Non sta scritto da nessuna parte che una sconfitta non possa accendere una scintilla. In una notte di Coppa Italia finita 4-0 a Chiavari contro la Virtus Entella, la Ternana ha incassato una batosta che pesa come un macigno, sì, ma ha anche fatto intravedere il futuro: 3 debuttanti dal vivaio rossoverde, 3 segnali chiari di un progetto che guarda avanti. Perché i risultati passano, i ragazzi restano. E se la partita è stata a senso unico, la direzione intrapresa da Fabio Liverani è altrettanto netta.
UNA NOTTE AMARA, UN SEME PIANTATO Primo turno di
Coppa Italia, campanello d’allarme e cartolina da
Chiavari. La
Virtus Entella, neopromossa in
Serie B, ha imposto da subito superiorità tecnica e fisica, facendo correre le
Fere dietro all’ombra del pallone. Ben 4 reti al passivo e la sensazione di dover rimboccare le maniche, e in fretta. Ma in mezzo a una gara in salita, la Ternana ha piantato un seme in un momento societario complicato: lanciare i
giovani. Perché affrontare una compagine di categoria superiore aiuta sì a capire dove intervenire, ma soprattutto ti dice chi ha il passo giusto per correre al livello che conta.
IL CORAGGIO DI FABIO LIVERANI Fabio Liverani non ha esitato: dentro dal primo minuto
Alessandro Coltorti, classe 2008, in coppia con
Orellana alle spalle dell’unica punta
Ferrante. Scelta forte, quasi una dichiarazione d’intenti. In una gara del genere, buttare nella mischia un 2008 significa fidarsi del
talento e dello spirito del ragazzo, chiedergli di giocare tra le linee, respirare l’aria rarefatta del calcio dei grandi e provare a incidere con personalità. È come affidare la regia dell’ultimo passaggio a un violinista ancora al conservatorio: se sa toccare le corde giuste, la musica la senti comunque.
COLTORTI, IDENTIKIT DI UN 2008 SENZA PAURA Su
Coltorti il dossier è chiaro: lo scorso anno, sotto età, si è messo in mostra con la
Primavera rossoverde, 13 presenze tra campionato e
Coppa Italia, ed è stato finalista con l'
Under 17 diretta da
Marco Di Loreto conquistando lo
Scudetto grazie al 2-0 contro il
Benevento lo scorso 15 giugno. Non numeri roboanti, ma la sostanza c’è: struttura fisica già interessante, capacità di giocare da esterno offensivo o da trequartista, quel che serve a un tecnico per avere una pedina duttile tra le mani. A
Chiavari, al fianco di
Orellana dietro
Ferrante, la mappa del campo era complicata, perché la
Virtus Entella ha alzato l’asticella fin dai primi minuti. Però in gare così non prendi solo applausi o fischi: prendi misure, colpi, tempi di gioco. È il battesimo del fuoco, la
partita che ti insegna dove mettere il piede prima dell’avversario.
LE ALTRE PRIME VOLTE: BIONDINI E TURELLA Non solo
Coltorti. A
partita in corso, spazio anche ad altri due prodotti del
vivaio rossoverde.
Giulio Biondini, classe 2006, è rientrato dal prestito al Desenzano con un bagaglio che parla chiaro: 30 presenze e 1 rete in
Serie D nella scorsa
stagione, dopo il percorso in Primavera. Terzino sinistro di gamba e dedizione,
Biondini è uno che l’area la vede da lontano ma la fascia la macina. Il suo
debutto è il segnale che le
Fere stanno valutando davvero l’idea di puntare su di lui: quando macini minuti veri tra i grandi, non sei più solo una promessa, diventi opzione. E poi
Massimo Turella, classe 2007, esordio tra i
professionisti: seconda punta o esterno offensivo, 9 reti in 30 presenze in
Primavera 2 nell’ultima annata. Tradotto: gol e presenza negli ultimi 30 metri, attitudine a muoversi tra le linee, attacco della profondità. Uno che, quando la palla scotta, cerca comunque la giocata in verticale. Metterlo dentro in una serata complicata non è un premio, è una prova di fiducia.
UNA SCONFITTA CHE APRE UNA PORTA
La serata di Chiavari resta una pagina storta, nessuno lo nega. Ma dentro quella pagina storta s’intravede una riga diritta: la crescita dei giovani. La Coppa Italia ha illuminato 3 volti – Alessandro Coltorti, Giulio Biondini, Massimo Turella – e ha messo in copertina un allenatore, Fabio Liverani, che non ha paura di cambiare spartito anche quando la musica va storta. La domanda è inevitabile: basterà questo coraggio per trasformare una notte-no in una stagione dal passo giusto? Il campo, come sempre, darà risposta. Intanto il 22 agosto contro il Livorno è già dietro l’angolo, e le Fere sanno da dove ripartire: dalle corse dei ragazzi, dal lavoro quotidiano e da una voglia di rivalsa che, dopo un 4-0, non può che bruciare.