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Ha 20 anni ed è un titolare: esordio da leader nel Borussia Dortmund per un classe 2005 italiano

Il difensore di origini senegalesi nato a Magenta è sceso in campo dal primo minuto in Coppa di Germania contro l'Essen

filippo mane

foto instagram @_filippo_mane

Chi l’ha detto che la personalità non ha età? Nel calcio, quando entri dal primo minuto in una gara da dentro o fuori e indossi la maglia del Borussia Dortmund, non stai giocando un’amichevole d’agosto: stai palleggiando con la pressione. Filippo Mane, difensore classe ’05, ha fatto il suo debutto ufficiale con i gialloneri nella Coppa di Germania contro il Rot-Weiss Essen, e lo ha fatto con una maturità che ha il profumo buono delle grandi promesse. Il risultato? 1-0 per il Dortmund, deciso nei minuti finali da Guirassy, ma la notizia — e che notizia — è la prestazione del giovane difensore: novanta minuti di concentrazione, porta inviolata, e applausi convinti di compagni e staff tecnico.

UNA PRIMA VOLTA DA PROFESSIONISTA VERO
Quanti classe ’05 sanno reggere l’urto di una gara a eliminazione diretta, con il carico emotivo di chi si gioca l’accesso al turno successivo e la maglia pesante del Dortmund sulle spalle? Mane c’è riuscito. Schierato dal primo minuto, ha tenuto la barra dritta come un centrale navigato: senza fronzoli, sempre sul pezzo, con letture pulite e tempi d’intervento che tradiscono un lavoro metodico alle spalle. In un contesto “comunque non semplice”, come spesso sono le sfide di Coppa quando affronti avversari motivati e spigolosi come il Rot-Weiss Essen, ha mantenuto alta l’attenzione e ha contribuito a blindare la retroguardia. È il tipo di prestazione che non fa rumore a tabellino, ma che dentro lo spogliatoio vale doppio.

LA NOTTE DI COPPA: EQUILIBRIO, PAZIENZA, GUIZZO FINALE
La partita? Di quelle che vanno maneggiate con cura. Il Borussia Dortmund ha dovuto armarsi di pazienza, tenere il campo, aspettare l’attimo giusto. E quando la contesa sembrava incanalata verso la lotteria degli episodi, ecco l’uomo della zampata: Guirassy. Gol nei minuti finali e qualificazione in cassaforte. Ma se il colpo del bomber occupa i titoli, la storia dietro le quinte racconta di una linea difensiva attenta, capace di non concedere la giocata che ti fa saltare il banco. Qui, il contributo di Mane è stato evidente: concentrazione continua, postura da centrale che vede prima l’azione, atletismo che ti permette di arrivare sul pallone con il tempo giusto. Quando il termometro sale, il segreto è restare freddi. Il classe ’05 ci è riuscito.



DAL SETTORE GIOVANILE ALLA PRIMA SQUADRA: UN PERCORSO IN ASCESA
Arrivato in Germania giovanissimo, Filippo Mane s’è fatto strada nel settore giovanile del club tedesco con tre qualità che nel calcio moderno sono come oro di zecca: costanza, capacità di leggere le situazioni difensive e un atletismo che non passa inosservato. Tradotto: non è un fuoco di paglia. Il debutto tra i grandi non è solo un premio simbolico, ma il naturale sbocco di una crescita coerente, fatto di settimane di allenamenti, scelta delle posizioni, gestione dei duelli e senso della linea. Quando il Dortmund decide di darti la chiavi di una partita ufficiale, a diciannove anni, non lo fa per caso. È un segnale forte: crediamo in te.

IL MESSAGGIO DEL DORTMUND: FIDUCIA, MERITOCRAZIA, PROSPETTIVA
La prima con la maglia del Borussia Dortmund in una competizione che non fa sconti è un annuncio sul futuro prossimo: la società vede in Mane un potenziale vero. La chiamata dall'inizio in Coppa di Germania è stata la cartina tornasole: testa alta, zero tentennamenti, compiti eseguiti con lucidità. E il riscontro è stato immediato, con i complimenti che sono arrivati dai compagni e dallo staff tecnico. Non servono dichiarazioni roboanti quando a parlare è il campo: porta inviolata, nessuna crepa nel muro, gestione matura dei momenti della gara. In linguaggio da spogliatoio, vuol dire che sei pronto a competere.

LA ROTAZIONE DIFENSIVA PUÒ APRIRE SPIRAGLI IN BUNDESLIGA
E adesso? Se la Coppa di Germania è stato il battesimo, la Bundesliga può diventare il terreno per consolidare. Le prossime settimane — con la rotazione difensiva fisiologica di un club che compete su più fronti — potrebbero offrire a Mane ulteriori chance. È la classica porta socchiusa che un giovane deve saper spalancare quando arriva il turno: farsi trovare pronto, non sprecare il possesso, leggere l’uscita, accompagnare l’azione quando serve e, soprattutto, difendere con l’istinto giusto. Domanda retorica: c’è modo migliore per accelerare la propria crescita che misurarsi con il ritmo della Bundesliga? La prestazione in Coppa suggerisce che la traiettoria sia quella giusta.



PERSONALITÀ E TIMING: GLI INGREDIENTI CHE FANNO LA DIFFERENZA
La parola chiave, qui, è personalità. Non quella esibita, ma quella funzionale: non scappi dalla palla, te la fai dare. Non forzi il lancio, scegli il tempo. Non ti fai travolgere dal momento, lo addomestichi. Mane ha mostrato concentrazione per tutti i novanta minuti, la dote che separa il giovane promettente dal giovane affidabile. E in una squadra come il Borussia Dortmund — i gialloneri che vivono di talento, ritmo e ambizione — essere affidabile è la miglior scorciatoia per costruirsi minuti, esperienza, status. Il resto lo fanno i dettagli: postura del corpo, scelta dell’anticipo, gestione della profondità. Le fondamenta di un difensore che vuole stare in alto.

UN PRIMO CAPITOLO CHE PROFUMA DI STORIA
Il futuro è tutto da scrivere, recita la formula più onesta quando si parla di prospettive. Ma qui c’è già un incipit che cattura: debutto ufficiale, vittoria per 1-0 contro il Rot-Weiss Essen, gol nel finale di Guirassy, porta inviolata, e una prova che ha messo in vetrina la maturità di un classe ’05. A volte il calcio è semplice: se fai bene, il campo ti richiama. Se continui a fare bene, la stagione ti abbraccia. E se il Dortmund — che tende a riconoscere talento e a valorizzarlo — ti manda dentro in Coppa di Germania, è perché il potenziale non è un’ipotesi, è un progetto. Per Filippo Mane, quel progetto ha ufficialmente preso il via.

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