Primavera 3
15 Luglio 2025
Quando il talento incontra la determinazione, i confini si spostano e i sogni diventano orizzonti da raggiungere. È il caso di Ludovico Baruzzi Ungari, classe 2008, che dopo il percorso nel Settore Giovanile del Brescia si prepara a una nuova avventura: vestirà la maglia del Mantova, entrando a far parte della formazione Primavera guidata da Gabriele Graziani, figlio dell’indimenticabile “Ciccio”. Per chi lo ha visto crescere – dall’Oratorio Santa Maria della Vittoria fino all’approdo nelle Rondinelle – il salto non sorprende: Ludovico è uno di quei profili rari, in cui il fisico si unisce alla testa, la tecnica al sacrificio. Difensore centrale di piede destro, 185 cm per 75 kg, colpisce per esplosività e lettura di gioco. Ma è soprattutto la sua storia personale a raccontare perché questo passo in avanti suoni oggi così naturale.
Il cammino di Baruzzi Ungari, che giocherà quindi in Primavera 3 con la formazione virgiliana, è stato costruito con pazienza e cambi di prospettiva: solo nel 2021, infatti, un’intuizione ha cambiato il corso della sua carriera. Da centrocampista, Ludovico si è trasformato in centrale difensivo. Una metamorfosi, sì, ma soprattutto una rivelazione. Lì dietro, in quella terra di mezzo tra il rischio e l’equilibrio, ha trovato il suo habitat: stacco aereo dominante, coraggio nel duello, ordine mentale. È un difensore moderno, che sa impostare ma non ha paura di sporcarsi le mani. Lo scorso anno ha firmato un quadriennale con il Brescia, segno di fiducia e visione. Poi il fallimento del club, con i talenti più interessanti che hanno cambiato maglia. Quindi l’occasione di approdare in una Primavera strutturata come quella del Mantova – che nell'ultima stagione ha vinto il campionato ma perso il playoff con il Lecco – rappresenta per lui un trampolino autentico, un banco di prova che può accelerarne lo sviluppo tecnico, tattico e personale.
Sotto la guida di Gabriele Graziani, Ludovico porterà non solo centimetri e tempismo, ma anche quella serietà quasi adulta che già lo aveva fatto emergere tra i pari età. È un ragazzo silenzioso, con la testa sulle spalle e le idee chiare: non cerca la ribalta, ma non ha paura di conquistarla. Il paragone con Chiellini, suo idolo dichiarato, non è casuale: come l’ex capitano azzurro, sa di dover lavorare su ogni dettaglio, soprattutto sulla velocità del gioco e sul posizionamento. Ma la base è solida, forgiata da anni di sacrifici veri. Il Mantova lo accoglie in un momento cruciale, con l’ambizione di costruire non solo risultati ma uomini di calcio. E Ludovico sembra essere il tassello giusto per un progetto che guarda lontano. Perché a volte i treni passano una volta sola. E lui, come sempre, è già in stazione. Pronto.