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Coppa Italia

Debutta tra i grandi con la squadra della sua città alla prima ufficiale, che gioia per il talento fatto in casa!

I biancazzurri vincono il match dell'esordio e mettono in mostra anche alcuni giovani di belle speranze

PESCARA-RIMINI COPPA ITALIA - LORENZO BERARDI

PESCARA-RIMINI COPPA ITALIA - Lorenzo Berardi, centrocampista classe 2006, nella scorsa stagione in Primavera ha realizzato 9 reti in 29 partite con i biancoazzurri

Le notti d’agosto non sono solo per le stelle cadenti. All’Adriatico, il 10 agosto 2025, è caduto il velo su un Pescara che ha le idee chiare, gambe leggere e un coraggio da bomber al 90’. Vince 1-0 contro il Rimini in Coppa Italia, passa il turno senza fronzoli e, soprattutto, alza il sipario sul classe 2006 Lorenzo Berardi, uno di casa, uno cresciuto con la maglia del Delfino addosso come una seconda pelle. E che ha avuto la grande soddisfazione di debuttare in prima squadra nella prima partita ufficiale della stagione.



LA NOTTE DELL’ADRIATICO
Serata di coppa con brivido da calendario e qualche scossone nei dintorni: mentre altrove fa rumore l’eliminazione del Vicenza ad opera del Padova, all’Adriatico nessuna sorpresa. Il Pescara di Vincenzo Vivarini fa quello che deve: regola il Rimini 1-0 grazie ad un centro dell'esperto centrocampista Luca Valzania, tiene il pallino dal primo all’ultimo minuto, non concede campo né ossigeno. Partita tutt’altro che scontata, certo, ma gestita con maturità da grande squadra. L’obiettivo era passare, la strada era una, il Pescara ci mette ordine e ritmo e la porta a casa come un contropiede giocato con testa alta e tempi giusti.



VIVARINI E IL 3-4-1-2: IDENTITÀ E CORAGGIO
Vincenzo Vivarini mette sul tavolo un 3-4-1-2 che parla chiaro alla sua prima ufficiale sulla panchina del Pescara: linee corte, densità in mezzo, gioco verticale quando serve e ampiezza costruita con i quinti. È uno spartito pensato per incastrare tasselli nuovi e responsabilizzare i giovani. Getta nella mischia diversi volti freschi: tra questi spicca il portiere appena arrivato Sebastiano Desplanches, ex Italia Under 21 e Palermo, e soprattutto l’esordio dal primo minuto di Leonardo Graziani, centrocampista classe 2005 acquistato a titolo definitivo dalla Roma. Una «scommessa» solo per modo di dire: la sua titolarità è un segnale a caratteri cubitali su come Vivarini voglia accelerare l’integrazione dei nuovi e alzare l’asticella del coraggio. Quando l’allenatore ti mette lì, dall’inizio, in un match a eliminazione diretta, non è un favore: è un’investitura.



LORENZO BERARDI, IL RAGAZZO DELL’ADRIATICO
Segnatevela, la data: 10 agosto 2025. È il giorno dell’esordio tra i professionisti di Lorenzo Berardi. Il classe 2006 entra nei minuti finali al posto di Cangiano e mette il primo timbro sul taccuino della prima squadra. Ma il suo è un viaggio partito da lontano. Dopo tutta la trafila nel settore giovanile del Pescara, nella stagione 2023-24 si fa notare in Primavera al primo anno in categoria: 27 presenze e 5 reti  Numeri che per un ragazzo al primo giro su quel palcoscenico raccontano più di tante parole. L’ultima annata è quella della consacrazione: 29 presenze, 9 gol, e gli abruzzesi trascinati fino ai playoff di Primavera 2. Tradotto in gergo spogliatoio: personalità, fame, calcio nelle vene. E poi la duttilità, che per un allenatore è oro fino: nasce esterno sinistro, ma sa muoversi da interno, all’occorrenza da trequartista o seconda punta. 



GIOVANI E PROGETTO: SEGNALI FORTI
Tra Desplanches utilizzato da Vivarini, l’investitura di Leonardo Graziani dal primo minuto e il battesimo di Lorenzo Berardi, il messaggio è chiarissimo: il Pescara vuole correre con gambe giovani e idee chiare. Il mercato estivo ha portato innesti mirati e il club che non teme di mettere fiches importanti su profili in crescita. Berardi, dal canto suo, è la cartolina più bella che il vivaio potesse regalare in una notte di Coppa: uno di Pescara, per il Pescara, all’Adriatico. Vivarini si prende un passaggio del turno che vale ossigeno e fiducia, spinge sulle gambe dei nuovi e rifinisce i dettagli. La sensazione, nitida come un filtrante che spacca le linee, è che questa squadra abbia già un’identità riconoscibile. E quando l’identità la ritrovi già ad agosto, spesso è lì che metti la prima pietra di qualcosa di serio.

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