Jorge Costa oltre ad essere una bandiera del Porto ha giocato 50 partite con la Nazionale del Portogallo segnando 2 reti
Quando una stella del calcio ci lascia, il vuoto che si crea è incolmabile. E così, con il cuore pesante, il mondo del pallone si stringe attorno alla famiglia di Jorge Costa, l'ex capitano e direttore sportivo del Porto, scomparso improvvisamente nella giornata di lunedì 5 agosto a causa di un arresto cardiaco che lo ha colto quando si trovava nel centro sportivo di Olival. Aveva 53 anni e oltre all'attività con il club biancoblù aveva vestito anche la maglia della Nazionale del Portogallo per un decennio partecipando agli Europei del 2000 e ai Mondiali del 2002 dopo aver vinto con i lusitani i Mondiali Under 20 nel 1991.
UN CAPITANO, UN LEADER Jorge Costa non era solo un giocatore; era un simbolo, un leader nato. Conosciuto come «Il Bicho» per la sua presenza imponente in campo, Costa in campo ha guidato la difesa Porto con una determinazione e una passione che pochi altri hanno saputo eguagliare. La sua leadership era palpabile, quasi come se ogni fibra del suo essere fosse intrisa di spirito combattivo. Non era solo il capitano della squadra, era il faro che illuminava il cammino dei suoi compagni nei momenti di difficoltà. I successi comunque non sono mancati in 13 anni in squadra intervallati da una breve parentesi al Charlton. Una Champions League (2003-2004), una Coppa Intercontinentale (2004) e una Coppa Uefa (2002-2003).
IL CORDOGLIO DEL PORTO La notizia della sua morte ha scosso non solo il Porto, ma anche molti addetti ai lavori del calcio mondiale, oltre i confini nazionali, creando una rete di affetti e rispetto che abbraccia tutto il mondo. Jorge Costa ha lasciato un'eredità che va oltre le sue prestazioni sul campo. Come direttore sportivo del Porto, ha continuato a influenzare il club con la sua visione e il suo impegno, contribuendo a forgiare una squadra competitiva e ambiziosa. La sua perdita non è solo quella di un uomo, ma di un intero universo di esperienze e conoscenze che ha arricchito chiunque abbia avuto la fortuna di incrociare il suo cammino.
UNA LEZIONE DI VITA La vita di Jorge Costa ci insegna che il calcio è molto più di un semplice gioco. È una scuola di vita, un palcoscenico dove si intrecciano storie di sacrificio, passione e dedizione. Costa ha incarnato tutto questo, dimostrando che la vera grandezza non si misura solo con i trofei, ma con l'impatto che si ha sulle persone e sulle generazioni future. Tant'è che nella conferenza stampa che precedeva l'incontro dei preliminari di Champions League Feyenoord-Fenerbahce anche José Mourinho non è riuscito a trattenere le lacrime ricordando il suo ex giocatore dei tempi dei successi del Porto.
IL SALUTO DI UN MONDO UNITO In questi momenti di dolore, il calcio si dimostra ancora una volta un linguaggio universale, capace di unire persone di ogni angolo del mondo. L'addio a Jorge Costa è un saluto collettivo, un abbraccio che attraversa oceani e continenti, unendo tifosi, giocatori e dirigenti in un unico sentimento di perdita e gratitudine. Perché, in fondo, il calcio è questo: una famiglia che sa stringersi attorno ai suoi membri nei momenti di difficoltà.
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