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Serie C

Arriva dall'Atalanta con l'obiettivo di imporsi dopo aver già debuttato tra i grandi, il terzino ha grinta da vendere

Nella passata stagione l'esordio tra i Professionisti, ora il distacco dalla casa madre e l'approdo in una neo promossa

LIVORNO SERIE C - SAMUELE GHEZZI

LIVORNO SERIE C - Samuele Ghezzi, difensore classe 2005, nella scorsa stagione 16 presenze con la Primavera dell'Atalanta e un gettone in Serie C

Non è affatto detto che per cambiare marcia serva sempre un nome altisonante. A volte basta un terzino con fame, benzina nelle gambe e una scuola di prim’ordine alle spalle. L’Unione Sportiva Livorno 1915 ha messo le mani su Samuele Ghezzi, classe 2005, cresciuto nella fucina bergamasca dell’Atalanta: un innesto che profuma di progetto, di coraggio e di prospettiva. E allora la domanda sorge spontanea: non è proprio da questi colpi che si misura l’ambizione di un club? Pare proprio di sì considerando che i labronici non vogliono certo essere una neo promossa comprimaria in campionato.



UN INNESTO CHE PARLA IL LINGUAGGIO DEL FUTURO
Ghezzi arriva in amaranto con un curriculum che, nonostante la carta d’identità, racconta già un percorso da grande. Nel settore giovanile bergamasco ha superato la soglia delle 100 presenze: numeri che, per chi mastica pane e pallone, significano continuità, affidabilità, fiducia conquistata giorno dopo giorno. Non è un dettaglio da brodino caldo: è sostanza, è quella tenuta mentale che consente a un difensore di tenere la linea quando la partita si accende e la fascia diventa un’autostrada da presidiare.

DAL VIVAIO BERGAMASCO ALL’ARENA AMARANTO
Formarsi all’Atalanta, una delle fucine di talenti più apprezzate d’Italia, non è solo questione di tecnica: è una scuola di mentalità. La Youth League tra le tappe del suo itinerario lo dice chiaro: Ghezzi ha assaggiato il calcio internazionale, misurandosi con ritmi, letture e responsabilità che tempra e testa non sempre reggono a quell’età. Se in più metti la fascia di capitano sul braccio, come è capitato a lui nel percorso giovanile, allora il quadro si completa: leadership naturale, credibilità nello spogliatoio, personalità nei momenti che contano.

L’ESORDIO TRA I PRO: IL BATTESIMO IN SERIE C
L’ultima stagione ha segnato il passo dentro il calcio dei grandi: debutto tra i professionisti in Serie C, coi colori dell’Atalanta Under 23 allenata da Francesco Modesto. È il salto che separa il «talento» dalla «prospettiva». Nei Professionisti la coperta è corta e ogni disattenzione costa: si gioca sul filo, si paga dazio, s’impara in fretta. Ghezzi arriva a Livorno dopo aver assaggiato quel ritmo, pronto a farne tesoro: significa che ha toccato con mano il peso delle seconde palle, la concentrazione sui 90 minuti, la capacità di alternare spinta e schermatura senza perdere il filo.


COSA GUADAGNA IL LIVORNO
Cosa significa questo arrivo per il club amaranto? Un segnale chiaro: investire su giovani in grado di fare la differenza, parola che nel calcio non è mai un’etichetta, ma un compito. Ghezzi dà profondità alla rosa, alza la competizione interna, mette sul tavolo una carta nuova per leggere le partite: ampiezza quando serve sfondare, solidità quando bisogna abbassare la saracinesca. Non stiamo parlando di un jolly improvvisato, ma di un profilo che porta con sé una «mentalità vincente» coltivata in una delle scuole più esigenti del Paese. È l’innesto che può cambiare il tono della catena laterale, trasformando le transizioni in corse utili e i duelli in terreno fertile.



UNA CHIAMATA, UNA CHANCE, UNA PROMESSA
Ora tocca al campo, come sempre. Samuele Ghezzi arriva a Livorno agli ordini del tecnico Alessandro Formisano con ciò che serve per mettersi subito a disposizione: gambe, ordine, personalità. È la classica mossa che può sembrare «silenziosa» ma vale come un assist al bacio: se la prende nel modo giusto, il ragazzo può diventare un fattore. E se c’è una certezza che trapela, è il segnale delle ambizioni amaranto: spingere forte, crescere ancora, credere che da una fascia presidiata bene può partire l’azione che cambia le partite. D’altronde, non sono proprio questi i colpi che danno la misura della serietà di un progetto?

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