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18 Agosto 2025
TREVANA PRIMA CATEGORIA - Lamberto Boranga, classe 1942, compirà 83 anni il prossimo 30 ottobre
Il calcio è davvero uno sport senza età. E a quanto pare non sta scritto da nessuna parte che i guanti, a un certo punto, vadano appesi al chiodo come una maglia bagnata dopo un temporale. A Trevi, nel cuore dell’Umbria, si sta per ribaltare il tabellone dei luoghi comuni: Lamberto Boranga, 82 anni compiuti, ex portiere già in Serie A con la maglia della Fiorentina, torna tra i pali per difendere la porta della Trevana in Prima Categoria. Un colpo di scena da romanzo pallonaro, un dribbling alla retorica dell’anagrafe che già mette i brividi agli attaccanti avversari. Altro che passerella nostalgica: qui c’è odore di sfida vera, di sudore buono, di erba che punge i polpacci e di palloni che fischiano.
LE ORIGINI E QUEL DESTINO SCRITTO TRA I PALI
La sua storia, d’altronde, era cominciata proprio a Trevi, quasi per scherzo. «Ho iniziato a giocare a Trevi e, siccome ero troppo bravo in attacco, mi hanno messo in porta. Alla fine ho detto: vai, proviamo» ha raccontato al Corriere dell’Umbria. E da quel «provare», beffardo come un cucchiaio dal dischetto, è nata una carriera che ha attraversato i campi più seri del nostro calcio. Perugia, Fiorentina, Reggiana, Cesena, Parma: nomi che profumano di domeniche importanti, di stadi pieni, di sfide toste dove l’area piccola è un ring e il portiere diventa gladiatore.
IL LEGAME CON TREVI, LA SPINTA DELLE ORIGINI
C’è un filo che lo riporta sempre qui: Trevi. Non è un ritorno per nostalgia, è un perimetro affettivo che diventa benzina. Le origini non sono un album fotografico, sono tattica pura: ti insegnano a resistere quando prendi gol, a ragionare quando l’ansia sale come la pressione di un corner al 90’. E in questa storia c’è anche il riflesso di un’Italia che parla di invecchiamento attivo, di terza età dinamica: Boranga è la dimostrazione che il cronometro non è un dogma, ma un avversario da leggere e contenere, come un trequartista ispirato. A Trevi, a ottobre, non si celebrerà un amarcord: si giocherà una partita. E in fondo, che cos’è il calcio se non la più quotidiana delle epopee?