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Serie B

Ha 18 anni, è italo-ucraino e a centrocampo è già un maestro: il classe 2006 va in prima squadra!

Eduard Ihnatov firma il suo primo contratto da professionista: può giocare in tutti i ruoli della mediana

eduard ihnatov

Eduard Ihnatov, 18 anni e doppia nazionalità ucraina e italiana: gioca in tutti i ruoli del centrocampo

Chi l’avrebbe detto che la svolta arrivasse tra i boschi di Lavarone? Un lampo in ritiro, qualche rete nelle amichevoli, e il pallone che – quasi timido – chiede il permesso di restare ai piedi di un 2006 pronto a fare il salto. Eduard Ihnatov ha messo la firma sul suo primo contratto professionistico con il Cittadella: non un semplice autografo, ma il classico fischio d’inizio di una nuova partita. Il centrocampista ucraino diventa quindi ufficialmente un giocatore della prima squadra granata, agli ordini di Manuel Iori. E adesso? Adesso si gioca sul serio.

LA FIRMA CHE PUÒ CAMBIARE LA VITA
Una stretta di mano che vale il passaggio dal settore giovanile all’élite del gruppo, con il classe 2006 confermato e anzi promosso in prima squadra. È la scelta chiara del club granata: Ihnatov resta di proprietà del Cittadella e diventa una pedina a disposizione di Manuel Iori. Per un ragazzo che ha appena assaggiato il calcio dei grandi in ritiro, è come imboccare il tunnel e intravedere la luce del prato principale. Destinazione? Serie B.



RADICI E ROTTA: DAL PATRONATO SAN LORENZO GIARRE AL PADOVA
Ogni giocatore porta nel bagaglio il primo cortile, i primi campi polverosi, la prima maglia infilata con orgoglio. Per Ihnatov la mappa comincia anni fa al “Patronato San Lorenzo Giarre”, la culla in cui ha mosso i primi passi. Da lì, la bussola ha puntato dritta verso il Padova Calcio, dove ha fatto tutta la trafila nelle giovanili biancoscudate. Una crescita metodica, una salita a tornanti, stagione dopo stagione, fino a tre annate fa: Padova Under 17, con Giuseppe Agostini in panchina. Un nome che tornerà, perché nel calcio, come nelle storie migliori, i fili si riannodano.

CAMPODARSEGO, L’ESAME DI MATURITÀ IN SERIE D
Nel 2023-24, ecco l’anno che tempra: Campodarsego, Serie D, quel calcio di provincia che profuma di erba tagliata e fatica buona. Ihnatov si divide tra Juniores Nazionale – con Maurizio Bedin al timone – e la prima squadra guidata da Cristiano Masitto. È un passaggio chiave: si impara a reggere i contrasti veri, a leggere i tempi senza il paracadute del vivaio, a dare del tu al pallone quando scotta. È lì che un centrocampista scopre di poter essere all’occorrenza anche trequartista, di poter spezzare raddoppi e accendere la luce tra le linee. Non servono proclami: basta il percorso a dire che la bussola è puntata nel verso giusto.



RITORNO IN GRANATA: PRIMAVERA, AGOSTINI E L’ESTATE DI LAVARONE
Luglio 2024 è la data dell’incrocio: Ihnatov si trasferisce al Cittadella per giocare in Primavera, ancora a disposizione di Giuseppe Agostini. La ruota torna a girare con lo stesso tecnico di Padova, a conferma di un rapporto tecnico che sa di fiducia e continuità. Poi, la chiamata più attesa: ritiro di Lavarone (TN) con la prima squadra. In Trentino, tra salite che mettono fiato nei polmoni e partitelle che diventano esami, il ragazzo fa vedere subito di che pasta è fatto. Segna anche qualche rete nelle amichevoli, l’ultima contro il Bassano. Segnali concreti, come quei passaggi tra le linee che aprono le difese e ti fanno dire: «Ehi, qui c’è qualcosa».

IDENTIKIT TECNICO: CENTROCAMPISTA CON LA CHIAVE DEL TREQUARTI
Cosa porta in dote un centrocampista del 2006 capace di adattarsi da mezzala a trequartista? La parola d’ordine è duttilità. In un calcio che ti chiede pressing da molla e lucidità da regista, la possibilità di sganciarsi sulla trequarti o di cucire gioco in mezzo è oro colato. Ihnatov è descritto come centrocampista capace di agire anche tra le linee: significa saper leggere gli spazi, farsi trovare tra le maglie avversarie, dialogare a muro e attaccare l’area con i tempi giusti. Senza scivolare nella fantascienza delle previsioni, basta il suo percorso recente – ritiro in quota, gol nelle amichevoli e immediata promozione – per intravedere un profilo pronto a seguire i dettami di Manuel Iori, tecnico che potrà valorizzarne posizione e letture.



VENETO-DOC E DOPPIA NAZIONALITÀ: IDENTITÀ E OPPORTUNITÀ
C’è anche un dettaglio che racconta il legame col territorio: la società granata sottolinea la scelta di tenerlo in casa, “veneto-doc”. Un’etichetta affettuosa per un ragazzo in possesso di doppia nazionalità, italiana e ucraina. Identità plurale, testa ben dentro al calcio di casa nostra, ma con orizzonti larghi: una combinazione che oggi vale soprattutto lavoro quotidiano e appartenenza, domani potrà tradursi in opportunità. Nel frattempo, la linea è tracciata: restare in Veneto, crescere col Cittadella, ascoltare gli ordini di Iori e farsi trovare pronto quando il pallone scotterà.

E ADESSO?
Domanda retorica, risposta semplice: adesso ci sono gli allenamenti, il gruppo, le gerarchie da scalare e i minuti da meritare. Il ragazzo “veneto-doc” resta in granata, proprietà del Cittadella, e si ritaglia uno spazio in quell’officina che è il lavoro quotidiano di una prima squadra. L’ultima cartolina è Lavarone, con le reti nelle amichevoli e il sorriso contro il Bassano; la prossima sarà il campo che conta, quando il pallone peserà e i duelli diranno chi sei veramente. Ma la rotta è chiara, come una verticalizzazione ben riuscita: da Patronato San Lorenzo Giarre al Padova, dal Campodarsego al Cittadella, passando per Agostini, Bedin, Masitto e arrivando a Iori. La palla ora è sul dischetto. E il 2006 granata sembra già pronto a calciarla.

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