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Serie C

Dopo aver girato l'Italia a 29 anni il portiere torna a casa, è una scelta di grande appartenenza

L'esordio in Serie B a Bari e tanti anni di Serie C, ora il numero uno è pronto a difendere le sue radici

CASERTANA SERIE C - VICTOR DE LUCIA

CASERTANA SERIE C - Victor De Lucia, portiere classe 1996, nello scorso campionato 16 presenze con la maglia del Foggia

La chiave per blindare la porta può essere un ritorno a casa. La Casertana mette i guanti alla sua nuova idea di stabilità: tra i pali c’è Victor De Lucia, prelevato a titolo definitivo dal Foggia. Non un nome qualsiasi, ma un portiere classe 1996, casertano di Santa Maria a Vico, che torna nel suo territorio dopo aver girato l’Italia del calcio costruendosi, passo dopo passo, un curriculum da estremo difensore navigato. Una scelta che profuma di appartenenza e programmazione: perché costruire una squadra vincente inizia sempre dal numero uno.



UN RITORNO CHE PROFUMA DI CASA
C’è qualcosa di speciale quando un calciatore rientra dalle sue parti. Per Victor De Lucia l’aria di casa non è solo geografia: è identità, è carburante emotivo. Nato nel 1996 e cresciuto calcisticamente con una traiettoria che racconta di lavoro e gavetta, De Lucia arriva in una piazza che conosce, che sente. E questo, in una posizione delicata come la porta, conta eccome: il feeling con l’ambiente può diventare quel mezzo passo in avanti sulla linea di porta, quel tempo d’uscita che trasforma un cross velenoso in una presa sicura. Musica per le orecchie del tecnico Federico Coppitelli.

CURRICULUM DA VIAGGIATORE DELL’AREA DI RIGORE
La sua storia parte dalle giovanili di Fondi e Parma, due scuole diverse che forgiano tecnica e mentalità. Da lì, la chiamata del Frosinone: segnale che il radar dei club attenti alla crescita dei portieri l’aveva già intercettato. Seguono Latina e Catanzaro, tappe che allargano mappa e spalle. Poi la vetrina che tutti sognano: l’esordio in Serie B con il Bari. Un assaggio di alto livello che lascia un marchio indelebile. Successivamente, 4 stagioni in C con la Feralpisalò, un quadriennio da «operaio specializzato» tra pulizia dei fondamentali e continuità. Quindi Virtus Entella ed infine Foggia, dove nell’ultima annata ha difeso la porta dei «Satanelli» in un campionato complicato per i colori rossoneri.



L’UPGRADE TRA I PALI: COSA SIGNIFICA PER LA CASERTANA
«Tra i pali c’è De Lucia» non è una semplice riga di comunicato: è una dichiarazione d’intenti. Arrivo a titolo definitivo significa investire su un profilo in grado di fare da perno tecnico ed emotivo. Per un club, avere continuità nel ruolo del portiere è come avere un regista difensivo che detta tempi e altezze del reparto, alza o abbassa la linea in base alla lettura del momento, fa da semaforo nelle ripartenze. Tradotto: meno frenesia, più pulizia, meno palloni sporchi rimessi al centro dell’area e più uscite coraggiose con i tempi giusti.

PERSONALITÀ DA AREA PICCOLA, LETTURE DA AREA GRANDE
Cosa porta in dote il nuovo estremo difensore? Un bagaglio di esperienze costruito attraversando piazze differenti per ambizioni e pressioni. Un portiere che ha vissuto spogliatoi caldi e contesti tecnici eterogenei impara presto l’arte delle letture: quando restare tra i pali, quando uscire, quando accompagnare il possesso con i piedi e quando cercare la verticalità. Le stagioni in categorie toste come la C — particolarmente fisica e tatticamente spigolosa — temprano nelle palle inattive, nelle seconde palle, negli ultimi minuti in cui l’area diventa un flipper. E chi ha saggiato anche il ritmo della B con il Bari sa che concentrazione e gestione dell’errore valgono quanto una parata all’incrocio.

UN TASSELLO CHE ALZA L’ASTICELLA
Il mercato, spesso, è una partita a scacchi: muovi un pezzo e cambia l’assetto dell’intera scacchiera. Con Victor De Lucia a titolo definitivo, la Casertana muove la sua torre a protezione del re. Non è un dettaglio, è un orizzonte. La scelta di puntare su un profilo con radici locali e chilometri veri nelle gambe racconta la volontà di alzare l’asticella senza perdere di vista l’identità. La porta, adesso, ha un presidio con storia e carattere. E quando il numero uno trasmette certezze, il resto della squadra può permettersi di giocare 10 metri più avanti, con la testa più leggera e il cuore più caldo. Pronti a difendere il fortino, ma anche a costruire da lì le vittorie che contano?

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