Under 17 A-B
08 Luglio 2025
Chi avrebbe mai pensato che un ragazzo di soli 16 anni potesse scuotere così tanto il mondo del calcio giovanile? Eppure, Samuele Pisati, classe 2009, ha fatto proprio questo, lasciando il Milan dopo dieci anni di cammino per approdare al Como. Un trasferimento che non è solo un cambio di maglia, ma un vero e proprio terremoto nel panorama calcistico giovanile italiano.
IL VIAGGIO DI PISATI: DAL VISMARA AL COMO
Samuele Pisati non è un nome nuovo per chi segue il calcio giovanile. Cresciuto nel vivaio del Milan, ha trascorso dieci anni al Vismara, un luogo che lui stesso ha definito "magico". Nell'ultima stagione, sotto la guida di giovanni Renna, ha brillato con l'Under 17, nonostante fosse sotto età. La sua capacità di segnare e servire assist è stata fondamentale per la squadra, culminando in una stagione da protagonista assoluto. Emblematico è stato il suo impatto nel ritorno dei quarti di finale contro l'Empoli, dove, entrato al 30', ha cambiato l'inerzia della partita, trascinando i rossoneri alla qualificazione. Ma perché lasciare il Milan? La risposta sembra risiedere nella volontà di trovare un percorso più definito. Il Como, infatti, crede fortemente in lui e lo vedrà protagonista già dalla prossima stagione in Primavera, puntando alla promozione in Primavera 1, sfuggita di un soffio nella stagione appena conclusa.
IL TESTO COMPLETO
Questo il testo completo del messaggio pubblicato da Samuele Pisati sul suo Instagram: «Ci sono scelte che ti strappano un pezzo di cuore e ti lasciano davanti a un bivio dove nessuna via sembra giusta. Ma sono proprio quelle che ti fanno crescere. Oggi è uno di quei giorni. In cui le parole sembrano troppo piccole per ciò che sento dentro. Ma ci provo. Sono arrivato al Milan da bambino: occhi pieni di sogni, ginocchia sbucciate, zaino carico di speranze. Appena entrato al Vismara, ho capito che quel posto aveva qualcosa di magico. Ho vissuto 10 anni con questa maglia. Anni veri, fatti di pioggia, fatica, delusioni, gioie enormi. Il primo allenamento? Gambe che tremano, cuore a mille. Al primo tocco, ho capito: questo è il mio posto. Poi viaggi, notti lontano da casa, compagni diventati fratelli. Abbracci, lacrime, gol, cadute, risalite. Serate a guardare San Siro vuoto e pensare: “Quando toccherà a me?” Perché quel sogno lo porterò sempre dentro. Oggi è tempo di salutare. Non è stato facile. Mi ha tolto il sonno. Ma lo faccio per crescere, per nuove sfide, per trovare nuovi orizzonti. Il Milan non è solo una squadra. È casa, rifugio, scuola di vita. E anche se da domani indosserò un’altra maglia, nel mio cuore ci sarà sempre una parte rossonera. Grazie a chi ha vissuto questo viaggio con me. A tutti gli allenatori che hanno creduto in me. Non sarò mai abbastanza grato per l’amore ricevuto. Al Milan auguro il meglio. Sempre. Il tempo e la distanza non spezzeranno mai questo legame. E mi porterò dentro tutto. Ma un’immagine non se ne andrà mai: l’ultimo piede messo in campo con voi. L’ultimo passo. L’ultimo respiro prima del fischio. Allo Stirpe, due finali Scudetto, due anni di fila. Sempre lì. Sempre insieme. A un passo dal sogno. Eppure, in mezzo al silenzio e alle lacrime, abbiamo capito che anche perdere fa crescere. Perché guardarci negli occhi in quel momento ci ha resi veri. Una vittoria che non finirà mai in una coppa, ma vivrà per sempre dentro di noi. Una volta rossonero, per sempre rossonero. Con le lacrime agli occhi, grazie di tutto».