Il Pungiglione
10 Luglio 2025
IL PUNGIGLIONE • Cristiano Ronaldo è solo uno dei tanti grandissimi nomi che hanno contribuito a rendere gloriosa la storia del Real Madrid
Dopo aver letto un articolo su un famoso editoriale sportivo, sono stato travolto da quei particolari ricordi sopra riportarti. Il direttore di un grande editoriale sportivo consigliava di leggere il resoconto di un viaggio di un solo giorno in Spagna, scritto da un suo referente della redazione. In questo articolo, l'autore descrive i metodi innovativi utilizzati nell'attività di base del Real Madrid e racconta le emozioni provate durante la visita allo stadio Santiago Bernabeu e alla Ciudad Deportiva de Valdebebas.
Il giovane allenatore UEFA C, laureato in Informatica Umanistica, coordinatore Tecnico dell'Attività di Base di una società professionista, prima di addentrarsi dentro la metodologia dell'Attività di Base, si è soffermato su alcune frasi lette sui muri del Santiago Bernabeu come quella immortale: "Nessun giocatore è così bravo come lo sono tutti insieme" o "Anche il più brillante dei talenti non vale nulla se non si mette al passo della squadra" o "La maglia del Real Madrid è bianca, si può sporcare di fango, sudore, e perfino di sangue, ma mai di vergogna". Letto questo, il nostro laureato si è convertito al collettivo, al gioco d'insieme, all'uomo che trascina gli altri, al possesso palla, al fuoriclasse che deve difendere e che altrimenti va messo in panchina.
Tutto vero, tutto magico, tutto affascinante ma le vittorie del Real Madrid sono da attribuire ai grandi campioni, agli specialisti del gol, i quali nel momento più importante sono soli, non possono chiedere aiuto alla squadra. Basta con il collettivo "sacchiano", basta con il calcio-cooperativa. Il nostro Sacchi all'Atletico Madrid è stato esonerato, il gioco era piacevole, ma mancava il goleador, quella figura che si disinteressa dei moduli, quel giocatore chiave che apre tutte le porte, e dal niente gonfia le reti. Dopo 30 partite, 15 vittorie, 5 pareggi, 10 sconfitte, il nostro Arrigo è tornato a casa.
Il Real Madrid deve i suoi successi ai suoi grandi individualisti e al suo portafoglio gonfio di denaro che gli permette di dominare il mercato calciatori nel mondo. Al Real diventano tutti famosi: il Presidente, gli allenatori, i loro staff, i direttori sportivi, tutti scolpiti nella storia madridista. Il merito? Semplice: Alfredo Di Stefano 308 gol, Ferenc Puskas 242 gol, Amancio 119 gol, Pirri 123 gol, Santillana 290 gol, Butragueno 171 gol, Hugo Sanchez 208 gol, Ivan Zamorano 101 gol, Raul 323 gol, Cristiano Ronaldo 450 gol, Karim Benzema 354 gol. E adesso hanno comprato Mappe e così via...
Confesso che, quando ero giovane come il nostro laureato, pensavo che le mie idee tattiche e il modulo di gioco fossero la mia arma vincente, e quando il grande allenatore di allora Niels Liedholm sosteneva che i mister contavano il 20 per cento in una squadra, e che lui giocava a zona cosi alla sera dormiva tranquillo senza pensare alle marcature, giuro che mi innervosivo. Adesso invece...