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Serie B

È un classe 2006 e arriva da uno dei migliori vivai d'Italia: il club che scommette sui giovani blinda la difesa

La Juve Stabia completa il reparto arretrato con un talento in prestito dalla Roma

Filippo Reale

Filippo Reale, difensore mancino classe 2006: nell'ultima stagione 34 presenze e 1 gol con la maglia della Primavera della Roma

Hai presente quando ti rendi conto che una squadra non sta solo tappando una falla, ma sta già costruendo il ponte verso il futuro? Ecco, la Juve Stabia fa esattamente questo assicurandosi Filippo Reale, difensore centrale nato a Roma il 24 febbraio 2006, in prestito secco dalla Roma. Un innesto che profuma di progetto, visione e coraggio, perché puntare su un classe 2006 con pedigree da Primavera 1 e la chiamata dell’Italia Under 20 nel taccuino non è una scommessa: è un’idea precisa di calcio.

UN COLPO CON VISTA FUTURO
Castellammare di Stabia abbraccia un giovane centrale che viene da una scuola, quella giallorossa, che da anni sforna difensori con testa e piedi. Reale arriva gialloblù dopo aver completato le visite mediche e si è subito messo a disposizione di Ignazio Abate: prendersi il tempo per ambientarsi? Macché, qui si parte a razzo, come quando la linea difensiva sale all’unisono per lasciare in fuorigioco l’attaccante lanciato in profondità. E il messaggio è chiaro: rinforzo immediato, ma soprattutto investimento tecnico per far crescere una retroguardia che vuole più solidità, più letture, più personalità.

CHI È FILIPPO REALE: CARTA D’IDENTITÀ E PEDIGREE
Reale è un difensore centrale cresciuto nel settore giovanile della Roma che ha vissuto diverse trasformazioni tattiche. Da esterno alto a terzino ai tempi dell'Under 17, da terzino a centrale con l'Under 18 e poi con la Primavera. Nel calcio giovanile conta più la qualità delle scelte che la quantità dei riflettori: lui, intanto, ha messo sul tavolo 41 presenze nelle ultime due stagioni di Primavera 1, impreziosite da una rete. Numeri concreti, che parlano di continuità e affidabilità, due parole che nel vocabolario di un centrale valgono più di un assist di tacco. Cosa raccontano 40 presenze a quell’età? Che il ragazzo ha gamba, testa e applicazione. La rete segnata è la ciliegina, ma la sostanza sta nella continuità di impiego: gli allenatori si fidano. Per una Juve Stabia che vuole alzare l’asticella dietro, questo è ossigeno puro.

RITIRO CON LA ROMA: L’ASSAGGIO DEL GRANDE PALCO
Non è finita qui. Reale ha svolto il ritiro pre-campionato con la prima squadra della Roma, prendendo parte a due amichevoli di spessore contro Cannes e Aston Villa, per un totale di 46 minuti. Pochi? Sufficienti per capire ritmo, intensità e linguaggio del calcio dei grandi. È come passare dal campetto al teatro: ti cambia la percezione dello spazio, del tempo e degli errori che non puoi permetterti. Quei 46 minuti non sono una statistica, sono un upgrade di consapevolezza.

LA CHIAMATA AZZURRA UNDER 20: UN SEGNALE FORTE
C’è anche un bollino di qualità che arriva da Coverciano: la convocazione in Nazionale italiana Under 20. Non un semplice invito, ma un indizio robusto che conferma come Reale sia già dentro il radar di chi osserva i percorsi di crescita migliori. Per la Juve Stabia, significa inserire in rosa un profilo che, oltre alle gambe e alla testa, porta con sé un bagaglio di esperienze e stimoli ad alto livello. Il tipo di giocatore che può alzare lo standard anche negli allenamenti, perché quando ti misuri con l’azzurro, le richieste si fanno più esigenti.



NELLE MANI DI MISTER ABATE: COME PUÒ INCASTRARSI
Ora il pallone passa a Abate, che potrà plasmare un centrale giovane ma già temprato da un percorso lineare e in crescita. In cosa può fare la differenza Reale? Nelle letture preventive, nella pulizia dell’uscita palla e nella gestione dell’uno contro uno di reparto, i fondamentali del ruolo. Un difensore così, in un sistema che chieda compattezza e tempi giusti, può diventare il perno che tiene in piedi la linea, come il regista invisibile della retroguardia. E con una squadra che si sta attrezzando per affrontare con ambizione i prossimi impegni, aggiungere un profilo con esperienza Primavera 1 e tocchi di prima squadra è come mettere il tassello mancante in un puzzle tattico.

LA VOCE DEL PROTAGONISTA E IL PESO DELLA MAGLIA
Le parole contano, soprattutto quando arrivano al fischio d’inizio di una nuova avventura. Reale non ha esitazioni: «È un grande orgoglio per me iniziare questa nuova avventura. Darò tutto per ripagare la fiducia del club e aiutare la squadra a raggiungere i suoi obiettivi. Non vedo l’ora di scendere in campo, ci vediamo allo stadio». È il manifesto d’intenti di chi sa che la maglia non si indossa, si onora. A proposito di maglia: ha scelto la numero 3, numero classico di chi presidia la fascia o comanda dietro con eleganza e carattere. Un segnale di identità, quasi una dichiarazione stilistica.



LA ROTTA È TRACCIATA: PRESENTE E ORIZZONTE
L’accordo è chiaro: prestito secco. Tempo per crescere, imparare, sbagliare il giusto e prendersi la scena. Castellammare di Stabia è la cornice ideale per un salto di qualità sostenibile: ambiente caldo, fame di calcio e una piazza che sa innamorarsi di chi gioca con cuore e testa. Reale porta in dote gioventù, curriculum da top player del campionato Primavera 1 e una freschezza che può cambiare il vento di una stagione. Perché le partite spesso si vincono dove si soffre: in area, negli ultimi venti metri, quando la palla scotta e serve un centrale capace di leggere il futuro un secondo prima degli altri. La Juve Stabia ha messo il cartello giusto sulla porta della difesa: «Ingresso riservato a chi ha idee chiare e piedi educati». E se la prima regola del calcio è impedire al nemico di segnare, la seconda è farlo con personalità. Da oggi, con Filippo Reale, Abate ha una freccia in più nella sua faretra. Il resto, come sempre, lo dirà il campo. «Ci vediamo allo stadio», parola di Reale.

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