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Non c'è solo Leoni! Classe 2007, va in gol con l'Heidenheim: il Parma ha un altro gioiello

Centrocampista, gioca anche in Nazionale: dopo il primo contratto da professionista, ecco il primo gol con i grandi

elia plicco, il raggio di sole del parma: gol in amichevole e futuro fino al 2028

Chi l’ha detto che un’amichevole estiva non possa cambiare l’inerzia di una storia? In terra tedesca, contro l’Heidenheim, tra nuvole basse e gambe pesanti da preparazione, è spuntato un raggio di sole gialloblù: Elia Plicco. Classe 2007, centrocampista cresciuto nel settore giovanile del Parma, ha messo il timbro giusto nel momento giusto. Gol con la naturalezza di chi non guarda la carta d’identità, ma il pallone. E adesso, domanda da centravanti che attacca il primo palo: è solo un lampo d’estate o l’alba di una stagione da protagonista?

UN GOL CHE ACCENDE RIFLETTORI
Mandato in campo da Cuesta nella ripresa al posto di Bernabé, Plicco non ha avuto bisogno di ambientarsi. È entrato, ha alzato il ritmo, si è preso responsabilità: determinazione, lucidità, personalità. Ingredienti da grande, serviti in un contesto in cui spesso i giovani si accontentano del compitino. Lui no. Ha fiutato l’errore difensivo come un rapace d’area, ha anticipato tutti e, a porta sguarnita, ha insaccato. Gesto semplice? Sulla lavagna sì, sul campo decisamente no. È il tocco che separa l’istinto dal talento, la timidezza dall’appartenenza. Non è bastato a ribaltare il risultato dell’amichevole, ma ha ridato fiato al Parma e acceso un faro sul suo nome.



IL CONTESTO: AMICHEVOLE IN TERRA TEDESCA
La sconfitta con l’Heidenheim fa parte del pacchetto precampionato: si lavora, si sperimenta, si soffre. Ma proprio in questi cantieri aperti si vedono i mattoni buoni. Plicco ha mostrato di non lasciarsi intimidire da avversari fisicamente più strutturati e da un’atmosfera non esattamente da gita fuori porta. Ha tenuto botta nei contrasti, ha mosso palla con criterio, ha scelto quando accelerare e quando mettere la gamba. Dettagli? No, segnali. E nel calcio i segnali contano: la prima volta con la maglia della prima squadra, il primo gol, l’urlo liberatorio, l’abbraccio con i compagni. Momenti che restano, che costruiscono identità.

IL PROGETTO: CONTRATTO FINO AL 2028
Il Parma ha già fatto la sua mossa da regista illuminato: contratto firmato a inizio luglio, scadenza 2028. Traduzione: fiducia, programmazione, visione. Plicco è considerato uno dei prospetti più interessanti del vivaio gialloblù, e blindarlo significa costruire con fondamenta solide, senza farsi prendere dalla frenesia del “tutto e subito”. Un investimento sul talento e sul tempo. L’amichevole con l’Heidenheim potrebbe essere solo il primo tassello, ma è il tassello che cambia la prospettiva: non più solo “promessa”, ma “risorsa”.



IL BIVIO DI CUESTA
E adesso? La palla torna a Cuesta. Tenerlo in Primavera per fargli fare minuti e dominare la categoria, o integrarlo stabilmente con i grandi almeno fino alla chiusura del mercato? Dilemma vero, mica una mossa da lavagna. Perché in attesa dei rinforzi, avere in casa un giovane con temperamento, qualità tecniche e buona struttura fisica può essere l’arma tattica che non ti aspetti. Plicco ha dimostrato di leggere bene le seconde palle, di saper verticalizzare semplice, di non tremare quando conta. Lo spiraglio verso la prima squadra c’è, anzi si allarga. L’importante è scegliere la traiettoria giusta: una progressione in diagonale, senza bruciare le tappe, ma senza alzare bandierine del “vediamo più avanti”.

LA GESTIONE DEL TALENTO: STEP, NON SALTI NEL VUOTO
Proteggere un 2007 è un mestiere da equilibristi. Il club lo sa: niente pressioni inutili, niente cartelloni pubblicitari prima dell’ora X, solo lavoro, attenzione e opportunità al momento giusto. La crescita è un centrocampo a tre: tecnica, testa, tempo di gioco. Plicco sta lavorando su tutte e tre le linee, si sta guadagnando il rispetto dei compagni e l’attenzione dello staff. Un good feeling che vale più di tante dichiarazioni. Oggi l’obiettivo è consolidare: allenarsi forte, farsi trovare pronto, inserire mattoncini di esperienza. Domani, quando la stagione chiamerà con match ufficiali, il salto potrà diventare naturale.



IL SEGNALE AL GRUPPO E ALLA TIFOSERIA
C’è un messaggio che viaggia veloce dagli spogliatoi alla tribuna: la linea verde del Parma - che sfornato Leoni e che ora è pronto e venderlo a peso d'oro - non è uno slogan, ma una scelta. Vedere un ragazzo del vivaio segnare con la prima squadra, esultare di pancia e abbracciare i compagni scalda il cuore. È la benzina buona, quella che riallinea il senso di appartenenza. E per chi sta dietro di lui nella gerarchia delle giovanili è un segnale: se hai fame e qualità, la porta si apre. Non sempre, non per tutti, ma si apre. Plicco lo ha mostrato con un gol “facile” che facile non è: devi arrivarci, devi crederci, devi metterci il piede al momento giusto.

OLTRE IL RISULTATO: UNA TRACCIA DA SEGUIRE
Le amichevoli servono anche a questo: scrivere tracce. Il Parma, reduce da una sconfitta che resterà nelle statistiche del precampionato, ha trovato una nota luminosa da suonare nei prossimi allenamenti. Cuesta osserva, calibra, progetta. Il ragazzo ha mostrato un’interpretazione matura del ruolo di centrocampista, muovendosi con ordine e personalità. Non è ancora il tempo delle sentenze, ma è già il tempo delle scelte consapevoli. Niente scorciatoie: un passo dietro l’altro, come in un’azione corale ben costruita. Il sogno è iniziato, e la sensazione è che Elia voglia tenerlo stretto, con la stessa freddezza con cui ha insaccato a porta sguarnita.



IL MOMENTO CHE RESTA
Dopo il gol, la corsa, l’urlo, l’abbraccio: frames che raccontano più di mille parole. È il primo timbro con la maglia della prima squadra, quello che non si dimentica. Da oggi Plicco entra nell’elenco dei ragazzi che hanno assaggiato il palcoscenico e hanno lasciato un segno. Quanto profondo sarà quel segno lo diranno i prossimi mesi, tra allenamenti, scelte tecniche e opportunità. Ma la base c’è: contratto fino al 2028, stima dello staff, rispetto dei compagni, spiraglio aperto verso i grandi. E una certezza semplice: quando la palla chiama, Elia risponde.

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