 3/4 giocatori che in allenamento sono perfezionisti - in questa squadra ci sono solo giocatori perfezionisti: tutti quanti sono dei trainanti eccezionali e non si accontentano mai». Niente di più vero: solo ora i Campioni d’Italia si riposano, ora che il loro nome è inciso nella storia. [Beatrice Balbinot]

MICRI-LASCARIS UNDER 17 • La cronaca

MICRI-LASCARIS UNDER 17 • Le pagelle

MICRI-LASCARIS UNDER 17 • Le parole di Cocino

MICRI-LASCARIS UNDER 17 • Focus sui classe 2009

MICRI-LASCARIS UNDER 17 • Focus su Castaldi

MICRI-LASCARIS UNDER 17 • Focus su Fioccardi

MICRI-LASCARIS UNDER 17 • Focus su Raviola

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