JUVENTUS NEXT GEN-ATALANTA UNDER 23 SERIE C - Federico Simonetto, classe 2006, nella scorsa stagione con la Primavera 1 della Dea ha segnato 10 reti in campionato
Un’amichevole può dire poco ma dipende da come la si giocha. A Biella l’Atalanta Under 23 ha messo il piede sull’acceleratore e non l’ha più tolto, confezionando un 5-1 alla Juve Next Gen che suona come una prova generale riuscita a 8 giorni dall’esordio in Coppa Italia Serie C. Un risultato che fa rumore, certo, ma soprattutto un messaggio: la mano del neo tecnico Salvatore Bocchetti si vede, eccome se si vede. Ritmo, idee chiare, compattezza: i nerazzurri hanno dominato il canovaccio, lasciando ai bianconeri di MassimoBrambilla solo la consolazione del lampo di Vacca nel finale. E allora la domanda è d’obbligo: quando una squadra impone così nettamente tempi e spazi, quanto conta che sia «solo» agosto?
IL CONTESTO GIUSTO PER ALZARE L’ASTICELLA A poco più di una settimana dalla Coppa Italia Serie C, questo test era una cartina di tornasole perfetta: due seconde squadre che masticano intensità e sviluppo, una cornice utile a misurare condizione e automatismi. Il verdetto? L’Atalanta Under 23 (inserita nel Girone C di terza serie) ha mostrato solidità e un’idea di gioco ben definita, la Juve Next Gen (inserita nel Girone B) è sembrata in ritardo di gamba e sincronie. Il teatro è Biella, il pomeriggio è quello che piace agli allenatori: campo, sudore e risposte da decifrare con il pennarello tattico.
LA PARTITA: CINQUINA DAL PESO SPECIFICO La sfida si sblocca presto, al 13’: cross velenoso, mischia, e la sfortuna bacia Scaglia, che infila nella propria porta. Non è solo lo 0-1, è il punto di rottura emotivo. La Juve Next Gen prova a riorganizzarsi, ma l’Atalanta Under 23 continua a muovere palla con autorità, senza forzare ma con quella calma che sembra dire: il treno lo guidiamo noi. Proprio allo scadere del primo tempo, al 45’, Lonardo mette la freccia e raddoppia dopo un assist di Simonetto, indirizzando i destini del match. Nella ripresa i nerazzurri non arretrano, anzi. Al 70’ Vavassori dal dischetto (rigore conquistato da Manzoni) firma il 3-0 con una freddezza da veterano. È il colpo che taglia le gambe ai bianconeri? Sulla carta sì, sul campo lo certificano i minuti finali: all’83’ Cortinovis mette il timbro del 4-0 con la pennellata di chi è entrato per cambiare marcia, su assist di Idele. Poi all’85’ Vacca salva l’onore bianconero, prima che al 90’ Simonetto chiuda la giostra sul 5-1 con potenza e precisione. Il tabellino racconta, ma la sensazione è che l’Atalanta Under 23 abbia recitato un monologo quasi senza sbavature.
L’IMPRONTA DI SALVATORE BOCCHETTI «Un gruppo ordinato, compatto e propositivo»: le parole-sintesi perfette per il film visto in campo. L’Atalanta Under 23 ha pressato con criterio, palleggiato con lucidità, risalito il campo come una squadra che sa cosa vuole. Dai terzini (o quinti) pronti a spingere, al motore del centrocampo capace di dare linee di passaggio pulite, fino al reparto offensivo che alterna tagli e profondità. Il risultato? Gli episodi girano a favore di chi li prepara: l’autogol di Scaglia nasce da una situazione ben costruita, il rigore di Vavassori è figlio della presenza in area e del controllo dei momenti.
JUVE NEXT GEN, LAVORI IN CORSO Dall’altra parte, la Juve Next Gen di Brambilla è apparsa «lontana dalla miglior condizione», come accade spesso quando il cantiere è aperto e la benzina non è ancora quella giusta. La qualità non manca, ma la squadra ha sofferto nella gestione delle transizioni e nella protezione dell’area. I cambi nella ripresa – Savio, Owusu, Amaradio, Vacca, Pugno, Van Aarle, Cudrig, Florea, Pagnucco – hanno dato minuti e ossigeno, e proprio Vacca ha firmato il gol della bandiera. Segnale da non sottovalutare: la testa è accesa, il motore, per ora, gira a regime medio.
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