SALERNITANA SERIE C - Antonio Donnarumma, portiere classe 1990, nella scorsa stagione è stato in organico al Torino in Serie A
Quando serve blindare la porta e cambiare passo con rapidità la risposta giusta può arrivare quando meno la si aspetta. E la Salernitana la sua parata l’ha appena piazzata: Antonio Donnarumma arriva alla corte del tecnico Giuseppe Raffaele, firma un contratto annuale con opzione e porta in dote esperienza, carattere e un recente passato da protagonista in una categoria come la Serie C che conosce molto bene. Un’operazione asciutta, chiara, decisa: i campani hanno chiuso con il Torino per l’estremo difensore classe 1990, fratello di Gianluigi «Gigio» Donnarumma, pronto a rimettersi i guanti da titolare dopo una stagione in cui, con i granata, spazio non ne ha trovato da terzo portiere.
IL FATTO: TRATTATIVA CHIUSA, CONTRATTO ANNUALE CON OPZIONE È fatta. La Salernitana ha definitivamente chiuso con il Torino per l’arrivo di Antonio Donnarumma. L’accordo è semplice come un passaggio pulito in uscita: un anno di contratto con opzione di rinnovo. Una formula che nel calcio somiglia al pressing ben orchestrato: ti permette di accorciare il campo, valutare le distanze e, se la lettura è giusta, affondare il tackle decisivo per tenerti stretto il giocatore anche in futuro. La scelta di un vincolo annuale con opzione racconta una volontà precisa: fiducia immediata, margine di valutazione e, soprattutto, la possibilità di prolungare se la sinergia tecnico-ambientale scocca come un contropiede perfetto.
DAL TORINO ALLA CAMPANIA: QUANDO LA FAME CONTA PIÙ DEI MINUTI Donnarumma, classe 1990, nell’ultima stagione al Torino non ha trovato spazio. Può capitare, in squadre dove la concorrenza tra i pali è serrata come una difesa a cinque in trincea. Ma un portiere non si misura solo dai minuti, bensì dalla capacità di rimanere sul pezzo, di allenarsi con mentalità, di farsi trovare pronto quando il mister chiama. E ora chiama il tecnico Raffaele: nuova piazza, nuova sfida, la chance di mettere sul campo quella fame agonistica che spesso fa la differenza tra una parata di routine e l’intervento che cambia la partita. Non è forse questo il bello del ruolo? Stare 90 minuti a dialogare col silenzio e poi, al momento giusto, stendere il guantone e spostare il destino di una gara di qualche centimetro.
IL TRIENNIO BIANCOSCUDATO: A PADOVA DA PUNTO DI FORZA (2021-2024)
Tra il 2021 e il 2024, a Padova, Donnarumma è stato uno dei punti di forza dei biancoscudati. Parole pesanti come un colpo di testa al 90°. In quel triennio, il Padova ha sfiorato la promozione in Serie B: un dettaglio che illumina il profilo del portiere e ne scolpisce l’immagine di affidabilità. Quando si parla di «punto di forza», nel gergo del pallone, si evoca un perno, una bussola, qualcuno capace di tenere la barra dritta quando la partita si increspa. È questo il bagaglio che Donnarumma porta con sé: l’esperienza di chi ha respirato settimane calde, play-off tirati, attese lunghe e partite da dentro o fuori. Elementi che, messi tra i pali, suonano come una promessa: saperci stare, saper reggere, saper guidare.
PERCHÉ PIACE A MISTER RAFFAELE Che cosa cerca un allenatore in un portiere? Ordine, voce, coraggio sull’uscita, pulizia nella gestione del primo possesso. E un pizzico di carisma, quel tanto che basta per «accorciare» mentalmente la squadra e alzarne la linea del coraggio. Donnarumma arriva proprio per questo pacchetto di certezze: se a Padova è stato considerato un pilastro e a Torino ha vissuto un’annata di attesa, significa che sa convivere sia con la pressione del rendimento sia con quella dell’altissima competizione interna. È la doppia faccia del ruolo: devi essere faro e, allo stesso tempo, monolite. E in un contesto nuovo, con Raffaele pronto a ridisegnare equilibri e gerarchie, un profilo con questo pedigree può rivelarsi la scelta giusta per mettere ordine a partire dal numero uno.
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