GUBBIO SERIE C - Matteo Bruscagin, difensore classe 1989, nell'ultima stagione conta 25 presenze in campionato con la Spal e 2 nei play out
Domanda secca: quante volte il calcio riesce a riavvolgere il nastro e a riportare un giocatore là dove tutto è cominciato? La risposta, di solito, è «raramente». Ma Gubbio fa eccezione. Matteo Bruscagin è di nuovo in rossoblù, 15 anni dopo. E non è solo una firma, è un cerchio che si chiude: un pezzo di storia che torna a incastrarsi nel mosaico eugubino. Perché certe maglie, quando te le metti addosso, sanno aspettare. Capita così nel club umbro, con il giocatore che sarà a disposizione del nuovo tecnico Domenico Di Carlo.
UN RITORNO CHE PROFUMA DI DESTINO Il Gubbio 1910 ha ufficializzato nelle scorse ore l’ingaggio di Matteo Bruscagin, difensore nato a Milano il 3 agosto 1989. Una carriera infilata come una collana di stadi e trasferte, un mestiere affinato in Serie B e Serie C, e un legame che con l’Umbria non si è mai spezzato. Fu proprio qui che, nella stagione 2009-2010, all’alba del professionismo che conta, il calciatore milanese mosse i primi passi veri. Ora è il 35enne che torna, con una valigia piena di esperienza e quel mix di maturità e personalità che in uno spogliatoio pesa come un capitano silenzioso.
CURRICULUM DA CAMPI VERI Matteo Bruscagin è cresciuto nel settore giovanile del Milan, palestra d’élite che forgia carattere oltre che talento. Poi la strada, quella vera, che passa per piazze dal pedigree autentico: Monza, Pizzighettone, Grosseto, Latina, Venezia, L. R. Vicenza, Pordenone e SPAL. Un catalogo di esperienze che dice molto più delle etichette: significa aver visto tante partite diverse dentro la stessa partita, aver imparato a leggere il gioco nelle sue pieghe, saper reggere l’urto nei momenti che contano. Le ultime 2 stagioni in maglia SPAL hanno cementato ulteriormente il bagaglio del difensore. Il passaggio all’AS Gubbio 1910 non è un salto nel buio, ma un rientro in un ambiente conosciuto, con una mappa mentale già disegnata.
COSA PORTA IN DOTE: ESPERIENZA, LETTURE E MENTALITÀ Cosa può dare Bruscagin a questo Gubbio? Innanzitutto, minuti sulle gambe tradotti in letture difensive. È la classica «antenna» di reparto: capisce le onde, si posiziona, chiude le linee di passaggio, alza e abbassa il baricentro con la voce e con i tempi d’uscita. In B e C, dove le partite spesso si vincono nei dettagli, il suo know-how è come un mediano invisibile per la linea arretrata: non lo vedi sul tabellino, ma te ne accorgi quando la squadra resta corta e non si scompone. E poi c’è la leadership: non quella urlata, ma quella che si sente negli spogliatoi e nei momenti in cui il pallone scotta. La classica figura che, se arriva al 70’, ti tiene la difesa unita come una cerniera lampo.
IL VALORE TECNICO-TATTICO E L’EFFETTO SPOGLIATOIO La società umbra ha imboccato una rotta precisa: alzare il livello competitivo della rosa. E un profilo come il classe 1989 è un segnaposto ideale per presidiare quella frontiera. Non c’è bisogno di inventarsi ruoli o funzioni che non compaiono sul comunicato di benvenuto: basta leggere tra le righe del percorso. Con Bruscagin parliamo di un difensore con chilometri veri nelle gambe, abituato a salire di giri quando l’avversario ti porta sull’uno contro uno e a restare lucido quando la partita diventa sporca. Un «direttore d’orchestra» del reparto arretrato che sa mettere in ritmo i compagni e imporre i tempi giusti all’intera linea. Per il Gubbio, riportare in Umbria un difensore con questo bagaglio significa mettere un segnalibro nella stagione che verrà.
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