Serie C
15 Agosto 2025
RENATE SERIE C - Stephen Nenè, attaccante classe 2006, nell'ultima stagione ha segnato 5 reti in 35 partite con la Primavera 1 del Monza
Prendere un ragazzo del 2006 e lanciarlo nella giungla della Serie C può essere una scommessa e magari anche un investimento. E se il ragazzo in questione ha già masticato minuti, gol e assist come un veterano delle giovanili, allora è forse il momento di alzare l’asticella. Pensieri legittimi quando il Renate, società nerazzurra abituata a guardare lontano, ufficializza Stephen Nenè, attaccante scuola Monza e profilo che profuma di futuro. Sì, perché qui non si parla solo di potenziale: parliamo di duttilità vera, di talento che sfrigola tra le linee e di una mentalità pronta al salto. Alla corte del tecnico Luciano Foschi arriva un innesto giovane ma già temprato: il tipo di pedina che, in un campionato spigoloso come la Serie C, può fare la differenza tra una giocata normale e la scintilla che ribalta la partita.
IL PROFILO: POLIVALENZA CHE FA RIMA CON UTILITÀ
Nenè, classe 2006, è il classico jolly d’attacco che ogni allenatore vorrebbe pescare dalla panchina o schierare dall’inizio quando il piano partita richiede soluzioni diverse. Punta centrale quando c’è da lottare spalle alla porta e sgomitare tra i centrali, seconda punta quando serve cucire il gioco tra le linee, esterno offensivo quando la profondità diventa autostrada: tre targhe, un solo motore. La sua polivalenza non è un’etichetta da curriculum, ma una risorsa reale in un campionato complesso e fisicamente impegnativo come la Serie C, dove ogni duello è un test di maturità e ogni pallone sporco va ripulito con intelligenza.
I NUMERI CHE PARLANO CHIARO
Le cifre della scorsa stagione con la Primavera 1 del Monza raccontano un giocatore affidabile e continuo: 35 presenze e 5 reti. Non solo finalizzazione, dunque, ma anche partecipazione alla manovra, dialogo stretto coi compagni, capacità di creare spazi per chi arriva a rimorchio. È il segnale di un attaccante che non aspetta il pallone come un oracolo, ma lo va a cercare, ci gioca, lo mette a terra e lo trasforma in qualcosa di utile per la squadra. E se torniamo all’anno 2022-2023 con l’Under 17 del Monza, ecco il campanello più forte: 26 presenze e 11 gol. Numeri da elemento di punta del vivaio biancorosso, che parlano di freddezza sotto porta e letture pulite. È lì che Nenè ha iniziato a fare il salto mentale: dal colpo estemporaneo alla produzione costante.
DAL VIVAIO AL PROFESSIONISMO: IL BANCO DI PROVA
Il passaggio al Renate è la nuova sfida, forse la più importante della giovanissima carriera di Stephen Nenè. Il salto dal calcio giovanile a quello professionistico non è un semplice trasloco di categoria: è una linea del fuoco. Qui il margine d’errore è minimo, la fisicità un criterio di selezione, i tempi di gioco si accorciano come coperta d’inverno, e il duello individuale diventa esame settimanale. Ma è proprio questo il contesto in cui un profilo come il suo può accelerare la crescita: sollecitazioni più dure, avversari smaliziati, ritmi da campionato vero. Ogni tocco pesa, ogni smarcamento va pensato, ogni corsa si misura col cronometro del risultato.
IDENTITÀ E CRESCITA: IL CONTESTO CONTA
La società nerazzurra ha dimostrato di saper calibrare gli investimenti sul medio periodo, e l’arrivo di un 2006 come Nenè va letto esattamente così: una mossa per il presente con un occhio lungo al domani. Alla guida c’è Luciano Foschi, allenatore di lungo corso che avrà il compito di incastonare il ragazzo nel mosaico, lavorando su dettagli, attitudini e tempi di gioco. Il resto lo farà il campo: i duelli aerei, le seconde palle, i tagli sul primo palo, le letture negli ultimi trenta metri. Il calcio dei grandi non fa sconti, ma chi regge l’urto dei primi mesi spesso esce dall’altra parte con una consapevolezza nuova. E quella del Renate è davvero una scommessa che si può vincere.