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Ecco un difensore che blocca gli attaccanti e sa anche costruire, il club vuole azzeccare la scommessa

Il giocatore arriva a titolo definitivo dalla Serie A e garantisce un profilo di compattezza alla retroguardia

LUMEZZANE SERIE C - MAISSA NDIAYE CODOU

LUMEZZANE SERIE C - Maissa Ndiaye Codou, difensore classe 2002, in arrivo a titolo definitivo nel bresciano dalla Cremonese (foto FB FC Lumezzane)

Non sta scritto da nessuna parte che per blindare un reparto serva solo esperienza. A volte basta azzeccare il profilo giusto e metterlo nel posto giusto, al momento giusto. Il Lumezzane ha piazzato un intervento alla «Maldini in scivolata»: pulito, deciso, risolutivo. È ufficiale l’ingaggio di Maissa Ndiaye Codou, classe 2002, difensore centrale nato a Dakar, legato ai rossoblù con un contratto fino al 30 giugno 2027 dopo l’operazione a titolo definitivo con la Cremonese. Un investimento vero, non solo economicamente, ma soprattutto tattico e identitario: completare la batteria dei centrali a disposizione del tecnico Massimo Paci con un profilo moderno, strutturato, educato tecnicamente e con un chilometraggio già interessante per l’età.



UN PERCORSO IN CRESCENDO: DALL’AFRO NAPOLI ALLA ROMA, FINO ALLA CREMONESE
Il viaggio di Ndiaye nel calcio italiano comincia nel 2017, quando l’Afro Napoli lo scova e lo mette in vetrina. Tempo un anno e arriva la chiamata che sposta gli equilibri: la Roma decide di puntare su di lui per il settore giovanile degli Allievi Nazionali, intravedendo nel difensore senegalese un potenziale da coltivare. Nel 2022 scatta un salto ulteriore con il trasferimento alla Cremonese: è la prima porta spalancata sul calcio dei grandi, ma come spesso accade a 20 anni la strada passa dai prestiti, utili come palestra di crescita.

I PRESTITI CHE FORGIANO: VICENZA, PANČEVO, TURRIS
La prima cessione temporanea è al Vicenza, nella seconda metà della stagione 2022: 8 presenze in campionato e 2 in Coppa Italia, minuti pesanti per imparare ad annusare i pericoli in area e ad alzare la linea al momento giusto. A settembre 2023, ecco l’esperienza internazionale al Pančevo, in Serbia: altri 8 incontri, contesto diverso, calcio più diretto, nuove letture da assimilare. L’ultima tappa prima di Lumezzane è la Turris, nella scorsa stagione, sfortunata con l'esclusione del club dal Girone C di Serie C nel girone di ritorno: tasselli che compongono il mosaico di un centrale che ha visto realtà differenti, affinando tempi di gioco e mentalità.

LE PRIME PAROLE IN ROSSOBLÙ: FIDUCIA, PRONTEZZA E UN MAESTRO DEL RUOLO
L’entusiasmo di Ndiaye trasuda dalle sue prime dichiarazioni ufficiali, che suonano come una promessa: «Lumezzane rappresenta per me una grande occasione – le prime parole in rossoblù di Maissa Ndiaye – sento la fiducia della società che mi ha fortemente voluto. L’impatto con l’ambiente è stato estremamente positivo, c’è grande voglia di fare bene e di costruire un percorso importante. A Cremona mi sono allenato bene e fisicamente sono pronto per aiutare la squadra, avere Paci come allenatore che ha fatto il mio ruolo per tanti anni in A mi aiuterà sicuramente a crescere». Cosa c’è di meglio, per un centrale di 23 anni, che lavorare con un tecnico che conosce dal campo i movimenti, gli automatismi, i tempi dell’anticipo e dell’uscita palla al piede? La sintonia tra caratteristiche del giocatore e guida tecnica è spesso l’assist invisibile che manda in porta un’intera fase difensiva.



EFFETTI IMMEDIATI IN CAMPO: ALTERNATIVE, DUELLI E COSTRUZIONE
Cosa può cambiare da subito per i rossoblù? Innanzitutto, la profondità del reparto. Con 4 centrali affidabili, lo staff tecnico può gestire rotazioni, marcature dedicate sugli attaccanti «spaccapartite» e adattare la linea a seconda dell’avversario: più aggressiva e alta quando c’è da forzare, più compatta e stretta quando serve schermare l’area. In costruzione, una coppia con un centrale «regista» e uno più da duello è la formula che spesso fa bingo: e se il «piede educato» di Ndiaye diventasse la miccia per uscire puliti dalle pressioni? Le opzioni ci sono, ed è questa la vera ricchezza tattica che il Lumezzane si è regalato.

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