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A 82 anni il leggendario portiere torna tra i pali: nessuna passerella ma una sfida vera e propria

Già in Serie A e vero atleta per anni tra i Professionisti, a ottobre porterà alla ribalta la Prima Categoria della sua regione

TREVANA PRIMA CATEGORIA - LAMBERTO BORANGA

TREVANA PRIMA CATEGORIA - Lamberto Boranga, classe 1942, compirà 83 anni il prossimo 30 ottobre

Il calcio è davvero uno sport senza età. E a quanto pare non sta scritto da nessuna parte che i guanti, a un certo punto, vadano appesi al chiodo come una maglia bagnata dopo un temporale. A Trevi, nel cuore dell’Umbria, si sta per ribaltare il tabellone dei luoghi comuni: Lamberto Boranga, 82 anni compiuti, ex portiere già in Serie A con la maglia della Fiorentina, torna tra i pali per difendere la porta della Trevana in Prima Categoria. Un colpo di scena da romanzo pallonaro, un dribbling alla retorica dell’anagrafe che già mette i brividi agli attaccanti avversari. Altro che passerella nostalgica: qui c’è odore di sfida vera, di sudore buono, di erba che punge i polpacci e di palloni che fischiano.

LE ORIGINI E QUEL DESTINO SCRITTO TRA I PALI
La sua storia, d’altronde, era cominciata proprio a Trevi, quasi per scherzo. «Ho iniziato a giocare a Trevi e, siccome ero troppo bravo in attacco, mi hanno messo in porta. Alla fine ho detto: vai, proviamo» ha raccontato al Corriere dell’Umbria. E da quel «provare», beffardo come un cucchiaio dal dischetto, è nata una carriera che ha attraversato i campi più seri del nostro calcio. Perugia, Fiorentina, ReggianaCesena, Parma: nomi che profumano di domeniche importanti, di stadi pieni, di sfide toste dove l’area piccola è un ring e il portiere diventa gladiatore.


SERIETÀ, LAVORO E IL LABORATORIO DI BASTIA UMBRA
Guai, però, a scambiare questo ritorno per una trovata da copertina. Boranga la mette giù dritta: «Non mi va di fare figuracce, le cose si fanno per bene o meglio non farle. Ho iniziato ad allenarmi con Marco Bonaiuti a Bastia Umbra perché non voglio lasciare nulla al caso». È la grammatica del professionista: riscaldamento serio, fondamentali ripassati come verbi irregolari, esplosività rifinita ripetizione dopo ripetizione. In porta, l’errore pesa come un macigno: ecco perché il suo approccio è chirurgico, da medico dello sport che conosce il corpo, da atleta che ascolta ogni fibra e ne misura il margine.



L’ETÀ? UN NUMERO SUL TABELLONE, NON IL FISCHIO FINALE
La carta d’identità dice 82, la gamba racconta altro. «Fino ai 70 ero un leone, poi ho avuto problemi al menisco. Ma per me conta l’età biologica, non quella anagrafica: oggi mi sento tra i 58 e i 62 anni, nei giorni migliori anche 50». È una dichiarazione che suona come modulo tattico: arretri la linea, stringi gli spazi, giochi d’anticipo sulla narrazione comune. Nel suo calcio interiore, il tempo è un avversario da marcare a uomo, senza fare falli ma senza concedere metri.

LA TREVANA E UN UMBRIA CHE SOGNA
Il debutto è programmato per ottobre. Sarà lì che la Prima Categoria umbra diventerà ribalta nazionale, con Trevi a fare da faro. Per la Trevana non è solo un portiere in più: è un manifesto, un’amplificazione di visibilità, un richiamo che allarga il perimetro della provincia e lo porta sulle mappe del grande racconto calcistico. E lui, con la sua ironia da spogliatoio, ha già infilato il primo assist ai compagni: «Ho detto ai ragazzi di far tirare ogni tanto gli avversari, altrimenti mi annoio». Battuta fresca, sì, ma sotto c’è la sostanza di uno che la porta la vive come territorio sacro: senso della posizione, voce alta, guanti sporchi.

IL LEGAME CON TREVI, LA SPINTA DELLE ORIGINI
C’è un filo che lo riporta sempre qui: Trevi. Non è un ritorno per nostalgia, è un perimetro affettivo che diventa benzina. Le origini non sono un album fotografico, sono tattica pura: ti insegnano a resistere quando prendi gol, a ragionare quando l’ansia sale come la pressione di un corner al 90’. E in questa storia c’è anche il riflesso di un’Italia che parla di invecchiamento attivo, di terza età dinamica: Boranga è la dimostrazione che il cronometro non è un dogma, ma un avversario da leggere e contenere, come un trequartista ispirato. A Trevi, a ottobre, non si celebrerà un amarcord: si giocherà una partita. E in fondo, che cos’è il calcio se non la più quotidiana delle epopee?

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